24 Luglio 2017

Sanità: Savino e Riccardi fanno autogol

“Sulla sanità Savino e Riccardi fanno l’ennesimo autogol: a forza di cercare appigli per criticare la Giunta regionale e il centrosinistra si pestano i piedi da soli”. Lo afferma la segretaria regionale del Pd, Antonella Grim, replicando alle critiche sui tempi di attesa in urologia e aggiungendo che “i due forzisti attaccano provando a denunciare le distorsioni del sistema sanitario triestino, ma in realtà puntano il dito contro disservizi che erano presenti quando erano loro al governo del Fvg, come esponenti della giunta Tondo”. “I tempi di attesa della chirurgia urologica sono semmai migliorati negli ultimi due anni – osserva Grim – da quando cioè la direzione aziendale ha realizzato una riorganizzazione dell’attività della chirurgia generale e il potenziato degli organici”. Secondo Grim “questa giunta regionale ha messo mano alla pesante eredità del loro governo. In tema di tempi di attesa, ad esempio, mai prima d’ora il sistema di gestione delle liste d’attesa era trasparente e informatizzato. A partire dal 2015, per la prima volta, i tempi d’attesa sono visibili in internet, ed è stata prodotta una relazione completa di dati e verifiche: un elemento dovuto nei confronti del cittadino. Ricordo invece che quando governavano Savino e Riccardi erano i singoli primari ad autoprodurre relazioni sui tempi d’attesa per gli interventi di chirurgia”. “Relativamente al Rapporto Crea – evidenzia Grim – ricordo a Riccardi che il periodo di riferimento da lui richiamato come periodo di bassa performance è il 2013 cioè quando lui e Savino erano al governo, non il 2015. Invece di fare le pulci all’attuale gestione della sanità, citando dati e numeri che poi si scoprono collegati alla loro gestione amministrativa, Savino e Riccardi dovrebbero ammettere gli errori del passato e magari cominciare a raccontare ai cittadini la loro idea di sanità. Questo governo regionale ha dimostrato con i fatti di avere una idea chiara e di volerla realizzare: efficientamento dell’ospedale e più risorse da destinare al territorio per modificare il modo di rispondere ai bisogni di salute”.
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