24 Novembre 2017

Educazione e risorse contro la violenza sulle donne

  Mai come quest’anno la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ha un significato profondo e attuale, perché mai come oggi questo tema è presente nel dibattito politico e culturale italiano e internazionale. Certo, questo non risolve i problemi, ma ne facilita la risoluzione. Aggiungo poi che, mai come oggi, esistono risorse, strutture, reti di sostegno messe in campo dal Governo per contrastare la violenza di genere e per aiutare le vittime. I Governi Renzi e Gentiloni hanno fatto un lavoro straordinario su questo fronte, che va valorizzato e diffuso. Nel solo biennio 2015-2017 sono stati stanziati 40 milioni di euro per il Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Sono aumentate le strutture di sostegno alle vittime, che oggi sono 258 case rifugio e 296 centri antiviolenza. Il numero antiviolenza 1522 è attivo 24 ore su 24 in 13 lingue (finanziato con 615mila euro l’anno). E’ stato inoltre avviato un percorso ospedaliero specifico per chi si reca in pronto soccorso dopo aver subito un abuso. Sono numeri importanti, con i quali si può finalmente dire di essere passati dalle parole ai fatti. Permettetemi di dire che, forse, su questo argomento negli ultimi tempi un po’ di confusione c’è stata, complice anche un sistema mediatico che troppo spesso spettacolarizza i fatti di cronaca e ne analizza solo alcuni aspetti. Di recente, nel calderone della violenza contro le donne è stato messo tutto e di tutto, a volte in modo superficiale e confusionario. Fatta questa doverosa premessa, è evidente che il problema esiste, eccome, anche in Italia e in Friuli Venezia Giulia. Esiste una violenza rivolta contro le donne, che si esplicita nei modi più svariati, dai gesti più cruenti alle molestie di varia natura, in famiglia come sui luoghi di lavoro. Pensavamo di non doverlo più scrivere alla vigilia del 2018, ma non è così, purtroppo. Come risolvere il problema? La risposta non è affatto semplice, probabilmente la ricetta perfetta non ce l’ha nessuno. Credo che la questione vada affrontata da più punti di vista. Le risorse e gli strumenti pratici, come quelli citati nella prima parte di questo mio breve testo, sono fondamentali. Ma vanno affiancati da un profondo e incisivo lavoro culturale, cha parte innanzitutto dalla scuola. Non mi stancherò mai di dirlo: bambini e bambine, ragazzi e ragazze vanno accompagnati in un percorso di crescita sano e sereno, in cui non vi sia spazio per gli stereotipi di genere e per la mortificazione delle differenze. Imparare ad ascoltare e capire gli altri, e rispettare le diversità, sono il sale per la costruzione di una società migliore.   Antonella Grim        
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