29 Maggio 2018

PD: nel programma di Fedriga troppi slogan

“Sono gli ultimi effluvi della campagna elettorale, con accenti nostalgici verso una riedizione di un welfare padano già bocciato dalla Corte Costituzionale e una certa confusione sulle competenze in materia d’immigrazione: ci saremmo aspettati qualche soluzione praticabile in più e qualche slogan in meno. Debolissimo il riferimento al ruolo del Consiglio Regionale: fatta la tara delle promesse di dialogo, Fedriga si annuncia più padrone che presidente”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Salvatore Spitaleri, commentando il programma di governo per la XX legislatura regionale, presentato oggi in Consiglio regionale dal presidente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “I grandi temi delle riforme devono ancora passare attraverso la fase embrionale dell’ascolto e – aggiunge Spitaleri – di altro non c’è traccia: pensavamo che chi è stato per cinque anni all’opposizione avesse maturato almeno qualche idea su come mettere mano alla salute e agli Enti locali, invece no. Ci aspettavamo qualcosa di più concreto non tanto da Fedriga, che era a Roma, ma almeno dal suo esperto vicepresidente”. “Prendiamo atto che in sostanza viene dato atto alla giunta di centrosinistra – osserva Spitaleri – di aver lavorato particolarmente bene sulla logistica e sulle infrastrutture viarie, portuali e aeroportuali, anche se pare una forzatura il riferimento all’alta velocità ferroviaria, che non è prevista da RFI. E va rilevato, dopo le rumorose strumentalizzazioni degli anni scorsi, un approccio che sembra non pregiudiziale al rapporto tra difesa dell’ambiente, libertà di fare impresa e, aggiungiamo noi, prospettive occupazionali”. Nella consapevolezza che un programma di governo non dev’essere un’enciclopedia, Spitaleri annota che “nel programma ci sono alcune clamorose lacune, tra cui l’indicazione del rilievo che questa giunta intende dare alle relazioni internazionali, su cui tanto è stato investito non solo quale attività ancillare al turismo, ma soprattutto in termini di internazionalizzazione delle nostre imprese, attrazione di investimenti, sviluppo della ricerca. Insomma, speriamo che non si torni all’immobilismo di Tondo, mutato solo in verde l’azzurro che fu di Forza Italia”.
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