27 Giugno 2018

Migranti: con Fedriga tante domande niente risposte

Spitaleri: “Sono riusciti a farsi deridere da Gasparri”

Il presidente Fedriga è stato in visita al Cara di Gradisca. Atto dovuto, speriamo che serva a qualcosa, visto che quel territorio subisce da anni la presenza di una struttura di accoglienza che nel tempo ha cambiato nome ma lì è rimasta. Non da oggi il Pd chiede che il Cara sia tolto, al massimo sostituito con una struttura dedicata ai rimpatri, decisamente più piccola e meno pesante per il territorio. Fedriga pare si sia aggregato a questa visione: attendiamo gli atti conseguenti, che arrivino i pullman e si portino via da Gradisca qualche centinaio di profughi.

Non so quante volte ancora il presidente Fedriga potrà raccontare le storie che ha ripetuto anche in questa occasione, ma perfino i media meno aggressivi riconoscono che, al momento, sulla gestione dei migranti in Friuli Venezia Giulia ci sono più interrogativi che certezze. E aggiungiamo noi, più annunci di cambiamenti radicali che azioni concrete, a parte ovviamente i tagli ai Comuni per progetti d’accoglienza e integrazione.

Sul piano dei rapporti Stato-Regione l’allineamento tra il grosso pianeta Salvini e il satellite Fedriga è perfetto, nel senso che è gerarchicamente ordinato: Salvini dà la parola d’ordine a Roma e Fedriga fa l’eco in Fvg, senza neanche dover pensare se quello che dice sta in piedi. Salvini è partito dichiarando che bisognava fare i campi profughi in Libia ma gli hanno detto picche, così adesso si deve dire che i campi si faranno “prima di arrivare in Libia”. E Fedriga ripete a memoria.

Ci sono piccoli dettagli che forse gli sfuggono: a sud della Libia ci sono il Niger, il Ciad e il Sudan, con cui appena bisogna cominciare a tessere rapporti; e nella stessa Libia la situazione è più complicata di come la vende il nostro ministro dell’Interno, ad esempio ci sono due governi, a Tobruk e a Tripoli, e uno non riconosce gli accordi che fa l’altro, proprio come quello sulla gestione e il controllo dei confini del sud della Libia. Insomma, la Libia non è la Turchia, e siamo appena all’inizio: attendiamo l’avvio dell’azione di governo.

Nel frattempo, con questa proposta, hanno raggiunto il non facile obiettivo di farsi deridere da Maurizio Gasparri, che nel corso di un’intervista radiofonica ha detto “tra un poco proporranno il Sud Africa e poi ci si sposterà direttamente nel Polo antartico”.

Ascolta l’audio di Radioradicale.it: <iframe width=”560″ height=”355″ src=”//www.radioradicale.it/scheda/545458/iframe?p=0&s=239&t=264&f=0″ frameborder=”0″ allowfullscreen></iframe>

 
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