21 Agosto 2018

Cultura: per l’assessore Gibelli la ricerca storica si può fermare

 Le associazioni culturali del FVG dovranno inventarsi connessioni più o meno fantasiose con Leonardo Da Vinci

“Occorre una notevole dose di distratta supponenza per obbligare le associazioni culturali dell’intero Friuli Venezia Giulia a inventarsi connessioni più o meno fantasiose con Leonardo Da Vinci: così dovranno fare per poter partecipare al riparto dei bandi della Regione. Alla faccia della conoscenza e del confronto con il territorio, la sua storia e gli operatori, viene calato sulla regione un tema completamente avulso dalla nostra tradizione di studi e dalla nostra vocazione geopolitica”.

“Impossibile pensare che non sia un’eredità dell’esperienza e del radicamento lombardo dell’assessore Gibelli che, evidentemente a corto di idee proprie o di chi la consigliasse, ha pensato di trapiantare i 500 anni della morte di Leonardo in un contesto storico-artistico-culturale avulso dalla sua figura e opera”. Lo ha affermato la senatrice Tatjana Rojc, commentando l’intervista dell’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, pubblicata dal Piccolo domenica 19 agosto 2018.

Per il segreterio regionale del Pd Salvatore Spitaleri, “sono sconvolgenti alcune affermazioni dell’assessore in merito al fatto che non si possano più dire cose nuove sulla Resistenza o sulla Prima Guerra mondiale. Guidata da questo illuminato principio, evidentemente per l’assessore alla Cultura le ricerche storiche potrebbero fermarsi, tanto la storia si scrive una volta per tutte e poi basta. E chi se ne importa se qui abbiamo Porzus, la Risiera, la foiba di Basovizza e il campo di Gonars, o se ricorrono i cento anni dalla fine della Grande Guerra, un anniversario che ha dato Trieste all’Italia, e per il quale il presidente Mattarella si scomoderà a venire in Regione. Da chi viene qui a ricoprire il delicato ruolo di assessore alla Cultura non ci aspettiamo che sappia già tutto, ma che usi prudenza e delicatezza parlando di cose che non conosce, e che spesso sono ferite aperte.

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