24 Agosto 2018

La sfida del Pd riparte dai paesi

Il segretario ha individuato alcuni punti chiave in vista delle prossime elezioni 2019 in 140 Comuni

Spitaleri: «Dovremo essere parte strategica di forze civiche che ritornino ad avere una visione generale di ogni centro»

In primavera saranno più di 140 i Comuni che andranno al voto

POLITICA UDINE Altro che il nome del partito. Il Pd del Friuli Venezia Giulia, che oggi con la commissione dedicata, metterà a punto le prime tappe di settembre della fase congressuale (il 3 dicembre le primarie per il segretario regionale) ha ben altra sfida davanti: riuscire ad affrontare efficacemente le elezioni in 140 Comuni nella primavera 2019 e competere territorialmente per le Europee del prossimo anno. La pensa così il segretario regionale Salvatore Spitaleri (e forse candidato per succedere a se stesso) che ha individuato perciò alcuni input su cui mobilitare il partito: «Il Pd dovrà essere parte strategica di forze civiche che ritornino ad avere una visione generale di ogni paese e di dove vogliono portarlo. Al contempo sottolinea l’apporto del Pd dovrà spingere alla collaborazione sia all’interno delle singole amministrazioni, sia tra amministrazioni. Viceversa, ogni discorso di area vasta sarà destinato a naufragare». Nessuna battaglia, dunque, per il simbolo del Pd in evidenza, perché la partita, nella visione del segretario Dem, si gioca altrove. «Il civismo degli ultimissimi anni sembra più un attività di sindacato e di controllo, che di partecipazione politicamente non schierata alla vita della comunità», spiega, portando a esempio i comitati che sorgono per affrontare uno specifico problema e che poi si trasformano o confluiscono in una lista civica per vederlo affrontato. Un processo, prosegue il segretario, che «rischia di alimentare una politica rivendicativa, piuttosto che partecipativa, i cui atteggiamenti conseguenti sono ‘o si fa come dico io o non si fa’ oppure una difesa prioritaria degli interessi dei cittadini che mi hanno eletto». Filosofia che poco ha a che fare con i problemi concreti? «Tutt’altro ribatte Spitaleri -, perché tutto questo ragionamento ha a che fare, per esempio, con le modalità con cui si costruiranno le liste nei Comuni e con la capacità che avremo di essere aggregativi e non soverchianti». Non solo, a fronte di elezioni comunali di un così gran numero di amministrazioni, «dovremo far emergere la specificità di una forza progressista, che è quella di immaginare il futuro, di progettare, piuttosto che di innamorarsi del ‘stavamo meglio prima’». Un aspetto, quest’ultimo, che è ulteriormente sollecitato dai primi mesi di governo della nuova maggioranza di Centrodestra in regione. «All’apparenza il governo regionale non ha un disegno su dove vuole portare questa regione considera Spitaleri -. Dove stiamo andando davvero? Il ripristino delle Province o come si chiameranno, per esempio, appartiene alla manutenzione piuttosto a una progetto di futuro». PD FVG DUTTILE Ci sono poi le sfide più interne a un partito che il segretario vorrebbe «duttile», intendendo con ciò, in sostanza, una realtà capace di raccogliere le istanze locali e, se serve, di smarcarsi dal Pd nazionale soprattutto per non subire localmente effetti non costruttivi. Una questione che Spitaleri racconta così: «Dovremmo avere la duttilità di un movimento e l’organicità di un partito, per essere catalizzatori di forze e questioni locali che non sempre possono avere ribalta nazionale». CANDIDATURE Il percorso congressuale del Pd Fvg, prevede una fase preparatoria che si svilupperà a settembre per coinvolgere sui temi nevralgici per il partito una platea più ampia possibile. Dal 15 ottobre, termine ultimo per la presentazione delle candidature a segretario regionale, si aprirà il confronto di sintesi tra le diverse tesi congressuali. Urne aperte per le primarie, quindi, il 3 ottobre. Se Spitaleri non ha ancora sciolto le riserve – su una sua candidatura gravano gli impegni professionali-, sembrano ai nastri di partenza il consigliere regionale Cristiano Shaurli, l’ex parlamentare e docente universitario Paolo Coppola (tentò la segreteria quando il Pd gli preferì Antonella Grim) e potrebbe spuntare anche qualcuno nell’Isontino. (di Antonella Lanfrit, Il Gazzettino del 23.08.2018)
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