25 Febbraio 2019

Grazie a Fulvio Camerini

Famulari: fu punto di riferimento. Serracchiani: perdiamo grande padre. Shaurli: tanto da imparare da sua storia

Rojc lo commemora in aula a Palazzo Madama: grande italiano e triestino

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“Un punto di riferimento dallo straordinario valore umano e civile, è riuscito a portare anche nella politica una determinazione serena e sempre propositiva”. Così la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari esprime “il ricordo personale, la riconoscenza e il cordoglio di tutto il partito” per la scomparsa del professor Fulvio Camerini, fondatore della Cardiologia triestina, scienziato e già senatore della Repubblica.

Protagonista di una stagione storica del centrosinistra quale senatore dell’Ulivo – aggiunge Famulari – ha accompagnato i primi passi del Pd ricevendo una delle primissime tessere d’onore del partito di Trieste, della cui vita è stato poi partecipe vivace e lungimirante. Nessun dubbio che resterà una delle figure nobili e indelebili nella memoria della città”.

Per Debora Serracchiani “siamo rimasti tutti senza un grande padre. Trieste ha un enorme debito di riconoscenza verso quest’uomo che ha avuto il bene comune come pratica quotidiana, la discrezione come abito e la famiglia come amore indistruttibile. Impossibile per me dimenticare una delle prime persone che mi hanno ‘insegnato’ Trieste, il sorriso affettuoso e profondo con cui andava incontro al mondo”.

Anche il segretario regionale del Pd Fvg, Cristiano Shaurli, riflette “sull’esempio oggi attualissimo di un uomo che ha saputo trasfondere nella politica gli ideali più alti che hanno ispirato la pratica medica e la ricerca scientifica: umanità, dedizione, curiosità. Il Pd e tutto il centrosinistra hanno davvero tanto da imparare dalla storia di Fulvio Camerini”.

“Con Fulvio Camerini, scompare un grande italiano e un grande triestino. E’ stato un uomo perbene, un uomo giusto, un signore e un galantuomo. Ci mancherà moltissimo perché in tutti questi anni Camerini era diventato un punto di riferimento obbligato non solo per la comunità scientifica nazionale e internazionale, servita per oltre 70 anni, ma anche per quella buona politica cui tutti noi dobbiamo tendere”. Così la senatrice Tatjana Rojc, che nell’aula di Palazzo Madama ha commemorato la figura di Fulvio Camerini.

Nel ricordare la sua attività di parlamentare nella XIII legislatura, in cui si annoverano il sostegno alla legge di tutela della minoranza slovena e, assieme al senatore Darko Bratina, l’impegno che ha portato alla legge per l’indennizzo agli esuli istrodalmati, Rojc sottolinea che Camerini fu, “solo per pochi giorni uno scienziato prestato alla politica, perché la sua intelligenza, la sua cultura, il suo metodo rigoroso e la disciplina con cui affrontava sempre le cose, gli hanno consentito di diventare da subito un politico a tutto tondo.

Terminata l’esperienza senatoriale, Camerini portò tutto quel bagaglio, a quasi 80 anni, in seno al consiglio comunale di Trieste dove ancora oggi si ricorda competenza e serietà con cui affrontava le questioni della amministrazione triestina”.

Rojc aggiunge che Camerini “fu eletto senatore sotto il simbolo Ulivo, un simbolo e un progetto che sentiva affine alla sua natura di ‘cattolico di sinistra’, e fu un grande dispiacere e una delusione personale, una volta eletto, non trovare quel simbolo anche tra i gruppi parlamentari della XIII legislatura”.

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