25 Maggio 2019

Gentiloni: nazionalismo bestia da battere

Il 26 maggio facciamo sentire voce europeista

“Un buon risultato avrà un duplice significato: sarà un segnale all’Unione europea contro il nazionalismo, dal Paese dove è più forte, e sarà un passo verso la costruzione dell’alternativa. Il voto di domenica deve servire a dire basta all’interminabile guerra delle due forze di governo e dei due vicepremier”. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Paolo Gentiloni, che oggi a Trieste ha incontrato i cittadini e la stampa.

Dopo Trieste, Gentiloni ha chiuso la campagna elettorale a Udine, con un comizio in piazza San Giacomo. Nonostante la pioggia battente, sono state centinaia le persone che sono venute ad ascoltare l’ex premier e gli ultimi appelli dei candidati alle europee, Isabella De Monte e Furio Honsell.

Sul quesito in merito a possibili future alleanze con i 5Stelle, Gentiloni ha sgomberato il campo da ogni speculazione: “il Pd non si presterà a giochini parlamentari per tenere in qualche modo in piedi un Governo che ha portato l’Italia in queste condizioni. Abbiamo l’impegno di rivolgerci agli elettori che abbiamo deluso e – ha ribadito – dobbiamo tornare a coinvolgerli ma non abbiamo nessuna intenzione di salvare quelli che vogliono salvare soltanto le loro poltrone”.

Ripercorse le sanguinose tappe del Novecento in Europa, dall’attentato di Sarajevo all’Olocausto, Gentiloni ha indicato che “la bestia che è all’origine di tutte queste tragedie, delle dittature e delle guerre, è la bestia del nazionalismo. E noi non possiamo consentire che il progetto europeo dopo sessant’anni sia di nuovo minacciato e incrinato dal nazionalismo”.

Riferendosi a Trieste che “guarda da vicino ad altri Paesi, ad altre culture, a tradizioni diverse”, l’expremier ha affermato che “qui più che mai si capisce quanto l’Europa ci abbia dato in termini di pace e di collaborazione con i popoli a noi vicini”.
“Il 26 di maggio è un’occasione – ha puntualizzato Gentiloni – per dire che anche in Italia, dove pure il nazionalismo è al governo, si può far sentire una voce europeista, che in tutti i Paesi europei aspettano di sentire dall’Italia, perché fa pare della nostra storia e della nostra tradizione politica”.

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