2 Maggio 2020

Infermieri in fuga. Un’emergenza prevedibile

La Regione causa il problema, ma poi non lo risolve

Tanto tuonò che piovve. Non si può certo dire che sia una sorpresa l’abbandono del servizio da parte di nove infermieri su ventuno dell’ASP Scrosoppi di Tolmezzo, come quello dei due su sei infermieri che lasceranno la casa di riposo di Moggio, e quello di chissà quanti altri professionisti, regolari vincitori di concorso pubblico, che entreranno a fare parte del Servizio Sanitario Regionale.

Anche in questo caso si è evidenziata la mancanza di visioni strategiche della nostra amministrazione regionale.

Prima si sono procrastinate le necessarie assunzioni di personale sanitario negli ospedali e nei servizi pubblici territoriali per fare risparmio. Quel risparmio malato che ha portato per esempio, nel territorio dell’ Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale, alla chiusura di strutture di cura intermedia e di poliambulatori, mentre, scandalosamente, si prevedeva nel PAL aziendale l’assunzione di ben sette nuovi dirigenti amministrativi a fronte della diminuzione del personale amministrativo non dirigente.

Poi, una volta scoppiata l’ emergenza pandemia, si è cercato affannosamente di correre ai ripari con l’assunzione precipitosa di parecchie centinaia di infermieri senza tenere conto del fatto che nelle strutture per anziani della regione lavora un cospicuo numero di personale infermieristico che per svariati motivi, migliore qualità del lavoro, avvicinamento a casa, ecc. avrebbero potuto rispondere alla chiamata, lasciando sguarnite le case di riposo.

Così è successo, nonostante in innumerevoli occasioni i presidenti delle case di riposo allarmati avessero presentato all’Assessore alla salute il problema, anche tramite l’intervento di Federsanità ANCI regionale.

Adesso, nonostante le reiterate promesse dell’Assessore, i buoi sono scappati dalla stalla prima che sia stata trovata una soluzione accettabile.

Le case di riposo, già messe a dura prova, quando non tragicamente colpite, dal coronavirus, si ritrovano a non poter più garantire il servizio ai loro ospiti. Ospiti per troppi versi fragili, l’abbiamo visto e lo stiamo vedendo, che necessitano dell’attenzione assidua di personale dotato di specifiche competenze sanitarie, quali sono gli infermieri professionali.

Per la casa di riposo di Tolmezzo forse la prossima settimana sarà escogitata qualche soluzione estemporanea, ma per le altre? È forse pronta in qualche porto una nave ospizio, profumatamente pagata, per fare fronte anche a questa nuova emergenza?

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