Migranti: Serracchiani a Lamorgese, serve aiuto per i piccoli Comuni
Da Regione Fvg resistenza passiva a Governo e nessun supporto a territorio
“Il disagio di molti sindaci del territorio regionale per l’evoluzione della situazione connessa all’afflusso di migranti in Friuli Venezia Giulia, e segnatamente di minori stranieri non accompagnati” è al centro di una lettera inviata oggi dalla deputata Debora Serracchiani al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dopo i contatti avuti con alcuni sindaci di Comuni del territorio, quali Pradamano, San Giovanni al Natisone e Muggia.
“A fronte di questi fenomeni – scrive la parlamentare al ministro – Le chiedo che in via emergenziale le Prefetture competenti si attivino affinché il prima possibile siano effettuati trasferimenti per alleggerire soprattutto i piccoli Comuni, che devono far fronte a compiti per i quali non sono attrezzati”. Perché i Comuni, spiega Serracchiani, “soprattutto quelli di medie e piccole dimensioni non sono strutturati né hanno le competenze per prendersi in carico i minori stranieri non accompagnati, e nemmeno sono in grado di creare strutture, neanche provvisorie con tende da campo, per accoglierli e far fare loro la quarantena obbligatoria”.
La deputata chiede quindi “un immediato aiuto dal Governo, sia dal punto di vista economico che della creazione di protocolli precisi per la gestione di questi arrivi dalla rotta balcanica, altrettanto pesanti da affrontare quanto quelli che arrivano via mare”.
Riferendo delle “recenti rivolte nei centri di accoglienza e nel Cpr di Gradisca, e dei recentissimi esecrabili fatti criminosi che hanno coinvolto dei minori stranieri”, Serracchiani avvisa che “lo stato delle cose favorisce comportamenti, anche da parte di figure istituzionali, intesi a dare la più ampia eco mediatica alle effettive difficoltà” e sottolinea “la vera e propria resistenza passiva svolta dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che, pur avendo competenza primaria sugli Enti Locali e sulla Sanità, non svolge alcun ruolo di supporto e anzi è il primo soggetto istituzionale a cercare profitto di consenso da una situazione oggettivamente complessa”.