21 Ottobre 2020

Non è finita

Domina l’incertezza, che per l’economia è addirittura peggio della recessione. In recessione sappiamo almeno cosa fare, nell’incertezza no. Dopo la pausa estiva, la ripresa del virus ci coglie meno di sorpresa ma ci scopre più stanchi e più fragili, e con tutti gli antichi vizi addosso. Anche il FVG vive questa atmosfera e la diminuzione dei consumi, il calo dei traffici portuali e del flusso delle merci, la riduzione di domanda globale per molti prodotti (ad esempio per alcuni comparti di beni del gruppo Electolux), ci riportano con i piedi per terra: non è andato tutto bene e non è finita. Non basteranno spot e propaganda.

In una situazione come questa possiamo tollerare, conformarci e prendere parte al danno aggiuntivo che può derivare da un uso “politico”, “elettorale”, della crisi sanitaria, economica e sociale che il mondo sta sperimentando? Può essere tollerato, ad esempio, che negli USA si rimandino provvedimenti indispensabili per il sostegno dell’economia americana e mondiale, cioè per la vita di milioni di persone in carne ed ossa, per calcoli di posizionamento elettorale? Che si tratti da idiota il professor Fauci, uno dei massimi virologi a livello mondiale, perché non è funzionale all’immagine che dell’America vuol dare uno dei candidati alle presidenziali?

Veniamo in Italia. Per quanto si può ritardare la chiusura di contratti collettivi che si devono firmare? Per quanto, in nome di calcoli politici e interessi leaderistici personali, si possono rinviare scelte da assumere subito? Penso a quanto sta accadendo in Confindustria con le aziende del settore alimentare o di quello metalmeccanico. Penso a Salvini, che di fronte a quanto sta tragicamente riaccadendo in Lombardia, vuol dettare i tempi dell’emergenza al presidente Fontana. E guardiamo al Friuli Venezia Giulia. Qui Fedriga non riesce a svolgere la funzione che un presidente dovrebbe perseguire in momenti così duri: tenere insieme, coinvolgere, unire la Regione e le energie per rispondere ai problemi. Per non toccare equilibri e per non aprirsi al confronto anche con le opposizioni, accumula ritardi, con i provvedimenti per l’economia e le imprese continuamente e incredibilmente rinviati. Fedriga assiste inerme a ritardi incomprensibili sui trasporti pubblici locali, non esprime alcuna linea strategica, non avanza alcuna proposta trasparente sul Recovery Fund. Fedriga cincischia sdoppiandosi sull’orientamento sul Mes, sul cui utilizzo riesce contemporaneamente a dire di sì e di no, non fornisce informazioni e dati verificabili sull’impatto reale di alcuni benefici fiscali generalizzati, mentre la crisi e la limitatezza delle risorse imporrebbe a tutti i livelli rigidi criteri di priorità e trasparenza nella distribuzione dei sostegni. Opacità anche sui volumi degli strumenti finanziari e delle risorse reali ricevuti dallo Stato, che mantiene i suoi impegni verso la nostra Regione e soprattutto i nostri Comuni. La recriminazione ed il vittimismo contro il Governo sono la costante di una legislatura che arriva ormai al giro di boa, senza risultati apprezzabili sul piano delle realizzazioni e delle riforme. Fedriga ha piegato al grigiore della decadenza lo spirito innovativo ed autonomistico

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