10 Dicembre 2009

Non c’è settore in cui la Regione non abbia fatto dei passi indietro

Alla luce dei dati della crisi che colpisce così tante famiglie ed imprese risultano penose le promesse elettorali che Silvio Berlusconi, Renzo Tondo e Alessandro Ciriani hanno distribuito a piene mani e non mantengono.

La prossima primavera i cittadini di Barcis, Caneva, Claut, Montereale, Travesio saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco e rinnovare i consigli comunali. In tutti i comuni ci sono le condizioni per una positiva affermazione del Centrosinistra. L’Assemblea ritiene che in ogni comune chiamato alle urne il Partito democratico debba operare per proporre coalizioni chiaramente individuabili come alleanze di Centrosinistra e in grado di estendere il proprio ambito anche oltre i confini tradizionali dell’alleanza.

La giunta regionale di Renzo Tondo sta dando cattiva prova, in maniera persino più accentuata di quanto non si potesse immaginare al momento del suo insediamento. L’azione di governo è estranea a qualsiasi proposito di riforma e manifesta gravi problemi anche sul versante della ordinaria amministrazione. Più in generale si tratta di un esecutivo ostaggio delle spinte più oltranziste e xenofobe della Lega Nord. I risultati della prima fase di governo della coalizione regionale di Centrodestra mettono invece in luce il valore del riformismo dei cinque anni della giunta e della coalizione di Intesa Democratica che hanno governato il Friuli Venezia Giulia dal 2003 al 2008.

Economia, occupazione, sanità, immigrazione, educazione e formazione professionale, innovazione, infrastrutture, enti locali, protezione civile, relazioni internazionali, entrate regionali e politica del bilancio: non c’è settore in cui la Regione non abbia fatto dei passi indietro rispetto alla precedente esperienza di Intesa Democratica.

E’ allarmante la politica della Giunta Regionale per gli enti locali. La Giunta Regionale di Intesa Democratica garantì il mantenimento dei trasferimenti a favore di comuni e province anche in presenta del calo delle entrate del bilancio della Regione, la Giunta di Centro Destra penalizza gli enti locali con tagli molto consistenti dei trasferimenti che si tradurranno in una minore tutela dei cittadini e famiglie perché la spesa dei comuni è prevalentemente finalizzata al Welfare.

Il dato è addirittura allarmante per la provincia di Pordenone che soffre per il fatto di non essere adeguatamente rappresentata in Giunta regionale e maltrattata in ogni occasione.

La vicenda dell’ospedale di Pordenone è emblematica. Il Centrodestra ha avuto il coraggio di annunciare in maniera trionfalistica di avere recuperato novanta milioni nel bilancio regionale per costruire un ospedale che dichiara già costerà centottanta rispetto ai centoventi di qualche mese fa, ma che i bene informati sanno già costare duecentoquaranta. Il resto del costo, dicono PDL e Lega, verrà pagato, miracolisticamente, ricorrendo alla finanza di progetto che non è una parola magica ma, in parole povere, vuol dire che avremo un ospedale privato in cui una parte molto importante delle prestazioni sanitarie saranno privatizzate insieme a servizi di largo impatto sul pubblico. Per esempio i parcheggi per il personale e per i famigliari in visita ai degenti saranno a pagamento.

Il Partito Democratico ribadisce la sua totale contrarietà ad ogni ipotesi di privatizzazione dell’ospedale di Pordenone che ha e avrà un ruolo centrale nell’offerta sanitaria di tutta la provincia. L’ospedale di Pordenone deve essere completamente pubblico perché solo in questo modo si assicura una adeguata tutela della salute dei cittadini. L’ospedale di Pordenone deve essere tutto pubblico esattamente come Renzo Tondo, PDL e LN garantiscono nei casi di Udine e Trieste. L’atteggiamento di Tondo e i suoi alleati verso la provincia di Pordenone è inaccettabile. Il PD invita tutti i propri esponenti a mobilitarsi contro la privatizzazione dell’ospedale di Pordenone.

I fatti testimoniano la necessità che il Partito democratico costruisca da subito, per il 2013, l’alternativa di governo al Centrodestra che guida la Regione. E’ urgente che il Pd del Friuli Venezia Giulia definisca già ora la sua strategia evitando l’errore di anteporre l’indicazione del candidato presidente della Regione alla definizione del programma con cui il Partito si prefigge di costruire una autorevole coalizione in grado di vincere le elezioni e poi anche la sfida del governo. Mettere il carro davanti ai buoi significa ridurre le probabilità di vittoria. Il primo passo è invece il programma su cui si decidono chi sono gli alleati sulla base di un credibile patto di governo per le riforme, poi da ultimo viene la scelta condivisa con la coalizione del candidato presidente. Deve trattarsi della persona più adatta a vincere.

Pordenone, 9 dicembre 2009.

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