20 Giugno 2018

Rojc: Una Sinistra più coraggiosa

“Parliamo più lingue, amiamo l’Italia, l’Europa e i grandi ideali di cui fu madre: non li scambiamo con ruspe e pulizia etnica

La senatrice Tajana Rojc (FOTODAMJ@N)

In questi giorni sembra che nulla possa fermare quest’onda di rabbia, esasperazione e montante intolleranza. Un’onda fatta crescere da politici astuti che hanno trovato le parole d’ordine per innescare paure e rancori, da media che si sono trovati tra le mani un prodotto che si vendeva bene: il pericolo, l’allarme, la rotta balcanica, l’invasione, la fine della civiltà occidentale. E che oggi, come sempre, inseguono chi in questo momento gode del favore popolare.

Il pericolo vero, però, è un altro: è l’abbandono, il senso di sconforto e di resa che potrebbe cogliere anche chi finora ha propugnato la necessità di vedere le cose in un altro modo, di trovare soluzioni che non fossero la costruzione di muri, il carcere, la schedatura. Certo, la sinistra si è svegliata tardi, ha le sue colpe, anche profonde. E oggi mi chiedo dove sono gli intellettuali che solo pochi anni or sono s’indignavano, stilavano appelli o minacciavano di andare all’estero se… Mi sembra anche di non sentire forte come un tempo la voce dei sindacati.

Questo è il momento in cui deve emergere la differenza, in cui tocca a noi evidenziare senza timidezza e, anzi, a voce alta, la strada sbagliata che la maggioranza politica ha cominciato a percorrere. Una strada sbagliata non solo perché calpesta i valori di solidarietà, convivenza, uguaglianza, che hanno contato nella nostra storia, ma perché ci porta verso risultati contrari alle speranze accese oggi nei cittadini. Un Paese che fa politica estera con i profughi, che tratta senza rispetto i vicini, che minaccia gli alleati, che strizza l’occhio agli autocrati e ai dittatori, un Paese pronto a mettere dazi e a rinunciare alla progressività della contribuzione fiscale, che promette sostegno agli evasori, che non ha una politica industriale e promette sussidi invece della dignità del lavoro. Staremo meglio fuori dall’euro, in un contesto antieuropeo?

Anche se ora i sondaggi sembrano dire che ha ragione Salvini, la sinistra ha un dovere: non perdere coraggio ma anzi essere più coraggiosa e determinata. Perché l’erosione dei diritti avviene in modo impercettibile, subdolo e tollerato. Intanto è stato gettato il seme del dubbio: si può fare una schedatura etnica di cittadini italiani. Sarebbe tanto diverso dire che si possono schedare i musulmani? E poi chi? le coppie senza figli, i single, i gay? In Friuli Venezia Giulia, terra multietnica e multiculturale, abbiamo avuto, nel passato, l’esempio sanguinoso di cosa voglia dire calare nella realtà, nella vita delle famiglie, il motto “Prima gli italiani”.

Ora siamo all’opposizione: ma non possiamo rimanere muti, non possiamo essere irresponsabili, non lo siamo mai stati. Parliamo più lingue, amiamo l’Italia, l’Europa e i grandi ideali di cui fu madre: non li scambiamo con ruspe e pulizia etnica.

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