10 Maggio 2010

Il “collegato lavoro” ed i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici

Le principali correzioni:
1) l’arbitrato secondo equità, via alternativa al ricorso al giudice nelle controversie individuali di lavoro, è stato riavvicinato al principio europeo dell’ “arbitrato secondo diritto”. La revisione prevede che la decisione dell’arbitro debba rispettare non solo i principi generali dell’ordinamento, limite troppo generico, ma “i principi regolatori della materia, anche derivanti da obblighi comunitari”. La soluzione approvata è, tuttavia, ambigua ed insoddisfacente. Il Pd ha proposto di confinare la decisione dell’arbitro entro le disposizioni di legge a tutela dei diritti fondamentali del lavoratore e della lavoratrice e di lasciare invece all’arbitro l’interpretazione e l’applicazione delle norme del contratto di lavoro.
2) L’accettazione della clausola compromissoria, ossia la “libera scelta” da parte del lavoratore dell’arbitrato in alternativa al giudice del lavoro, prima prevista all’atto dell’assunzione, ora viene collocata dopo il periodo di prova o, comunque, dopo 30 giorni dalla firma del contratto di lavoro. La revisione ha, inoltre, previsto l’assistenza di un legale di fiducia o di un rappresentante sindacale nella definizione della clausola compromissoria. È un passo avanti importante, ma siamo ancora lontani dalla previsione della clausola compromissoria al momento dell’insorgere del contenzioso.
3) La clausola compromissoria, prima senza confini, ora viene eliminata per le controversie riguardanti i licenziamenti. In altri termini, l’emendamento dà attuazione legislativa all’avviso siglato dalle parti sociali per escludere l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori dall’ambito dell’arbitrato. La correzione è certamente utile, ma insufficiente in quanto rimangono a rischio altri diritti fondamentali del lavoratore e della lavoratrice (orari di lavoro, sicurezza, ferie, retribuzione, ecc).
4) Il potere del Ministro del lavoro di decidere in ultima istanza sulla regolazione dell’arbitrato, in assenza di accordo tra le parti sociali, viene soltanto rinviato e parzialmente attenuato. Per una materia così delicata, la proposta del Pd prevedeva, invece, l’eliminazione dell’intervento del Ministro.
Nonostante le positive modifiche recepite, il “Collegato lavoro” continua ad essere un provvedimento negativo per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
In particolare, per i seguenti punti:
1) Il ridimensionamento delle procedure e delle sanzioni per il contrasto del lavoro sommerso.
2) La possibilità di certificare clausole contrattuali derogatorie rispetto ai contratti nazionali di lavoro e di ammettere ai negoziati ed agli accordi derogatori dei CCNL sindacati con rappresentatività esclusivamente territoriale.
3) la penalizzazione delle lavoratrici a causa della restrizione delle condizioni per la concessione dei contratti part-time nelle pubbliche amministrazioni; il superamento dei “Comitati per le pari opportunità”, sostituiti da organismi dedicati genericamente al “benessere lavorativo”; la revisione restrittiva della normativa in materia di permessi per assistenza a persone non autosufficienti, aspettative e distacchi.
4) l’abbassamento a 15 anni dell’obbligo di istruzione e l’affidamento ai percorsi di apprendistato senza garanzie di formazione per l’espletamento dell’ultimo anno di diritto-dovere di istruzione.
5) La cancellazione della responsabilità penale verso i lavoratori esposti all’amianto negli aeromobili e nel naviglio d Stato.
6) La lesione dei diritti di lavoratori e lavoratrici con contratto di collaborazione coordinata e continuativa con procedimenti giudiziari in corso per la reintegraizone al lavoro.
7) L’ulteriore dilazione dei termini di esercizio della delega sui lavori usuranti, sulla riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per l’impiego, dell’apprendistato e delle misure per favorire l’occupazione femminile. In conclusione, il Pd è favorevole al potenziamento dell’arbitrato per la risoluzione delle controversie di lavoro, ma in un quadro regolativo di tipo europeo, ispirato all’ “arbitrato secondo diritto”. Pertanto, nonostante le positive modifiche introdotte su sollecitazione del Presidente della Repubblica, il Pd rimane contrario al Collegato lavoro e, più in generale, alla politica del lavoro portata avanti dal Ministro Sacconi, aspetto di una politica economica inadeguata ad affrontare i problemi strutturali dell’Italia. Il Pd auspica che le parti sociali, alle quali il Collegato lavoro rinvia la regolazione collettiva dell’arbitrato, stabiliscano con chiarezza le materie di natura contrattuale sulle quali esso potrà esercitarsi.
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