3 Marzo 2008

Il Programma di Intesa Democratica

Intesa Democratica ha proposto un progetto di sviluppo e di equità in cui ciascuno potesse trovare occasione di crescita per le proprie aspirazioni, nella consapevolezza che tutti erano posti di fronte a una grande sfida collettiva: la necessità di tornare a credere nel futuro, premessa per incamminarsi di nuovo lungo la strada dello sviluppo e del miglioramento della qualità della vita.

L’impegno è stato mantenuto. La coalizione di Intesa Democratica ha iniziato la sua esperienza di
governo in una situazione di sostanziale stagnazione economica. Oggi il tasso di crescita del Friuli
Venezia Giulia è ben al di sopra della media nazionale, il tasso di occupazione è ai massimi storici e il
lavoro è cresciuto non solo in quantità, ma anche in qualità. La laboriosità, la tenacia e la creatività dei
lavoratori e degli imprenditori è stata sostenuta e incoraggiata a esplorare i percorsi dell’innovazione.
Oggi siamo maggiormente consapevoli delle nostre capacità, sappiamo di nuovo guardare avanti con
coraggio, persino con ambizione.
Intesa Democratica ha condotto con determinazione e successo una battaglia importante affinché le
imposte pagate in Friuli Venezia Giulia rimanessero in regione, a beneficio dei nostri cittadini, pur in
un quadro di doverosa solidarietà nei confronti della comunità nazionale. Queste risorse sono state
spese bene: per migliorare la sanità, per progetti di inclusione sociale affinché tutti, donne, uomini,
famiglie, giovani, anziani, possano godere pienamente e con dignità della propria cittadinanza, anche
chi è giunto qui nella speranza di un lavoro, di una vita dignitosa, di un destino migliore per i propri
figli. Affinché tutti possano vivere con sicurezza il proprio presente e guardare con fiducia alle
opportunità del futuro.
Intesa Democratica ha saputo insomma definire con chiarezza una rotta e un porto d’approdo, ha
governato con determinazione, unità d’intenti e rispetto per le aspirazioni della comunità regionale.
Intesa Democratica ha saputo rimettere in moto il Friuli Venezia Giulia, tirare fuori la regione dalle
secche in cui si era incagliata. A dirlo sono prima di tutto i dati sulla crescita, incontestabili.
Ma c’è ancora da fare.
I risultati sin qui conseguiti devono essere consolidati, costantemente adattati a uno scenario globale in
cui non mancano turbolenze e difficoltà, uno scenario in cui è spesso difficile orientarsi. Occorre
dunque fermezza, ma anche flessibilità per adeguarsi ai cambiamenti, per non subirli. Forti della nostra
esperienza, con la credibilità dei risultati che abbiamo raggiunto, sicuri della validità del nostro
progetto ci candidiamo dunque a governare per altri cinque anni il Friuli Venezia Giulia.
Un progetto che si propone di proseguire sulla strada del miglioramento della qualità della vita per tutti
i cittadini del Friuli Venezia Giulia, il che significa ulteriore sviluppo sostenibile dal punto di vista
ambientale e sociale, più profonda coesione e inclusione sociale. Un progetto capace di aprire ancora di
più il Friuli Venezia Giulia al mondo esterno, all’Euroregione e all’Europa, nella consapevolezza della
forza della propria identità e delle proprie radici.
Nelle pagine che seguono, con la chiarezza e concretezza che ci ha sempre contraddistinto, indichiamo
il percorso programmatico per consolidare, irrobustire ed equilibrare i tre fondamentali pilastri su cui si
fonda la vita di ogni comunità. I motori del cambiamento li abbiamo già messi a punto in cinque anni
di governo, e hanno già dimostrato la loro efficacia: sono l’innovazione e la ricerca, l’educazione e la
formazione, la semplificazione e la qualità delle nostre istituzioni e della Pubblica amministrazione.
Non si tratta che di proseguire con convinzione una strada già intrapresa con successo.
C’è ancora da fare, sappiamo cosa fare.
Sono sicuro che nella trama e nell’ordito dei progetti, degli obiettivi, delle proposte del nostro
programma ciascuno potrà ritrovare una comune idea di futuro, una comune speranza.
Riccardo Illy
                                                                                                             2
Traguardo       Sviluppo economico e competitività
FVG 2008
                Lo sviluppo economico e la crescita della competitività continuano a rappresentare una delle sfide
Le idee guida
                principali per la nostra regione. Uno sviluppo che è visto come premessa indispensabile per garantire il
                benessere della comunità e un elevato livello di coesione sociale. La strategia è quella, già
                sperimentata, di consolidare, migliorare e sfruttare i nostri vantaggi competitivi: la grande tradizione
                di alcuni distretti produttivi, la multiculturalità, la posizione geopolitica, la presenza di grandi
                istituzioni scientifiche, il know-how tecnologico, l’alto livello di istruzione, la cultura del design, la
                ricca biodiversità, un ambiente in gran parte ben conservato. Proprio uno sviluppo che sfrutti in
                maniera intelligente le fonti di energia, investendo con convinzione in quelle rinnovabili, e che faccia
                dell’armonia con l’ambiente la sua cifra distintiva rappresenta il modello cui tendere con convinzione e
                che intendiamo concretizzare attraverso l’obiettivo estremamente ambizioso, e sul quale andranno
                concentrate adeguate risorse finanziarie, di far si che almeno il 25% delle aziende con più di 10
                dipendenti insediate in Regione conseguano la certificazione ambientale entro il prossimo
                quinquennio. La politica del buon lavoro, e della sicurezza sul lavoro (secondo la logica di intervento
                recentemente definita in occasione della redazione del codice contratti) dovrà rimanere il cardine degli
                interventi in campo occupazione, mentre la prassi della concertazione e promozione di rapporti
                positivi tra le parti andrà ulteriormente perseguita e ampliata. Le idee guida dell’attività di governo
                saranno pertanto:
                      1. sviluppo economico con crescita dell’occupazione, competitività, produttività, innovazione,
                           internazionalizzazione, nella logica di un positivo Bilancio Ecologico;
                      2. aiuti selettivi all’imprese al fine di sostenerne la crescita dimensionale, favorirne la
                           certificazione ambientale, la capacità di innovazione, di penetrazione in nuovi mercati, il
                           radicamento in zone sino ad ora considerate svantaggiate, favorendo una politica del
                           riequilibrio degli insediamenti e di un attento uso del territorio (territori rurali, aree industriali
                           dimesse, aree urbane);
                      3. adeguamento infrastrutturale, colmando il gap di comunicazione tangibile e intangibile che
                           attualmente caratterizza il territorio regionale, con scelte economicamente efficienti e
                           ambientalmente sostenibili;
                      4. promozione del brand FVG sostenendone le caratteristiche di eccellenza nel design,
                           nell’innovazione, nella qualità e nel rispetto ambientale;
                      5. promozione di prodotti e servizi per il turismo fondati sull’eccellenza delle nostre risorse
                           naturali, investendo nel loro mantenimento e creando occasioni di "buon lavoro" a livello
                           diffuso sul territorio e in sintonia con le vocazioni e le tradizioni locali.
FVG 2013
Le nuove azioni
                        Il FVG è una delle regioni europee più ricche e benestanti e come altre deve misurarsi con una
Attrezzarsi per
                        competizione crescente e globalizzata. Nella competizione globale è inclusa anche quella con i
competere
                        paesi diventati da poco membri dell’UE le cui economie crescono a ritmi sostenuti e favoriti da
                        un regime di aiuti comunitari che il FVG non può sperare e da una produzione legislativa assai
                        meno stratificata e vincolante.
                        Bisogna lavorare per superare i fattori di debolezza del sistema paese con lo scopo di mantenere
                        e migliorare il reddito pro capite, il buon lavoro e i margini per politiche di redistribuzione.
                        Semplificare il rapporto con la pubblica amministrazione, dare certezza di riferimento normativo
                        e di tempi di risposta è diventata un’esigenza imprescindibile per le imprese. Esigenza alla quale
                        si dovrà dare risposta con uno sforzo straordinario di razionalizzazione, armonizzazione e
                        riduzione del quadro legislativo e regolamentare, riducendo i costi "del fare impresa" di almeno
                        il 25%, in sintonia con quanto previsto dai più recenti indirizzi comunitari.
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                     Una Holding al servizio dello sviluppo
Il ruolo di Friulia
Holding              Friulia Holding dovrà ulteriormente affermare la sua vocazione di strumento dinamico e
                     flessibile a servizio delle imprese e dell’economia regionale, garantendo un trend costante di
                     crescita negli standard di servizio sia attraverso il consolidamento delle attività avviate con la
                     costituzione in Holding, sia sostenendo progetti industriali innovativi e offrendo nuovi servizi
                     alle imprese.
                     Quanto ai nuovi servizi, si propone la creazione di una nuova società del gruppo che offra un
                     servizio di informazione e consulenza, completo e di alta specializzazione, a chi vuole investire
                     e fare impresa in FVG (riprendendo l’esperienza dell’Austrian Business Agency, l’ufficio di
                     consulenza del governo austriaco per gli investitori stranieri).
                     L’incoraggiante avvio del Fondo AlAdInn permetterà a breve di valutare l’effetto moltiplicatore
                     che le risorse messe a disposizione sono in grado di innescare. Dovranno pertanto essere
                     garantiti costanti afflussi di risorse, che a regime saranno garantite dalla rotazione degli
                     investimenti, ponendosi lo sfidante obiettivo di mantenere un livello del 100% di sostegno ai
                     progetti supportati da adeguati e credibili piani di fattibilità. Il fondo dovrà, nel corso del
                     prossimo quinquennio, raddoppiare il volume delle risorse raccolte e garantire non solo
                     adeguato sostegno finanziario ma rivestire anche il ruolo di "accompagnatore" e diffusore della
                     cultura del rischio imprenditoriale e di un approccio managerialmente adeguato allo sviluppo del
                     business.
                     Friulia dovrà assistere l’Amministrazione nella definizione di un moderno Fondo Pensioni
                     Regionale Aperto a partire dal Comparto unico e dal pubblico impiego regionale, fondo che sia
                     in grado di garantire sia una sicura e adeguata rendita ai lavoratori in quiescenza, sia la
                     disponibilità di consistenti volumi di risorse da utilizzare per lo sviluppo del territorio regionale;
                     creando così un circuito virtuoso in cui il lavoro passato pone le condizioni per nuovo lavoro in
                     futuro.
                     1. Politiche economiche
Aiuti e Servizi alle
imprese              In questo settore è stato fatto molto in continuità con l’approccio trasversale già adottato per lo
                     sviluppo strategico delle imprese del FVG. Sarà necessario rafforzare e sviluppare ulteriormente
                     (anche grazie all’utilizzo dei fondi strutturali per il periodo di programmazione 2007/2013) le
                     linee di intervento sullo sviluppo strategico e la crescita dimensionale delle P.M.I. (in particolare
                     LR 4/2005) e le politiche di sostegno agli investimenti da parte delle imprese.
                     Più in particolare, compatibilmente con i regolamenti comunitari di prossima emanazione in
                     materia ambientale, andranno rafforzate e sviluppate ulteriormente le azioni trasversali di
                     incentivazione che riguardano il contenimento delle emissioni in atmosfera e di risparmio
                     energetico anche attraverso le integrazioni di filiera (Sabatini regionale, varie linee di
                     finanziamento), da realizzare principalmente attraverso il costante e completo finanziamento
                     delle domande pervenute entro il termine massimo di 12 mesi.
                     Va accompagnato inoltre con attenzione lo sforzo di investimento delle imprese, perseguendo
                     l’obiettivo del 100% di soddisfacimento delle richieste (Sabatini regionale).
                     Particolarmente importante sarà lo sviluppo delle infrastrutture a servizio delle imprese e lo
                     sviluppo dei rapporti tra enti di ricerca e sistema imprenditoriale attraverso il sostegno ai
                     consorzi per lo sviluppo industriale, agli incubatori d’impresa e ai parchi scientifici e
                     tecnologici, con l’obiettivo di realizzare entro il 2010 il disegno di razionalizzazione già previsto
                     con la LR 4/2005.
                     Parallelamente va mantenuto e ulteriormente sviluppato il supporto ai cluster territoriali,
                     rappresentati tanto dai distretti industriali quanto dai gestori di zone industriali e dagli incubatori
                     d’impresa.
                     Anche sul tema dell’innovazione e della ricerca occorre sviluppare ulteriormente le potenzialità,
                     già ben espresse in questi ultimi anni, degli strumenti recentemente approvati per tutti i settori
                     produttivi in esecuzione della nuova legge sull’innovazione (L.R. 26/2005) e in continuità con
                     quanto già intrapreso sin dalla LR 47/78 nei confronti delle imprese industriali, sia attraverso
                     l’assegnazione di risorse finanziarie, sia attraverso iniziative di sensibilizzazione e diffusione
                     della cultura dell’innovazione quali il Premio Innovazione, InnovAction, iniziative editoriali.
                     Va infine perfezionato e sviluppato il progetto "Impresafutura", cioè lo sportello unico
                     all’impresa, sia attraverso il completamento della copertura territoriale del servizio, sia
                     attraverso l’immissione dei nuovi servizi on line all’impresa che verranno predisposti e rilasciati
                     da Friulia.
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2. Commercio e terziario.
Nel corso della legislatura precedente è stata messa a punto una legislazione all’avanguardia e
chiara sugli insediamenti della grande distribuzione che ha permesso un’adeguata accessibilità a
tutti cittadini e ha evitato pericolose indiscriminate proliferazioni di centri commerciali.
Va ora ulteriormente sostenuta la qualificazione della piccola e media distribuzione, non si deve
dimenticare che i piccoli negozi non hanno soltanto una funzione economica, ma si fondano su
una rete di relazioni sociali, con la loro prossimità nei confronti dei cittadini (si pensi agli
anziani o ai disabili), svolgendo anche un’importante funzione sociale di presidio e di controllo
di un territorio urbano che altrimenti rischia di essere desertificato.
Da questo punto di vista la piccola e media distribuzione, e in particolare i piccoli negozi
collocati nei centri storici, ma anche nelle periferie, rappresentano le "luci della città": la
illuminano e la rendono vivibile. Per questo devono essere aiutati a operare e a qualificarsi, al
servizio del territorio, dei cittadini e dei turisti.
Una delle azioni più importanti della prossima legislatura è mirata, anche attraverso l’utilizzo
dei fondi strutturali e statali a ciò dedicati, alla rivitalizzazione dei centri urbani e delle relative
attività del commercio, dei servizi e artigianali in un’ottica di sviluppo sostenibile della qualità
della vita urbana (LR 29/2005 art. 86).
Vanno inoltre sviluppate e rafforzate nella medesima ottica le politiche di sviluppo dei servizi di
prossimità a tutela delle fasce più deboli della popolazione e della rete del piccolo commercio e
dei servizi alla persona con particolare riguardo alle località prive o quasi di rete di distribuzione
commerciale (LR 29/2005 art. 88).
In particolare in questi settori va potenziato il sostegno al nuovo canale di finanziamento relativo
a ricerca e innovazione.
Nel previsto aggiornamento del Piano della grande distribuzione vanno equilibratamente
perseguiti gli obiettivi di sviluppo efficiente della grande distribuzione e di mantenimento di una
diffusa e competitiva rete di piccola e media distribuzione volta al miglior servizio nei confronti
del cittadino/consumatore.
3. Artigianato e cooperazione
In tali specifici settori, unitamente alla semplificazione normativa già avviata e che va
ulteriormente perseguita, l’obiettivo primario è il consolidamento e lo sviluppo delle politiche a
supporto dell’artigianato e della cooperazione attraverso il finanziamento delle varie forme di
sostegno previste dai rispettivi Testi Unici.
Particolare attenzione dovrà essere posta allo sviluppo di collaborazioni e di progetti integrati
nelle zone a minore concentrazione abitativa e a particolare vocazione turistica.
4. Agricoltura, pesca, silvicoltura.
La Regione, riconoscendo la vocazione rurale del territorio regionale, deve promuovere il ruolo
dell’agricoltura quale strumento per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la crescita
dell’intera comunità regionale.
Gli imprenditori agricoli professionali devono avere prioritario accesso alle linee di bilancio e
devono essere previsti strumenti di sostegno per i giovani imprenditori. Vanno inoltre potenziate
le forme di sostegno finanziario per la razionalizzazione degli assetti gestionali delle imprese,
per la gestione dei rischi di impresa e per la promozione della diversificazione dell’economia
rurale.
La diversificazione dell’economia rurale non significa solo diversificazione dei prodotti, ma
anche sviluppo delle attività connesse a quelle agricole, con particolare riguardo alle attività
turistiche, didattiche e di fruizione paesaggistica, e alla produzione di energia da fonti agricole
rinnovabili.
Nell’ambito della promozione delle produzioni di qualità va promossa l’adozione di sistemi di
tracciabilità.
Va sostenuto lo sviluppo della cooperazione, dell’associazionismo fra imprese e soprattutto delle
filiere, dando priorità alle filiere corte (dal produttore al consumatore), a quelle agroenergetiche
e a quelle finalizzate alla diffusione dei prodotti no food o di eccellenza.
Si propone inoltre di adottare modalità innovative di accesso ai contributi pubblici,
privilegiando, al posto delle tradizionali domande per interventi specifici, la proposizione di
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             progetti di sviluppo dell’impresa, della filiera e del territorio. In questo modo sarà valorizzata la
             capacità progettuale di un’impresa, di un gruppo di imprese o di un sistema rurale locale,
             assicurando un adeguato sostegno finanziario agli interventi conformi alle linee di indirizzo
             strategico delle politiche agricole regionali.
             5. Agroalimentare
             Il settore agroalimentare già si sta configurando come uno dei cluster di eccellenza della regione
             FVG, dove agricoltura, lavorazione industriale e artigianale possono sviluppare le filiere
             esistenti, crearne nuove, realizzare significative sinergie di filiera per realizzare prodotti di
             altissima qualità. Gli obiettivi saranno:
                  – Favorire la creazione di filiere agro-alimentari specializzate e di qualità.
                  – Sviluppare poli di eccellenza "esportabili" in fasi critiche delle filiere.
                  – Sviluppare e commercializzare produzioni biologiche, autoctone e di prodotti tipici.
             Lo sviluppo di un settore agroalimentare di alta qualità può saldarsi inoltre con lo sviluppo di
             iniziative di sviluppo turistico del territorio.
             E’ quindi particolarmente importante che siano sviluppate sinergie di marketing e di
             commercializzazione, in particolare sui mercati esteri.
             Il Marchio FVG
Il brand FVG
             Il FVG deve sempre più caratterizzarsi per un’economia ad altissimo valore aggiunto per qualità
             dei propri prodotti. Notevole è stato nel corso degli ultimi tempi lo sforzo fatto non solo per
             sostenere e diffondere una cultura dell’eccellenza, ma anche per favorire l’identificazione dei
             nostri prodotti, attraverso un importante lavoro di messa a punto di marchi e di branding di
             prodotti. Lo sforzo fatto per la promozione dell’immagine e del Brand FVG dovrà essere
             continuato con determinazione attraverso non solo il diretto intervento della Regione, ma anche
             e soprattutto grazie alle iniziative delle sue aziende e agenzie (in primis Turismo FVG, ERSA,
             Promotour, ecc.).
             E’ importante quindi che tutte le politiche di incentivazione e sostegno alla certificazione dei
             prodotti, alla brevettazione e all’acquisizione di marchi, siano coordinate, finanziate e promosse
             nei confronti delle imprese assieme a quelle dell’innovazione e della ricerca, in particolare di
             nuovi prodotti e materiali. Vanno quindi promossi a tutto campo:
                  – marchi di qualità nel settore agroalimentare (DOC, DOP, IGP, SGT), garantendone una
                       chiara identificazione ed evitando un’eccessiva proliferazione che finisce, di fatto, con
                       il renderli non percepibili;
                  – marchi e certificazione dei prodotti e dei sistemi di produzione nel settore ambientale;
                  – brevettazione;
                  – innovazione di prodotto;
                  – adozione di politiche qualificate di marketing.
             Solo così si può creare un brand FVG sinonimo di qualità che consenta ai prodotti FVG di
             affrontare la sfida dei mercati europei ed esteri.
             Le priorità d’azione in un settore tanto importante per l’economia e la società regionale sono le
Turismo
             seguenti:
                  – ulteriore consolidamento e professionalizzazione di Turismo FVG (in particolare per la
                       promo-commercializzazione del prodotto turistico FVG) con l’obiettivo di una crescita
                       quanti/qualitativa del comparto turistico in ciascun anno del quinquennio al di sopra
                       della media nazionale;
                  – definizione e costante aggiornamento di un modello di valutazione degli effetti
                       moltiplicatori del reddito generati dagli interventi di maggior rilievo:
                  – vanno definite e sostenute le più opportune forme di intervento speciale per la strategia
                       turistica delle località di Grado (turismo termale e congressuale) e di Lignano,
                       sviluppando piani di eccellenza turistica seguendo i modelli certificati in Europa per
                       migliorare la competitività e l’attrattività di entrambe le destinazioni turistiche;
                  – vanno ulteriormente sostenute tutte le iniziative di valorizzazione del territorio come
                       destinazione di un turismo responsabile e attento ai valori dell’ambiente e della cultura,
                       in questa logica l’incremento quali/quantitativo e della visibilità dell’agriturismo
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                                riveste il carattere di grande priorità;
                           – prosecuzione della politica di sensibilizzazione e investimento per il miglioramento dei
                                servizi e delle attrezzature turistiche al fine di rispondere a richieste della clientela di
                                target anche molto elevato. In questo ambito entro il 2013 va raggiunto l’obiettivo
                                dell’incremento del 30% dei posti letti in 4 e 5 stelle, un incremento del turismo short
                                break del 15% e del 20% del turismo congressuale.
                      Le destinazioni montane, dove sono stati realizzati consistenti investimenti infrastrutturali,
                      vanno ora completate con la dotazione di posti letti necessaria a supportare la richiesta, con
                      l’obiettivo del raddoppio della capacità di ospitalità attuale, favorendo in particolare le iniziative
                      di albergo diffuso, che hanno già dimostrato di avere un impatto particolarmente positivo sul
                      tessuto dei piccoli centri montani e il Bed & Breakfast che permette di utilizzare al meglio le
                      strutture e le tradizioni della cultura delle diverse aree della regione.
                      In tale materia occorre un aggiornamento del Testo unico che regola il settore, con la previsione
                      di nuove e più aggiornate figure professionali e per l’ulteriore semplificazione di meccanismi e
                      procedure al servizio di un comparto che deve tendere a livelli di alta qualità in relazione al
                      posizionamento sul mercato dell’offerta turistica che compete sia a livello nazionale sia a livello
                      internazionale.
                      Vanno promosse e sostenute le iniziative per il rinnovo, la trasformazione e la creazione di
                      servizi nuovi, l’ampliamento degli esistenti e il miglioramento delle strutture ricettive, con
                      l’obiettivo di incrementare la qualità complessiva della offerta turistica del Friuli Venezia
                      Giulia.
Politiche di sviluppo 1. La montagna
territoriale          La montagna si presenta oggi come l’ambito ideale in cui promuovere nuovi processi di
                      sviluppo grazie a una particolare storia di comunità caratterizzata da uno strettissimo rapporto
                      tra ambiente, attività e insediamenti umani in un contesto estremamente complesso, difficile e
                      sottosviluppato, ma che ha permesso lo sviluppo di una ricca identità forte di valori ambientali e
                      culturali molto specifici.
                      Questi nuovi scenari di rinascita sociale ed economica emergono dalla progettualità introdotta
                      dal Progetto Montagna che costituisce la metodologia di programmazione e di approccio allo
                      sviluppo integrato di queste aree, territori fino a poco tempo fa emarginati che oggi hanno
                      l’opportunità di far valere le proprie specificità e potenzialità di sviluppo all’interno di mercati
                      nazionali e internazionali grazie a processi innovativi nel campo delle tecnologie e della
                      comunicazione, e al miglioramento delle infrastrutture di montagna. Va garantito adeguato
                      sostegno al progetto montagna raggiungendo, entro il 2010, l’obiettivo del finanziamento del
                      100% delle proposte sostenute da un adeguato e credibile piano di fattibilità. Riguardo a quest’
                      ultimo va inoltre accompagnata la capacità propositiva e progettuale della montagna attraverso
                      la definizione di una serie di servizi da parte della competente direzione, o attraverso
                      l’erogazione di appositi voucher per l’acquisizione sul mercato, che garantiscano la progressiva
                      professionalizzazione degli interlocutori e l’ottimizzazione dei progetti.
                      Con la riscoperta delle potenzialità economiche culturali ma soprattutto della forte identità
                      locale è possibile oggi per la montagna promuovere settori particolarmente strategici quale ad
                      esempio il turismo con la duplice dimensione globale e locale in modo da tendere a un’offerta
                      turistica innovativa di eccellenza come arma per vincere la competizione con gli altri mercati.
                      L’elemento peculiare di questa offerta turistica innovativa è il paesaggio che rappresenta un
                      importante punto di riferimento per il progetto Albergo Diffuso, quale modello di gestione
                      territoriale integrata, in cui la valorizzazione del paesaggio, gli interventi strutturali (le modalità
                      e la qualità degli interventi di ristrutturazione), l’organizzazione dei servizi e la qualità degli
                      stessi rappresentano gli elementi caratterizzanti e qualificanti.
                      Per la dimensione e la struttura demografica e per le condizioni sociali e ambientali degli
                      insediamenti, è essenziale investire sulla capacità delle istituzioni e degli operatori privati locali
                      di definire percorsi di sviluppo che valorizzino tutte le risorse territoriali (endogene). E’ la
                      logica dell’integrazione "dal basso all’alto" (bottom-up) dei fattori locali di sviluppo e, quindi,
                      delle politiche settoriali.
                      La stessa logica ha ispirato la Commissione europea nel definire l’"approccio Leader", che
                      interessa l’area montana della Regione dal 1994 e che caratterizza l’asse 4 del Programma
                      regionale di sviluppo rurale 2007-2013. L’approccio Leader formalizza il processo bottom-up
                      nell’integrazione delle risorse territoriali prevedendo la costituzione di gruppi di azione locale
                      (GAL), "partenariati" misti pubblico-privati organizzati in forma autonoma (nell’esperienza
                      finora condotta, organizzati in forma di società di capitali).
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Un altro aspetto peculiare delle politiche per la montagna, che deve essere tenuto presente
accanto alle considerazioni di ordine economico, è quello delle condizioni di vita della
popolazione. E’ il tema dei cosiddetti "servizi di prossimità" (servizi sociali, esercizi pubblici,
esercizi commerciali di generi di prima necessità, ecc.) essenziali per la qualità di vita delle
popolazioni, ma a volte indispensabili anche per sostenere lo sviluppo dei flussi turistici.
Da ultimo, anche se non meno importante, sarà necessario profondere grande impegno per dare
attuazione alla Legge regionale sul riordino fondiario approvata nella trascorsa legislatura, con
la quale si vuole affrontare il problema della frammentazione e della polverizzazione fondiaria
in montagna, che ostacola un razionale utilizzo del territorio montano;e insieme alla carenza di
investimenti infrastrutturale rappresenta una delle cause più importanti dell’abbandono delle
aree montane.
2. I territori rurali
Accanto alla salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico delle aree rurali, alla
razionalizzazione delle risorse naturali, all’adozione di strumenti di pianificazione che si
conformino all’esigenza di tutela e sviluppo della vocazione rurale del territorio e allo sviluppo
delle infrastrutture rurali, sarà dedicata un’attenzione particolare ai territori fragili, per tali
intendendosi quelli caratterizzati dallo sfruttamento indiscriminato o dall’abbandono da parte
dell’uomo, dalla presenza di limiti naturali o di altri limiti per l’esercizio della attività
produttiva, ivi compresa l’applicazione di norme di tutela e salvaguardia ambientale.
Verrà inoltre disciplinata e promossa la creazione dei distretti rurali, quali strumento strategico
per il rafforzamento della competitività dei sistemi locali attraverso la coesione territoriale, la
valorizzazione delle filiere e dei prodotti identificativi di una determinata area produttiva
omogenea. Verranno disciplinati i requisiti minimi per la loro costituzione e le caratteristiche
dell’organismo rappresentativo del distretto (società di distretto), il quale coordinerà tutti i
soggetti pubblici e privati coinvolti nelle scelte di sviluppo del territorio interessato ed elaborerà
una programmazione pluriennale che sarà oggetto di specifiche forme di sostegno finanziario.
3. Le aree urbane
La Regione ha poggiato nel tempo il proprio sviluppo territoriale su di un sistema di città e
centri urbani in grado di funzionare da poli di riferimento per i diversi sistemi territoriali,
organizzando e strutturando in tal modo il territorio e la sua evoluzione.
Questo assetto insediativo ha costituito anche uno dei fattori territoriali sui quali si è sviluppato
negli ultimi decenni il "modello economico del nord-est" che però, rispetto a precedenti modelli
(e poli di sviluppo produttivo) si è mosso con elevata flessibilità rispetto alle scelte localizzative.
Se l’uso estensivo del territorio ha quindi in questo caso permesso una serie di successi nello
sviluppo socio – economico della regione, vanno considerati con attenzione anche gli effetti
maggiormente "costosi" che lo stesso ha prodotto, tra cui l’indebolirsi delle funzioni urbane e i
costi -anche ambientali- della mobilità delle persone e delle merci.
Vanno quindi perseguiti, con adeguati strumenti pianificatori, ma non solo, gli obiettivi proposti
dal nuovo Piano Territoriale Regionale, che si prefigge il recupero del ruolo di centralità dei
centri urbani, attraverso un loro rafforzamento e una loro rifunzionalizzazione. E’, infatti, un
obiettivo innanzitutto di efficienza, dal momento che permette riduzioni di costo dell’offerta
infrastrutturale e fornisce al territorio servizi più accessibili che favoriscono condizioni migliori
sia per la residenza sia per la produzione di beni e servizi.
Vanno quindi promossi e sostenuti quei progetti locali che: migliorano l’accessibilità ai centri
urbani, riducendo i tempi e contribuendo a ridurre le emissioni di CO2, migliorano la qualità e
l’attrattività dei centri urbani, per la residenza, per la produzione di servizi e per il consumo.
                                                                                                        8
              Coesione sociale
Traguardo
FVG 2008
              Il miglioramento della qualità della vita, filo rosso di tutto il programma, richiede interventi lungo
Le idee guida
              diverse dimensioni. Quella dello sviluppo economico e della disponibilità di risorse è di grande rilievo,
              ma un adeguato reddito pro-capite non è certo automatica garanzia di buona qualità della vita, che
              richiede invece la presenza di una serie complessa di garanzie e tutele sociali, l’effettiva accessibilità a
              opportunità di crescita e autorealizzazione per il singolo individuo, un complessivo contesto di
              equilibrio, armonia e sicurezza nella vita quotidiana della comunità e dei singoli soggetti che la
              compongono.
              Tutto ciò non è raggiungibile attraverso singoli interventi deterministici, richiede invece la messa a
              punto di una serie di strumenti flessibili e tra loro fortemente integrati, sì da garantire quegli effetti
              sinergici che soli possono indurre cambiamenti all’interno di un contesto sociale evoluto e già entrato
              nella "era della conoscenza" come quello del Friuli Venezia Giulia. Sono tre i principi ispiratori degli
              interventi finalizzati alla coesione sociale sui quali si basa il nostro programma:
              Salute e benessere come diritto fondamentale
              I principi cui devono ispirarsi le politiche per la salute e la protezione sociale sono l’equità,
              l’universalismo, la sussidiarietà, l’etica, intesa anche come rapporto tra costo ed efficacia,
              l’appropriatezza. Il buon livello dell’assistenza sanitaria regionale va garantito anche per il futuro, e
              compatibilmente con la disponibilità di nuove conoscenze e tecnologie, costantemente aumentato così
              da continuare a distinguersi per le sue performance quanti-qualitative. Vanno altresì realizzati tutti gli
              interventi in grado di mantenerne la sostenibilità economica, soprattutto quelli volti all’eliminazione di
              inutili duplicazioni e al conseguimento di economie di scala (si veda l’esempio del CSC). Si dovrà
              continuare a garantire tutte le azioni di prevenzione e screening di massa considerate utili dalla
              letteratura scientifica (come è stato fatto di recente per le patologie di cervice uterina, mammella e
              colon retto) e di educazione (alimentare, alla sicurezza, allo sport, etc.) in grado di influire non solo sul
              livello di salute, ma anche su quello di benessere della persona.
              La protezione sociale, la sicurezza e il buon lavoro
              La sicurezza del proprio futuro, del proprio stile di vita, la libertà dalla paura di non poter accedere a
              servizi adeguati nel momento del bisogno, di vedersi scivolare ai margini della vita della comunità,
              l’ansia di non poter provvedere in modo adeguato alle necessità e ai desideri dei propri figli, sono tra
              gli elementi che più profondamente minano la qualità della vita. Il reddito di cittadinanza, così come la
              carta famiglia, sono stati interventi fortemente innovatori della qualità del welfare in regione e su
              questa lunghezza d’onda si deve proseguire. Sostenendo le famiglie in difficoltà, garantendo
              opportunità di crescita culturale e professionale ai giovani, investendo nella formazione di chi, non più
              giovanissimo, ha competenze obsolete, accompagnandone e favorendone il reinserimento nel mondo
              produttivo. Vanno ulteriormente sostenute le politiche volte a creare un contesto che attraverso la
              reciproca fiducia e investimento elimini il precariato e favorisca la creazione di rapporti di lavoro
              solidi, duraturi e di reciproca soddisfazione. Il diritto alla casa e l’accessibilità ai servizi locali quali
              asili nido e scuole materne, servizi sociali e domiciliari dovranno trovare adeguato finanziamento in
              quanto componenti fondamentali della qualità della vita. L’inclusione sociale è un diritto che va
              riconosciuto a tutti, le politiche in favore degli immigrati dovranno continuare a garantire la loro
              integrazione all’interno della comunità regionale nel rispetto delle loro culture e specificità, facilitando
              la realizzazione dei loro progetti di vita e garantendo altresì ancor maggior ricchezza in termini di
              tolleranza e multiculturalità alla comunità del FVG.
              Cultura, lingua, opportunità di crescita e solidarietà
              In una società che ritiene la multiculturalità uno dei suoi principali valori e ricchezze la tutela delle
              lingue, e anzi la loro promozione, riveste un ruolo fondamentale. Andranno quindi intraprese tutte le
              azioni in difesa di quanto sin qui realizzato, prestando attenzione a sostenere, anche dal punto di vista
              economico, le iniziative più qualificate a garantire la conservazione e la diffusione delle lingue
              minoritarie. Le iniziative culturali direttamente sostenute dalla regione dovranno essere esclusivamente
              quelle di grande rilevanza di contenuto e di adeguato impatto in termini di attrattività, delegando a
              comuni e province le iniziative di minore scala dimensione o di netta rilevanza e interesse locale.
              Ancor più dovranno essere sostenute le iniziative volte a nutrire la mente, all’impiego intelligente del
              tempo libero: corsi di educazione, approfondimento, alfabetizzazione informatica, università della terza
              età, iniziative di conoscenza del proprio territorio e delle proprie radici, opportunità di movimento e
              sport per tutte le età. L’obiettivo è quello di un vero e proprio catalogo delle opportunità accessibili a
                                                                                                                            9
                tutti. Infine va ancor più diffusa la logica della solidarietà, del volontariato e del tempo libero di cui
                nella nostra regione già abbiamo con la protezione civile un bellissimo esempio, e che costruiscono,
                nei fatti, il modo migliore per costruire la pace.
FVG 2013
Le nuove azioni
                  I servizi socio sanitari rivestono un ruolo strategico di coesione e sviluppo socio economico. I
Salute e
                  principi cui devono ispirarsi le politiche per la salute e la protezione sociale sono l’equità,
protezione
                  l’universalismo, la sussidiarietà, l’etica, intesa anche come rapporto tra costo ed efficacia,
sociale
                  l’appropriatezza.
                  Nella nostra regione come in altre del nostro paese si registra un aumento della vita media e
Prevenzione
                  dell’indice di vecchiaia con una conseguente modifica delle cause di morte associata a un’espansione
                  dell’incidenza delle patologie croniche degenerative e neoplastiche. Una parte significativa di queste
                  patologie è controllabile attraverso un’attività mirata di prevenzione di tipo primario e secondario.
                  In FVG negli ultimi tre anni, grazie ai programmi di screening, l’82% delle donne ha eseguito un
                  PAP test preventivo e, negli ultimi due anni, oltre il 70% delle donne nell’età a rischio ha eseguito
                  una mammografia. Sono dati incoraggianti, che devono essere sostenuti e migliorati. Si prevede:
                        – di promuovere buoni stili di vita attraverso il Piano della prevenzione cardiovascolare, il
                             Piano alcool e il Patto contro l’obesità, coinvolgendo anche altri attori, esterni al sistema
                             sanitario, che nell’ambito sociale sono parte della filiera che può potenzialmente incidere
                             sui comportamenti (comuni, scuole, distribuzione alimentare, associazionismo, ecc.);
                        – di proseguire gli screening oncologici per la prevenzione secondaria dei tumori della
                             cervice uterina, della mammella femminile e del colon retto;
                        – di promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro, sviluppando iniziative tese al
                             potenziamento e al coordinamento delle attività di vigilanza, controllo, informazione,
                             formazione e assistenza in tema di tutela e sicurezza dei lavoratori, e sviluppando al tempo
                             stesso l’osservazione epidemiologica e le indagini conoscitive sui rischi e danni da lavoro;
                        – di attuare il Piano per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti stradali raccordando
                             le iniziative previste con il Piano Regionale della Sicurezza Stradale;
                        – di rafforzare il controllo degli incidenti domestici, continuando l’attività di sviluppo dei
                             sistemi di monitoraggio per lo studio del fenomeno e di intervento con caratteristiche di
                             verificabilità di esito e di omogeneità nel territorio regionale;
                        – di avviare, come già previsto dalla legge regionale, uno studio sulla valutazione degli
                             impatti ambientali sulla salute della popolazione che si svilupperà in due settori di
                             intervento, uno legato alla valutazione degli esiti di salute rispetto alle condizioni
                             ambientali esistenti, l’altro di carattere proattivo, dedicato a stimare possibili modificazioni
                             degli stati di salute in rapporto alle attività in progetto che impattino sull’ambiente.
                  Negli ultimi 5 anni sono state approvate diverse leggi che assegnano un ruolo determinante ai servizi
Servizi
                  territoriali. Nei prossimi anni si dovrà, innanzitutto, dare piena attuazione a quelle già concordate e
territoriali
                  approvate in giunta.
sanitari
                  Per i servizi sanitari si prevede:
                        – di trasformare il Distretto socio-sanitario nel punto di riferimento di tutto il sistema delle
                             cure primarie, rafforzando la sua autonomia istituzionale e gli strumenti per il governo
                             clinico e il coinvolgimento degli operatori e dei professionisti;
                        – di estendere ulteriormente l’assistenza domiciliare integrata e l’infermiere di comunità;
                        – di semplificare le procedure, rafforzando ancora di più il lavoro integrato tra strutture
                             sanitarie e sociali, tra medici, infermieri, assistenti sociali, educatori e tutti gli altri
                             operatori;
                        – di proseguire nello sviluppo delle forme associative e della messa in rete dei medici di
                             medicina generale, per aumentare gli orari di accessibilità degli ambulatori, valorizzare il
                             ruolo delle cure primarie e creare Unità di assistenza primaria aperte ai cittadini sulle 24
                             ore, completando un percorso già iniziato; un percorso analogo sarà attuato per valorizzare
                             la figura del Pediatra di libera scelta nell’assistenza ai bambini;
                                                                                                                              10
                                      di proseguire il Piano hospice1, prevedendo la costruzione di due ulteriori hospice pubblici,
                                –
                                      dopo quelli aperti di recente a San Vito al Tagliamento e Latisana;
                                –     di potenziare in ogni distretto le unità per le cure palliative;
                                –     di introdurre progressivamente nelle prestazioni ordinarie di assistenza le misure per la
                                      prevenzione della carie nell’età infantile e gli interventi di odontoiatria sociale per la fasce
                                      deboli della popolazione, sia attraverso strutture pubbliche, che mediante accordi con la rete
                                      dei professionisti privati accreditati;
                                –     di potenziare la rete dei consultori familiari al fine di migliorare le risposte socio-sanitarie
                                      ai bisogni delle famiglie e delle persone.
                          Per i servizi sociali si prevede:
Servizi
territoriali                    – il sostegno alla natalità e alla genitorialità, attraverso provvedimenti specifici e la diffusione
sociali                               della carta famiglia;
                                – un piano per raggiungere, entro il 2008, i 7.500 posti negli asili nido pubblici e privati
                                      convenzionati;
                                – aiutare le famiglie che assistono in casa anziani, disabili e soggetti fragili, attraverso il
                                      Fondo per l’autonomia possibile;
                                – sostenere i progetti antiviolenza previsti dalla LR 17/2000;
                                – sostenere l’affido e l’adozione;
                                – riqualificare la rete residenziale e la rete dei servizi rivolti ai minori in stato di bisogno;
                                – proseguire l’esperienza del reddito di base per la cittadinanza e perfezionarle sulla base
                                      delle evidenze emerse dalla sperimentazione, ai fini di una più agevole verifica della
                                      sussistenza dei criteri di accesso
                                – prevedere la sottoscrizione da parte dei richiedenti dell’autorizzazione alla verifica dei dati
                                      bancari;
                                – migliorare la risposta residenziale con la nuova riclassificazione delle strutture protette per
                                      anziani e finanziare Centri diurni, Centri Alzheimer e strutture dedicate "all’abitare
                                      sociale";
                                – la creazione di opportunità di lavoro attraverso la promozione dell’imprenditoria sociale,
                                      anche favorendo l’inserimento lavorativo delle persone disabili;
                                – la valorizzazione del terzo settore, in particolare della cooperazione sociale, chiamato a
                                      svolgere un ruolo attivo e responsabile nel sistema integrato di interventi e servizi sociali,
                                      sia per quanto riguarda la progettazione sia per la realizzazione concertata degli interventi
                                      insieme alle amministrazioni programmatrici, ricorrendo, laddove ne sussistano i requisiti,
                                      all’affidamento diretto dei servizi alla persona e utilizzando comunque prioritariamente il
                                      criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
                          Si prevede un Piano di contenimento attraverso:
Liste d’attesa
                                – un unico Call center e un unico Centro di prenotazione accessibile da tutto il sistema
                                      (compresi ambulatori medici di famiglia e farmacie);
                                – prenotazioni e pagamenti anche per via informatica o automatizzati, con priorità legata al
                                      bisogno;
                                – un ulteriore incremento dell’offerta di prestazioni, sempre più integrata e coordinata in area
                                      vasta tra erogatori pubblici e privati, in modo che il cittadino sappia dove può trovare
                                      risposta ai suoi bisogni in tempi adeguati, utilizzando al meglio tutte le strutture del sistema.
                          I cittadini vi si rivolgono con grande interesse. La nostra Regione si sta dotando degli strumenti
Medicine
                          necessari per garantire qualità e sicurezza. Si prevede:
complementari
                                – l’inserimento di alcune cure validate nei livelli essenziali di assistenza (a tal riguardo
                                      esistono sperimentazioni in atto) e il monitoraggio dei risultati di nuove ricerche e
                                      sperimentazioni in accordo con gli Ordini professionali;
                                – l’individuazione di possibili progetti sperimentali, sulla base delle risorse umane e tecniche
                                      disponibili, particolarmente indirizzati all’integrazione tra medicine complementari e
                                      medicina tradizionale;
 1
   centro residenziale di cure palliative. Si tratta di una struttura sanitaria residenziale per malati terminali. Luogo d’accoglienza e ricovero temporaneo, in
 essa il paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità
 nel modo meno traumatico e doloroso possibile.
                                                                                                                                                                 11
                                –     l’implementazione dell’Osservatorio istituito presso il Centro regionale di formazione per le
                                      cure primarie e l’approvazione della legge regionale già in via di predisposizione;
                                –     la valutazione dei percorsi formativi per la medicina complementare e l’individuazione
                                      delle esigenze formative a livello di base e di perfezionamento.
                          La struttura della rete ospedaliera regionale con gli interventi di pianificazione di questi ultimi anni
Servizi
                          ha permesso al sistema ospedaliero della Regione Friuli Venezia Giulia di raggiungere alti livelli di
ospedalieri
                          performance.
                          La rete ospedaliera va migliorata strutturalmente per allinearla all’evoluzione della scienza medica e
                          della tecnologia.
                          E’ obiettivo dell’area ospedaliera di aumentare la capacità di comunicare tra le varie strutture con
                          l’individuazione di meccanismi e protocolli diagnostico-terapeutici che permettano di prestare le
                          cure più opportune e appropriate ai cittadini nelle sedi più idonee.
                          Gli obiettivi da perseguire nei prossimi anni sono:
                                – sviluppare le eccellenze e l’integrazione tra assistenza, didattica e ricerca;
                                – aumentare la complementarietà tra le funzioni specialistiche con una ulteriore
                                      razionalizzazione della rete ospedaliera che metta in relazione il bacino di utenza con la
                                      presenza delle funzioni;
                                – rafforzare l’attività dipartimentale aziendale e interaziendale con la previsione di mobilità
                                      dei team specialistici, che devono erogare, se del caso, la prestazione in più sedi
                                      ospedaliere, senza duplicazioni di team;
                                – sviluppare la programmazione operativa su Area Vasta incrociando la domanda e l’offerta
                                      di tutte le funzioni in maniera unitaria; in particolare a partire da aree quali l’emergenza,
                                      l’oncologia, la chirurgia oncologica, la cardiologia e l’endoscopia;
                                – sviluppare ulteriormente la revisione dell’organizzazione del lavoro con la distinzione
                                      dell’attività clinica da quella assistenziale;
                                – garantire la continuità assistenziale;
                                – facilitare i percorsi di cura dei pazienti e le dimissioni protette in tutti gli ospedali;
                                – incrementare i posti di RSA, già previsti dal Piano della riabilitazione;
                                – potenziare l’offerta di day hospital2 e day surgery3.
                          Si prevede:
Innovazione e
ricerca                         – di promuovere l’Health technology assessment4 come momento di ricerca, sperimentazione
                                      e approfondimento indipendente del nostro SSR sulle nuove tecnologie;
                                – di sostenere la ricerca in tutto il sistema sanitario e sociale grazie alla forte collaborazione
                                      esistente in Regione tra Enti del SSR, Università, IRCCS e altre istituzioni per la ricerca;
                                – di rafforzare la figura del data manager previsto dalla LR 10/2007;
                                – di introdurre progressivamente nei prossimi tre anni un Sistema di archiviazione e
                                      diffusione delle immagini diagnostiche per via digitale (possibilità di trasmissione di
                                      immagini radiologiche, ecografiche, ecc., tra vari ospedali e tra ospedali e ambulatori
                                      territoriali);
                                – la collaborazione sui grandi obiettivi di salute con l’industria.
                          I principali pilastri su cui si mantiene efficiente il sistema sanitario sono: le risorse umane, le risorse
Le risorse
                          finanziarie e l’organizzazione.
                          Un miglior governo del sistema è possibile attraverso la riduzione aziende, la semplificazione del
                          servizio sanitario regionale e lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.
                          Si prevede:
2
   Day Hospital o "assistenza a ciclo diurno" (definizione ministeriale, DPR 20 ottobre 1992) è la possibilità organizzativa di effettuare interventi diagnostici
e terapeutici sul paziente nell’arco di una sola giornata.
3
  Day surgery o "regime d’assistenza chirurgica a ciclo diurno" è la possibilità organizzativa di effettuare interventi chirurgici in regime ambulatoriale,
riducendo i tempi d’attesa ed evitando i disagi che un ricovero prolungato comporta.
4
  l’health technology assessment (HTA) è la disciplina tesa ad imporre un metodo (fatto di diverse tecniche) nella valutazione, sia sul piano clinico che sul
piano economico, delle possibili alternative. Il fine è di supportare razionalmente le decisioni di politica sanitaria riconducibili in grande sintesi alla
definizione dei livelli assistenziali garantiti ai cittadini dal servizio sanitario pubblico; alla definizione di protocolli diagnostico-terapeutici;
all’organizzazione dei servizi sanitari; alla realizzazione di determinati programmi sanitari.
                                                                                                                                                              12
                      –    la semplificazione del servizio sanitario regionale e la riduzione delle aziende sanitarie;
                      –    l’attivazione del Fondo investimenti sanitari e del fondo investimenti sociali, per rinnovare
                           le strutture e gli impianti;
                      –    di sviluppare le potenzialità offerte dalla nuova tessera sanitaria e più in generale i servizi
                           offerti dalle reti informatiche;
                      –    l’individuazione di nuovi criteri più equi e oggettivi nella distribuzione dei fondi per le
                           politiche sanitarie e sociali, incrementando le risorse in maniera mirata (ad esempio per
                           cure primarie, cronicità, interventi sociali, investimenti per migliorare la dotazione
                           tecnologica e l’organizzazione);
                      –    una forte collaborazione con gli erogatori privati per creare sinergie e non sovrapposizioni;
                      –    d’investire sull’appropriatezza, per spendere bene in interventi che servono per la salute;
                      –    d’investire sulla formazione curricolare e continua;
                      –    d’investire sulla risorsa umana, che costituisce la componente determinante per assicurare
                           le performance nel sistema sanitario e sociale, prevedendo l’intero ciclo delle cosiddette
                           politiche del personale, che comprendono la individuazione del fabbisogno, la selezione, lo
                           sviluppo, la valorizzazione delle potenzialità, la formazione e la valutazione dei quadri;
                      –    un maggior coinvolgimento dei professionisti e degli operatori nelle scelte tecnico-
                           gestionali del sistema, sia a livello di struttura operativa che di azienda;
                      –    il potenziamento del lavoro interdisciplinare, con il rispetto e la valorizzazione di tutte le
                           professionalità coinvolte nel processo di erogazione della prestazione al cittadino;
                      –    un forte impegno sulla formazione sia nell’area amministrativa, gestionale e tecnica, che in
                           quella sanitaria e assistenziale; tale impegno deve accompagnare le innovazioni
                           organizzative programmate dal sistema;
                      –    il coinvolgimento dei professionisti e concertazione con Ordini professionali e collegi
                      –    la concertazione con le OO.SS;
                      –    un ruolo rilevante attribuito alle società scientifiche nella definizione delle linee guida e dei
                           protocolli.
Partecipazione e Si prevede:
concertazione         – un alto livello di concertazione sulle scelte strategiche con Comuni, Associazioni e forze
                           sociali;
                      – una programmazione che parta dal basso, attraverso il coinvolgimento locale previsto dai
                           Piani di zona;
                      – l’accessibilità e la trasparenza delle informazioni riguardanti il nostro sistema sanitario,
                           utilizzando la rete internet;
                      – la valutazione del sistema da parte dei cittadini, attraverso la metodologia dell’Audit civico,
                           per fare in modo che le segnalazioni dei cittadini siano utili per ridurre gli errori e per
                           migliorare i servizi socio sanitari;
                      – di creare in ogni distretto un punto di riferimento per le organizzazioni dei cittadini;
                      – un costante monitoraggio per verificare l’efficacia e l’efficienza dei servizi (a questo
                           riguardo è opportuno sottolineare che in questi ultimi 5 anni sono stati istituiti e affinati
                           nuovi strumenti di gestione e controllo del servizio sanitario regionale, volti a garantire il
                           massimo della qualità a costi equi e sostenibili).
                 Il lavoro rappresenta la prima connessione tra sviluppo economico e coesione sociale.
Lavoro
                 La strategia del Buon Lavoro, perseguita nella legislatura che si va chiudendo, ha consentito, grazie
                 anche al carattere innovativo della L.R. 18, di rafforzare le tutele e incrementare le opportunità:
                 anche per queste ragioni il tasso di occupazione nel Friuli Venezia Giulia è cresciuto negli ultimi
                 anni in modo particolarmente significativo.
                 Si intende proseguire lungo questa direzione confermando anche in particolare le pratiche di
                 concertazione con le parti sociali, di partenariato istituzionale, di integrazione del pubblico con il
                 privato e di forte connessione con le politiche dello sviluppo e quelle del welfare.
                 Le linee d’azione della prossima legislatura si propongono di affrontare i seguenti temi chiave:
                 1. Promuovere le pari opportunità e garantire l’incremento dell’occupazione femminile (obiettivo di
                 Lisbona il 60% entro il 2010)
                      – Estendere i servizi di conciliazione
                      – Favorire l’autoimprenditorialità femminile e la partecipazione delle donne nella gestione
                                                                                                                             13
         dell’impresa
     –   Promuovere la cultura della parità
     –   Ridurre l’aliquota Irap alle imprese che realizzano programmi di incremento
         dell’occupazione femminile e di valorizzazione delle donne nell’ambito aziendale.
2. Coniugare flessibilità e sicurezza sociale
     – Estendere e articolare, grazie anche ad un maggiore ruolo della Regione in materia, gli
         ammortizzatori sociali alle fasce scoperte in funzione delle caratteristiche del mercato e di
         quelle socio-professionali dei lavoratori
     – Facilitare l’utilizzo della formazione continua e permanente per promuovere adattabilità e
         occupabilità dei lavoratori, in particolare di quelli più vulnerabili Sostenere la transizione da
         lavori precari a forme stabili, anche attraverso il ricorso a formazione e incentivi; estendere
         l’attività del fondo per l’accesso al credito dei lavoratori non stabili e sostenere l’accesso a
         strumenti di copertura previdenziale da parte dei lavoratori flessibili; promuovere il
         miglioramento delle condizioni contrattuali dei giovani ricercatori
     – Sviluppare ulteriormente i servizi a favore dei disoccupati più adulti (over 40) con
         interventi di formazione personalizzata e accompagnamento ad hoc per il reinserimento nel
         mondo produttivo anche attraverso la disponibilità di forme in incentivazione alle imprese
     – Rafforzare i servizi per l’impiego e in particolare la capacità di incrocio domanda-offerta,
         promuoverne la cooperazione con i servizi privati.
3. Rafforzare la sicurezza e promuovere la qualità del lavoro
     – Diffondere la cultura e la formazione per la sicurezza con particolare attenzione a
         orientamento nella scuola e nell’Università, formazione delle figure flessibili e dei
         lavoratori di primo ingresso, superando anche barriere linguistiche e culturali
     – Realizzare programmi per la riduzione degli infortuni e le diverse forme di lavoro
         sommerso proseguendo la collaborazione avviata fra i vari soggetti che si occupano di
         sicurezza e legalità
     – Incentivare comportamenti virtuosi da parte di imprese e lavoratori in materia di sicurezza,
         regolarità, affermazione di responsabilità sociale
     – Promuovere programmi e intese per l’incremento della produttività attraverso la formazione
         finalizzandoli anche a un miglioramento della qualità del lavoro
4. Immigrazione e lavoro
     – Vista la crescente importanza della mobilità transnazionale dei lavoratori diventa strategico
         perseguire la strada della formazione nei paesi d’origine per favorire l’ottimale inserimento
         professionale e sociale
     – Va promossa la formazione alla sicurezza in quanto le maggiori difficoltà di accesso a
         conoscenze e comportamenti responsabili nei luoghi di lavoro sono una delle cause
         significative di incidenti
5. Lavoro e politiche sociali
     – Rafforzare gli interventi per l’inserimento lavorativo delle persone disabili (standard
         specifici di qualità e formazione del personale preposto al collocamento mirato,
         integrazione tra i sistemi del lavoro, della formazione e della protezione sociale, in vista
         della creazione di un insieme di azioni più efficaci finalizzate all’incremento
         dell’occupazione sia quantitativo che qualitativo)
     – Realizzare un sistema integrato che renda fruibile da parte della persona disabile
         l’erogazione dei servizi forniti anche da altri soggetti istituzionali coinvolti nel processo
         (Commissioni di accertamento della disabilità), riducendo i tempi di attesa e semplificando
         gli adempimenti amministrativi
     – Continuazione dei servizi per favorire l’incontro tra domanda e offerta di assistenti familiari
         e la formazione delle competenze in materia dando seguito all’attività del progetto
         "Assistenti familiari" con obiettivi di rispondere alla domanda delle famiglie, di
         promuovere forme contrattuali regolari anche attraverso facilitazioni alle famiglie, di
         garantire la qualità e la professionalità del servizio
     – Collegare gli interventi di sostegno sociale alle persone (reddito di base per la cittadinanza,
         progetti personalizzati, interventi contro l’esclusione) con i servizi e le politiche attive per il
         lavoro
     – Promuovere l’integrazione tra il mercato del lavoro regionale e quelli dei paesi vicini.
                                                                                                             14
        La trasformazione degli IACP in ATER ha snaturato il ruolo sociale delle case popolari; è maturato
Casa
        un nuovo orizzonte di bisogni, rappresentato da tutti i soggetti deboli per la precarietà economica,
        lavorativa e sociale, il cui reddito spesso non consente l’acquisto di abitazioni e l’accesso a mutui.
        Ciò rende necessario recuperare in capo alla Regione la funzione di indirizzo e di verifica
        dell’operato delle ATER e della programmazione della realizzazione degli alloggi necessari
        attraverso la distribuzione delle risorse disponibili coordinata con gli altri interventi in materia di
        edilizia residenziale pubblica.
        L’aumento nel tempo dei tassi di interesse delle operazioni di mutuo ha recentemente subito
        un’impennata che rende difficoltoso per le famiglie accedere all’acquisizione in proprietà della
        prima casa, pur in presenza del contributo regionale in conto capitale.
        Il diritto alla casa è quindi per noi primario obiettivo da tutelare, attraverso programmi per la
        realizzazione di nuovi alloggi, il recupero del patrimonio edilizio esistente, il sostegno all’acquisto
        della prima casa, la riattribuzione alle ATER della centralità della loro funzione sociale a sostegno
        delle fasce deboli.
        A sostegno del diritto alla casa ci si propone di agire con le seguenti linee di azione:
             1. a contenimento del costo del denaro, sarà necessario continuare a sostenere le famiglie con
                  adeguati contributi;
             2. sarà inoltre necessario proseguire con l’azione di sostegno a favore dei lavoratori precari,
                  mediante il fondo di garanzia istituito nella trascorsa legislatura;
             3. si propone altresì di introdurre esperienze e sperimentazioni innovative di "housing
                  sociale", anche con il contributo e la partecipazione di fondazioni e capitali privati.
        Un ulteriore tema di grande rilevanza cui va prestata attenzione è quello dell’adeguamento
        dell’offerta delle abitazioni in affitto. Il quinquennio di mandato amministrativo è il tempo
        necessario e sufficiente per realizzare un forte incremento dell’offerta di abitazioni in affitto a canoni
        adeguati al reddito delle famiglie sia per dare risposta ai cittadini meno abbienti, che per adeguare il
        territorio alle esigenze di mobilità per lavoro e formazione.
        La Regione, in armonia con le previsioni della Legge 9/07, è attore fondamentale per programmare a
        questo scopo, di concerto con i Comuni a maggiore tensione abitativa e le ATER, l’utilizzo di aree
        disponibili e di risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali, nonché per coinvolgere risorse
        e soggetti privati nella realizzazione di tale programma.
        Gli obiettivi fondamentali possono sintetizzarsi in tre punti:
             – ridurre sensibilmente lo 8.000 domande insoddisfatte di edilizia sovvenzionata
                  incrementando l’offerta di alloggi di proprietà pubblica da locare a canone sociale ai nuclei
                  familiari meno abbienti,
             – ridurre la domanda indirizzata all’edilizia sovvenzionata incrementando l’offerta di alloggi
                  a canoni calmierati da destinare a famiglie di reddito medio, a lavoratori e a studenti fuori
                  sede,
             – valorizzare il patrimonio residenziale pubblico come volano per la riduzione delle emissioni
                  dannose all’ambiente e alla salute dei cittadini, per il risparmio energetico, la
                  diversificazione delle fonti energetiche con particolare attenzione a quelle rinnovabili.
        1. Attività culturali
Cultura
        Nell’era della conoscenza, e in una Regione che vuol fare dell’innovazione l’asse principale di
        sviluppo, la crescita culturale rappresenta un investimento decisivo.
        La complessità della società regionale richiede livelli alti e diversificati di padronanza culturale per
        avere cittadine/i sempre più consapevoli e capaci di scelte mature ed equilibrate. Per questo l’accesso
        alla cultura è un diritto che la Regione deve garantire sostenendo le manifestazioni e stimolando la
        domanda culturale all’insieme della popolazione.
        Un altro aspetto, non secondario, risiede nella possibilità che l’attività culturale diventi fonte di
        reddito e di occupazione per settori significativi della società (già oggi questo avviene, ma le
        potenzialità sono ancora enormi) e incrementi e qualifichi l’offerta turistica che la Regione è in
        grado di offrire.
        La legislatura che si apre dovrà dare piena attuazione al rinnovamento legislativo di questi anni
        riguardante in particolare il cinema e lo spettacolo dal vivo, mentre nuove proposte, anche
        legislative, tenderanno a valorizzare la cultura scientifica.
        Continueremo nell’investimento sull’arte contemporanea, creando una rete regionale dell’arte
        contemporanea che ruoti attorno al Centro di Villa Manin e coinvolga i centri operanti sul territorio.
        È necessario pensare a una nuova stagione per il Mittelfest e ripensare il ruolo dell’Orchestra
                                                                                                                   15
             sinfonica del FVG.
             In generale dovremo affiancare al sostengo delle iniziative storiche e consolidate, la nascita di nuove
             esperienze innovative, soprattutto proposte da giovani, e proseguire nel decentramento delle
             manifestazioni di carattere non regionale.
             2. Beni culturali
             Il nostro patrimonio ricchissimo di beni culturali, e in parte ancora poco conosciuto, costituisce parte
             integrante dell’offerta culturale del FVG, tanto che rappresentiamo oggi in Italia una Regione per
             tanti aspetti unica anche se le nostre potenzialità devono ancora largamente dispiegarsi. Pensiamo
             solo per fare un esempio alle enormi potenzialità di Aquileia e dei luoghi legati alla I Guerra
             mondiale.
             È necessario proseguire nel recupero dei beni culturali e nella loro valorizzazione di concerto con il
             turismo.
             Daremo piena attuazione alle leggi di settore approvate recentemente: ecomusei, biblioteche,
             Fondazione di Aquileia.
             Va realizzata, inoltre, una nuova legge per i musei, settore nel quale si proseguirà sulla via
             dell’ammodernamento tecnologico e dell’innovazione.
             Si procederà alla costituzione dell’Istituto regionale per i Beni culturali così da garantire forme più
             incisive per fa conoscere il nostro patrimonio storico – artistico.
             Il plurilinguismo è uno dei punti di forza della nostra Regione e va difeso e promosso con
Identità
             l’applicazione delle norme regionali e nazionali in coerenza con la normativa comunitaria.
linguistiche
             Per questo vanno difese di fronte alla consulta le leggi recentemente approvate di tutela e
             valorizzazione del friulano, anche per dare immediata attuazione, a partire dal prossimo anno
             scolastico, alla parte più qualificante della normativa nel rispetto della L.482/99 .
             Contestualmente deve essere completato il quadro di promozione del plurilinguismo regionale
             approvando una norma per la comunità di lingua tedesca e dando piena attuazione alla legge
             regionale sullo sloveno e alla legge 38/2001. Si propone un intervento di valorizzazione dei dialetti
             e delle parlate locali.
             Il superamento dei confini pone nuovi compiti alla Regione, anche alla luce di un preoccupante calo
Comunità
             nel censimento, in particolare in Slovenia. I luoghi della comunità italiana nell’ex Yugoslavia
italiana in
             dovrebbero essere messi in rete con i circuiti turistici della Regione e da questo punto di vista
Slovenia e
             un’attenzione particolare dovrà essere riservata al recupero di alcuni beni culturali che la comunità
Croazia
             italiana ci vorrà segnalare.
             Vanno intensificati i rapporti con la nostra nutrita realtà dei corregionali all’estero in particolare
Corregionali
             orientandoci verso i giovani, le seconde e terze generazioni che rischiano di perdere ogni contatto
all’estero
             con la regione d’origine.
             È un fenomeno questo che abbiamo riscontrato in tutti i paesi di emigrazione: una maggiore
             attenzione dei giovani verso la terra di origine dei loro progenitori, fenomeno che non riguardava le
             generazioni precedenti che invece ricercavano più in fretta possibile l’integrazione e l’assimilazione.
             La pratica sportiva ha assunto negli ultimi anni una complessa valenza che aggiunge ai meccanismi
Sport
             della competizione quelli legati al benessere, alla salute e alle opportunità di relazione e crescita
             personale.
             L’obiettivo è lavorare per un’idea di sport come opportunità di pratica sportiva che le persone
             svolgono sulla base delle proprie esigenze, delle proprie possibilità ma anche dei propri limiti. Uno
             sport che libera il corpo e che contribuisce, specie nelle fasce giovanili, al completamento della
             formazione dell’individuo, che svolge implicitamente una costante funzione di prevenzione anche
             sanitaria.
             Per ottenere questi risultati la Regione deve progettare lo sviluppo della pratica sportiva coordinando
             più competenze, da quelle che si occupano del territorio a quelle che intervengono sulla promozione
             della salute e sulla formazione.
             Occorre stabilizzare ed estendere le esperienze pilota degli ultimi anni relativamente a:
                   – attività sportiva nella scuola costruendo, in collaborazione con la direzione scolastica
                       regionale, un piano poliennale di intervento uscendo dai soli interventi a progetto;
                   – promuovere e sostenere la formazione complessiva dei tecnici delle società sportive che
                                                                                                                      16
                          lavorano con i giovani;
                     –    strutturare le azioni di prevenzione all’utilizzo delle sostanze dopanti e definire,
                          congiuntamente alla sanità, le azioni per attuare il recente protocollo di prevenzione
                          all’obesità giovanile e di promozione di un corretto stile di vita.
                Sul terreno del sostegno alle attività occorre andare oltre il puro finanziamento alle manifestazioni
                sportive abituali per costruire un sistema di eventi programmato e coordinato e intervenire anche
                sull’attività, in particolare sulla promozione e qualificazione di quelle rivolte ai giovani.
                Programmare un piano di promozione turistica collegata allo sport che faccia diventare la Regione
                un polo sportivo internazionalmente riconosciuto, che faccia leva sulla grande capacità organizzativa
                e competenza del mondo sportivo del FVG attraverso:
                     – la realizzazione di grandi eventi;
                     – la realizzazione di un adeguato e specifico sistema di infrastrutture;
                     – la specializzazione di poli tematici;
                     – lo sviluppo del sistema di ricerca e formazione universitaria potenziando quello che oggi è
                          il corso di laurea in scienze motorie.
                Per quanto riguarda gli impianti occorre confermare la priorità di ammodernamento e
                dell’impiantistica esistente prevedendo nuove strutture solo all’interno di una vasta programmazione
                territoriale delle esigenze o per il completamento dei plessi scolastici.
                La Regione si deve dotare di una nuova strategia in relazione agli impianti sportivi prevedendo
                adeguato sostegno alle realtà che attrezzano i poli sportivi con strutture dedicate anche
                all’aggregazione giovanile.
                Le azioni promosse dalla Regione dovranno essere, come è stato in questi anni, il frutto di un
                costante confronto con il CONI, gli Enti di Promozione e le Autonomie Locali, e prevedono la
                modifica e l’adeguamento della legislazione attualmente in vigore.
                Il tema dei giovani e del complesso delle politiche che li riguardano è un nodo centrale
Politiche
                dell’iniziativa dei prossimi anni e solo ponendolo come priorità alla società regionale si riuscirà a
giovanili
                considerarlo un investimento per il futuro di tutti.
                Risulta infatti evidente che le risorse umane sono il miglior investimento di una società matura e che
                per fare questo salto occorre praticare una netta discontinuità con l’atteggiamento paternalistico e
                problematico con cui ci si rivolti fino a oggi alle nuove generazioni.
                Il tema dell’istruzione, le opportunità di lavoro, gli spazi che consentono la socializzazione e
                stimolano le sensibilità culturali, artistiche e sportive, ambiti e sedi di autonoma rappresentanza,
                sono aree rilevanti su cui investire nei prossimi anni.
                La Regione Autonoma FVG ha approvato nel 2007, per la prima volta, una legge che ha l’obbiettivo
                di creare spazi di rappresentanza giovanile e promuovere specifiche politiche di intervento che
                forniscano una gamma più vasta di opportunità.
                L’attuazione di questa legge dovrà contribuire a modificare l’atteggiamento delle istituzioni, a
                costruire un piano coordinato degli interventi a garantire spazi di rappresentanza attraverso:
                     – il piano regionale triennale delle azioni promosse da tutti i settori della Regione costruito
                          con la collaborazione delle sedi di rappresentanza giovanile;
                     – un ampio sostegno a tutti gli ambiti dell’istruzione dalla primaria all’università;
                     – la realizzazione di un sistema articolato e strutturato di informagiovani in grado di
                          rispondere a tutte le esigenze dall’orientamento scolastico a quello lavorativo;
                     – la promozione di un sistema qualificato di centri di aggregazione giovanile per permettere
                          le diverse espressioni culturali e artistiche;
                     – la realizzazione di strumenti di accesso agevolato a servizi come la "carta giovani";
                     – la promozione di sedi di rappresentanza dei giovani a partire dal forum regionale previsto
                          dalla legge.
                Volontariato
Politiche della
                Incremento delle risorse e realizzazione di una nuova legge che attui le nuove normative nazionali in
pace e del
                stretta collaborazione con le Associazioni.
volontariato
                Pace
                Si individuano le seguenti azioni prioritarie della nuova legislatura:
                     – va mantenuto l’art. 4 del nuovo Statuto regionale che prevede la norma sul ripudio della
                                                                                                                       17
                          guerra e il sostegno alla moratoria della armi di distruzione di massa;
                     –    va approvata una legge sulla cultura della pace che persegua i seguenti obiettivi:
                                    fornisca spazio e sostegno alle iniziative culturali, sociali e di promozione della
                                    cultura della pace;
                                    sostenga l’attività di servizio civile nei corpi di pace;
                                    orienti la politica della Regione alla promozione della pace e della nonviolenza.
                     –    la Regione opererà per il coinvolgimento dei partner dei paesi vicini in un comune lavoro
                          per la Pace;
                     –    la Regione opererà affinché tutte le installazioni militari presenti nel proprio territorio,
                          compresa la base di Aviano, siano compatibili con la sicurezza dei cittadini. La Regione si
                          adoprerà inoltre per la trasparenza degli accordi internazionali che regolamentano la base
                          USAF di Aviano.
                Sul piano delle politiche nazionali la Regione FVG si adopererà in seno alla conferenza Stato
Immigrazione
                Regioni ed in tutte le opportune sedi affinché venga abrogata la legge Bossi-Fini, che ha prodotto
                enormi danni alla società italiana.
                Sul piano delle politiche regionali va consolidato l’importante percorso realizzato con la L.R.5/05
                sull’accoglienza e l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, puntando principalmente a:
                     – dare certezza e stabilità ai servizi di informazione, assistenza e tutela rivolti agli stranieri da
                          parte dei Comuni e delle Province, attraverso una programmazione integrata, oggi ancora
                          debole, con i servizi del territorio e potenziando la formazione e l’aggiornamento degli
                          operatori delle pubbliche amministrazioni;
                     – potenziare i programmi di contrasto alla discriminazione diretta e indiretta;
                     – sostenere l’inserimento di curricula interculturali nelle scuole della Regione.
                La futura amministrazione regionale dovrà perseguire con decisione l’obiettivo della chiusura del
                CPT di Gradisca non corrispondente alle neccessità che si manifestano sul territorio regionale.
                Gli obiettivi principali da perseguire nella prossima legislatura sono:
Cooperazione
solidale             – raggiungere nel corso della legislatura la quota tendenziale dell’0,5% del bilancio regionale
                          destinati alla cooperazione;
                     – sostenere la cooperazione e il dialogo tra i popoli e le culture come elemento qualificante di
                          una concreta politica delle relazioni internazionali della Regione;
                     – promuovere nella strategia regionale di cooperazione un approccio di partenariato che
                          superi il concetto di aiuto, sostenendo processi locali di auto-sviluppo e promuovendo la
                          difesa dei diritti fondamentali e dei beni comuni;
                     – prevedere l’inserimento nei curricula scolastici di programmi di educazione alla mondialità;
                     – potenziare i programmi che coinvolgano attivamente i cittadini stranieri quali attori di
                          interventi di cooperazione;
                     – promuovere lo scambio di conoscenze scientifiche e la formazione di competenze,
                          valorizzando gli enti di ricerca presenti in regione.
Una regione più Contrastare la percezione di una crescente insicurezza sociale comporta la necessità di allestire
                efficaci strumenti normativi e implica una azione coordinata su diversi piani: la comunicazione,
sicura
                mezzi per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di degrado e di inciviltà, ma anche dei fenomeni
                delittuosi che possono aver luogo nel territorio regionale.
                Nell’ambito della collaborazione prevista dal Protocollo d’intesa siglato con il ministro Amato va
                realizzata l’integrazione delle attuali strumentazione di rilevamento ottico distribuite sulle strade e
                autostrade regionali (e dei relativi sistemi di elaborazione ) con le banche dati dei veicoli rubate, così
                da poter immediatamente rilevare la circolazione di veicoli illegali con evidenti vantaggi sul piano
                della prevenzione del crimine.
                                                                                                                           18
Traguardo     Bilancio Ecologico
FVG 2008
              Non solo la pubblica opinione, ma il mondo scientifico tutto, è consapevole delle mutate condizioni del
Le idee guida
              contesto ambientale, principalmente derivanti dal cambiamento climatico in atto.
              Le indicazioni che la stessa U.E. offre consolidano l’orientamento a assumere la tutela e valorizzazione
              dell’ambiente quale asse strategico di una politica di governo regionale; un tale orientamento deve
              essere assunto nel quadro complessivo della promozione di uno sviluppo sostenibile della comunità
              regionale del Friuli Venezia Giulia.
              E’ necessario quindi ri-partire dall’assunto che la sostenibilità ambientale è alla base del
              conseguimento della sostenibilità economica e sociale: le seconde non possono essere raggiunte a costo
              della prima. Quindi, fondamentale per lo sviluppo sostenibile è il riconoscimento dell’interdipendenza
              tra sistema socio-economico e ambiente. Si tratta di un’interazione a due vie: il modo in cui è gestita il
              sistema impatta sull’ambiente e la qualità ambientale impatta sui risultati economici e sociali. Questa
              prospettiva evidenzia che danneggiare l’ambiente equivale a danneggiare l’economia e la società. La
              protezione ambientale è, perciò, una necessità piuttosto che un lusso.
              La politica economica sociale ed ambientale della Regione FVG deve essere orientata e valutata in
              base al Bilancio Ecologico. Tale strumento:
                   – è capace di promuovere lo sviluppo sostenibile di un’intera area;
                   – impone una visione sistemica e circolare della politica economica, differenziandosi dai
                        parametri ambientali di tipo lineari utilizzati sin d’ora.
                   – non individua e non elenca emergenze ambientali, ma introduce una cultura "ecologica" che
                        orienta le scelte di natura economica, sociale e ambientale, eliminando la logica degli
                        interventi riparatori;
                   – supera i vecchi principi di quantificazione di stock e mette al centro dell’azione politica della
                        Regione lo "spazio ambientale" e "l’impronta ecologica";
                   – si identifica più come processo che come progetto, in quanto cerca di orientare tutti i soggetti
                        e gli operatori della regione affinché possano confrontare le tendenze in atto con gli obiettivi
                        di Bilancio Ecologico, offrendo la possibilità di modificare gli interventi programmati;
                   – rappresenta il centro dell’azione politica del governo regionale e si proporrà di sostenere le
                        autorità locali al fine di integrare le considerazioni ambientali negli interventi di assetto del
                        territorio, individuando "georisorse";
                   – costituisce un’innovazione nel modo di intendere non solo l’azione di governo, ma anche la
                        politica economica e sociale, e il suolo stesso dell’amministrazione pubblica, dando una
                        visione sistemica capace di affrontare la crisi socio-ambientale trasformandola in una
                        potenziale occasione.
              I principi ispiratori delle azioni in questo ambito sono i seguenti:
                   – l’ambiente va conservato quale capitale naturale che ha due funzioni principali: come fonte di
                        risorse naturali e come fornitore delle condizioni necessarie al mantenimento della vita;
                   – le risorse rinnovabili non devono essere sfruttate oltre la loro naturale capacità di
                        rigenerazione;
                   – la velocità di sfruttamento delle risorse non rinnovabili non deve essere più alta di quella
                        relativa allo sviluppo di risorse sostitutive ottenibili attraverso il progresso tecnologico;
                   – la produzione dei rifiuti ed il loro rilascio nell’ambiente devono procedere a ritmi uguali od
                        inferiori a quelli di una chiaramente dimostrata e controllata capacità di assimilazione da parte
                        dell’ambiente stesso;
                   – devono essere mantenuti i servizi di sostegno all’ambiente (ad esempio, la diversità genetica e
                        la regolamentazione climatica);
                   – la società deve essere consapevole di tutte le implicazioni biologiche esistenti nell’attività
                        economica.
              La sostenibilità ambientale, tuttavia, non deve essere interpretata con un approccio isolato e meramente
              vincolistico, ma una Regione che valorizza il proprio patrimonio ambientale e naturale, anche come
              volano per lo sviluppo di un turismo sostenibile in integrazione con le dimensioni economica, sociale e
                istituzionale, come eccellente opportunità per promuovere, attraverso la piena valorizzazione dei saperi
                e delle competenze che la stessa comunità ed economia regionale presentano.
                La prossima legislatura sarà perciò orientata a favorire anche in questo settore l’innovazione per
                promuovere un modello di sviluppo sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
FVG 2013
Le nuove azioni
                        Raccogliendo l’impostazione proposta dalla Commissione Europea con il VI Programma di
Al passo con
                        azione per l’ambiente, comprendiamo che per far fronte alle sfide ambientali odierne è
l’Europa
                        necessario superare il mero approccio legislativo e assumere un approccio strategico, che dovrà
                        sfruttare vari strumenti e provvedimenti per influenzare il processo decisionale negli ambienti
                        imprenditoriale, politico, dei consumatori e dei cittadini.
                        Da un lato ci proponiamo quindi di adottare l’approccio comunitario, proponendo un piano di
                        azioni che implementino gli assi prioritari di azione strategica individuati dalla Commissione:
                        migliorare l’applicazione della legislazione vigente, integrare le tematiche ambientali nelle altre
                        politiche, collaborare con il mercato, coinvolgere i cittadini modificandone il comportamento e
                        tener conto dell’ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale.
                        Dall’altro intendiamo raccogliere le sfide poste dall’imperativo di uno sviluppo sostenibile,
                        contribuendo a livello regionale e locale al raggiungimento degli obiettivi previsti nei settori
                        prioritari del cambiamento climatico, della natura e della biodiversità, della qualità ambientale e
                        della gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.
                        Per ogni piano o programma regionale avente impatto sull’ambiente, oltre alla piena
Partecipazione e
                        realizzazione delle previsioni normative per quanto attiene alla Valutazione Ambientale
confronto
                        Strategica (VAS), va promossa in via prioritaria una estesa applicazione della metodologia
                        partecipata di Agenda 21, da intendersi anche quale forma di consultazione prevista dalla
                        Direttiva 42/2001/CE.
                        Tutti i progetti relativi a grandi infrastrutture, che abbiano un impatto significativo
                        sull’ambiente, dovranno essere portate a un "Tavolo di concertazione ambientale", dove valutare
                        le alternative di progettazione con il concorso dei portatori di interessi e delle comunità
                        interessate.
                        L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale deve assumere un ruolo non limitato
                        solamente al controllo, ma anche di sostegno alla capacità valutativa attraverso adeguati
                        strumenti capaci di promuovere un approccio sistemico al monitoraggio e conseguentemente
                        alla valutazione del rischio ambientale.
                        La legislazione rimane l’elemento centrale per rispondere alle sfide di carattere ambientale e la
Legislazione
                        completa e corretta attuazione delle normative esistenti è una priorità. Per questa ragione ci
ambientale
                        proponiamo due obiettivi ambiziosi:
                             –    la redazione di un Testo Unico delle disposizioni in materia di ambiente;
                             –    la redazione, l’integrazione e il coordinamento dei diversi strumenti di pianificazione e
                                  programmazione esistenti in materia di ambiente.
                        E’ necessario integrare gli obiettivi del cambiamento climatico nelle varie politiche regionali e
Cambiamento
                        segnatamente nella politica energetica e in quella dei trasporti. La sistematica attuazione del
climatico
                        piano energetico regionale dovrà portare la nostra regione al pieno rispetto dei parametri e delle
                        scadenze previste nell’accordo di Kyoto.
                        Obiettivo prioritario è la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, obiettivo che
                        intendiamo perseguire con l’implementazione delle misure specifiche che seguono:
                             –    interventi per migliorare l’efficienza energetica;
                             –    sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili;
                             –    promozione di accordi con l’industria;
                                                                                                                            20
             –    programmi di risparmio energetico.
        La pianificazione regionale deve assumere il rispetto degli obiettivi del contenimento delle
Energia
        emissioni di CO2, anche alla luce delle recenti Direttive UE, che impongono l’obiettivo della
        riduzione del 20%.
        Per conseguire tale obiettivo vanno messe in atto una serie di azioni, quali:
             –    interventi per promuovere il risparmio energetico negli edifici (sostegno alla
                  certificazione energetica degli stessi; adeguamento degli edifici pubblici);
             –    sostegno alla diffusione del fotovoltaico;
             –    biomasse, da intendersi come chiusura di filiera a livello locale;
             –    misure di incentivazione per sostenere un utilizzo dei mezzi pubblici, in particolare da
                  parte dei lavoratori e studenti pendolari;
             –    misure di incentivazione per promuovere la transizione da gomma a rotaia nel trasporto
                  delle merci;
             –    interventi per promuovere l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per gli
                  impianti autorizzati a emettere gas a effetto serra.
        Fonti rinnovabili
        La grande sfida da affrontare con determinazione è però quella delle fonti rinnovabili, con
        l’obiettivo di garantire nel medio periodo al FVG innanzitutto il minor impatto ambientale
        possibile, ma contestualmente anche sicuri livelli di approvvigionamento a condizioni
        economiche ottimali.
        Dopo l’approvazione del Piano Energetico Regionale e delle nuove misure del Programma
        Sviluppo Rurale e dell’Obiettivo Competitività e Occupazione, sarà necessario dare un
        significativo impulso alla crescita di un sistema di produzione e consumo energetico da fonti
        rinnovabili sia naturali (sole, vento, geotermia, acqua) che primarie (legno, oleaginose, biogas,
        zuccherine, ecc.) le cui potenzialità appaiono enormi in termini di energia producibile e di
        sviluppo tecnologico, di innovazione e occupazionale per il sistema produttivo regionale.
        Si tratta di orientare le scelte verso un sistema di producibilità energetica fortemente collegato al
        territorio, alle sue produzioni, all’integrazione di filiera, in grado di mantenere il valore aggiunto
        nelle mani dei produttori. Vanno create nuove professionalità legate all’energia quale settore
        strategico su cui costruire autonomia, benessere, qualità ambientale.
        Le migliori esperienze dei paesi contermini, Austria in particolare, ci indicano una strada ricca di
        potenzialità che andrà sviluppata e diffusa per conseguire gli obiettivi di risparmio e riduzione
        dei combustibili fossili che l’Unione Europea ha fissato per il 2020.
        Andrà sostenuta dunque:
             –    la nascita di progetti integrati territoriali per la diffusione di impianti di cogenerazione
                  termica ed elettrica, a partire dall’uso del legno quale materia prima rinnovabile più
                  diffusa e facilmente reperibile, con l’obiettivo di una diffusione di queste iniziative in
                  almeno il 50% degli insediamenti nell’area montana;
             –    la diffusione di impianti a biogas e a oli vegetali per integrare i redditi degli allevatori e
                  agricoltori con l’obiettivo dell’70% di presenza di tali impianti nelle aziende di
                  media/grande dimensione, attraverso adeguate misure di sostegno sia economico che
                  progettuale;
             –    l’installazione di impianti solari, fotovoltaici, eolici, con l’obiettivo del 10% di
                  produzione del fabbisogno a fini residenziali;
             –    la valorizzazione delle risorse geotermiche dando priorità alle aree in cui esse sono
                  state individuate dal recente studio e dalla relativa carta messa a punto dai competenti
                  servizi dell’amministrazione regionale.
        In particolare, per promuovere la diffusione del fotovoltaico, con lo scopo di fare del FVG la
        Regione europea che maggiormente produce energia elettrica di origine fotovoltaica, verranno
        proposti due programmi:
                        1.  il primo finalizzato a incentivare la produzione domestica, con la previsione di
                            un cofinanziamento regionale per l’installazione dei pannelli fotovoltaici;
                                                                                                                 21
                                   2. il secondo finalizzato a incentivare la produzione da parte delle imprese con
                                      un cofinanziamento regionale per l’installazione dei pannelli fotovoltaici.
                   Si prevede l’attivazione di un Osservatorio epidemiologico regionale, che integri a rete le
Qualità ambientale
                   competenze espresse dal sistema di controllo ambientale (ARPA), dal sistema sanitario
e salute
                   regionale, dalle Università presenti nel territorio regionale.
                   Obiettivo di tale osservatorio sarà di realizzare una effettiva capacità di valutazione da parte del
                   sistema regionale, negli specifici contesti territoriali, della reale esposizione a fattori di rischio
                   per la salute in relazione a potenziali esposizioni ambientali. In questa logica si dovrà, per
                   esempio, procedere alla sistematico incrocio dei dati raccolti da ARPA con riferimento alla
                   presenza di elementi inquinanti e i dati epidemiologici raccolti dalla Aziende Sanitarie e
                   dall’ARS. In questo modo sarà possibile non solo comprendere il reale impatto delle più diverse
                   emissioni, ma definire anche una corretta scala delle priorità di intervento.
                   La vigente disciplina delle aree naturali protette (LR n. 42/1996) richiederà un’attenta revisione,
Gestione delle
                   non solo alla luce della devoluzione di funzioni avvenuta con la LR n. 24/2006, ma soprattutto a
risorse naturali
                   fronte delle esigenze di coordinamento con le normative europee e nazionali, che hanno
                   ridisegnato il sistema di tutela delle aree protette a seguito dello sviluppo delle Zone di
                   Protezione Speciale (ZPS) e dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), introdotti dalle Direttive
                   Europee "Habitat" e "Uccelli".
                   La Regione sarà quindi chiamata a potenziare la salvaguardia delle aree naturali presenti sul
                   territorio regionale e la tutela della biodiversità degli ambienti naturali attraverso un disegno
                   organico di pianificazione e di gestione del territorio, basato sul "Sistema delle aree regionali
                   ambientali" organizzato e gestito secondo i seguenti criteri:
                   1) dovrà essere costituito da tutti i territori della Regione, variamente caratterizzati sotto il
                   profilo naturale, paesaggistico e ambientale, che richiedono una pianificazione e una gestione
                   ambientale specifica e coordinata con il restante territorio: solo in questo modo sarà possibile
                   promuovere in forma unitaria la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e
                   gestire in forma integrata le aree protette di cui alla legge 394/1991 (parchi naturali e riserve
                   naturali), i biotopi regionali, i parchi comunali e intercomunali, e i siti della Rete Natura 2000.
                   Verrà, quindi, realizzata una rete ecologica regionale che farà parte integrante della rete
                   nazionale ed europea;
                   2) il sistema dovrà essere gestito mediante un "programma pluriennale": uno strumento per lo
                   sviluppo delle azioni di indirizzo e valorizzazione delle aree di interesse naturalistico, nonché
                   per il coordinamento delle medesime con le aree naturali protette interregionali e transnazionali.
                   Verranno disciplinati ed elaborati i Piani di gestione delle aree protette e i Piani di gestione dei
                   siti della rete Natura 2000, quali strumenti di pianificazione ambientale ai cui contenuti saranno
                   chiamati a conformarsi anche gli strumenti urbanistici comunali;
                   3) dovrà essere attivato un sistema permanente di monitoraggio della rete ecologica regionale
                   anche mediante l’istituzione della Banca dati della biodiversità, da coordinarsi con gli altri
                   Sistemi Informativi istituiti dall’Amministrazione regionale;
                   4) agli enti locali potranno essere conferiti compiti amministrativi e le relative risorse per la
                   gestione delle aree regionali ambientali, con eccezione dei parchi regionali e nel rispetto delle
                   competenze Provinciali in materia di difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente,
                   protezione della flora e della fauna;
                   5) verrà promossa la partecipazione dei portatori di interessi e delle associazioni ambientaliste
                   nella formazione delle decisioni degli enti locali e degli organi gestori delle aree protette, anche
                   mediante l’istituzione di un Tavolo di Partenariato Ambientale.
                   Parco internazionale del Carso
                   Particolare significato assume la costituzione del Parco Internazionale del Carso, che potrà dare
                   promozione e tutela dell’area transfrontaliera e che rappresenta un valore naturalistico ma anche
                   socio-culturale di inestimabile valore che può così divenire modello di uno sviluppo sostenibile
                   anche per altre realtà. La gestione del parco andrà affidata alle amministrazioni comunali in
                   forma associata.
                   Parco del mare
                   D’intesa con le amministrazioni locali la Regione si adopererà per garantire il supporto
                   finanziario di competenza al progetto, supportandone l’impatto turistico attraverso l’inserimento
                                                                                                                          22
      all’interno dell’attività di promozione di Turismo FVG, assicurandogli una adeguata visibilità a
      livello internazionale. Attiverà inoltre tutte le iniziative più opportune al fine di garantire
      l’integrazione e la valorizzazione di questa importante struttura all’interno del sistema di ricerca
      e protezione dell’ambiente marino.
      E’ di fondamentale importanza che nella prossima legislatura venga redatto, adottato e avviata
Acqua
      l’implementazione del Piano di Tutela delle Acque.
      Pertanto andrà prioritariamente recepita la Direttiva Quadro "Acqua" (Direttiva 60/2000/CE) e
      la Direttiva "alluvioni" (60/2007/CE).
      Inoltre, dovranno essere revisionate le aree vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine
      agricola, in applicazione della c.d. Direttiva Nitrati.
      Le ATO, una volta approvato il Piano di Tutela delle acque, dovranno procedere alla revisione
      dei piani di ambito, assumendo programmi di manutenzione e di escavazione, nonché
      promuovere la gestione del ciclo chiuso dell’acqua per gli insediamenti produttivi.
      Tra le priorità che dovranno essere affrontate dai Piani d’Ambito assume sicuramente grande
      rilevanza, anche in termini economici, la soluzione della depurazione sia per gli scarichi civili
      sia per quelli industriali. Dovranno trovare quindi soluzione casi quali, ad esempio, il c.d.
      Tubone di S. Giorgio di Nogaro e i depuratori di Trieste.
      E’ inoltre già previsto dalla legge e il processo dovrà essere realizzato nella prossima legislatura,
      la formazione di un ATO unico regionale per la risorsa "acqua".
      Azioni di medio e lungo termine
           – Accelerare la riconversione irrigua con l’obiettivo del 100% di impianti di irrigazione a
                pioggia, alimentati con l’uso dei reflui da depuratori, ovvero con impianti a goccia,
                ancora più efficienti in termini di risparmio idrico.
           – Salvaguardare le falde freatiche e artesiane, da una parte attraverso il rilascio nel fiume
                Tagliamento di una parte delle portate irrigue derivate sia al nodo di Ospedaletto che in
                destra Tagliamento durante i mesi nei quali non è attiva l’irrigazione, dall’altro
                attraverso la predisposizione sul territorio di impianti di ravvenamento artificiale. E’
                fondamentale approfondire le valutazioni di carattere economico ed ambientale.
           – Sperimentare anche nella nostra regione nuovi sistemi di risparmio idrico nel settore
                agricolo come servizi interattivi di supporto all’irrigazione che (sulla base di dati di
                area forniti sia da strumenti e sensori a terra che dall’elaborazione di immagini
                satellitari) hanno consentito notevoli risparmi idrici nelle zone in cui sono stati testati.
           – Realizzazione di invasi montani e collinari per la trattenuta dell’acqua da rilasciare nei
                mesi estivi, sviluppando quanto già previsto dalla legge strumentale 2008.
           – Introdurre programmi a media scala per il risparmio idrico in ambito residenziale
                domestico, con predisposizione di strumenti di promozione ed eventuali incentivi
                economici per l’installazione di nuovi dispositivi di efficienza idrica e il controllo
                volontario dei consumi.
           – Definire il regolamento tecnico, come specificato dalla L.R. 18/08/2005 n. 23
                "Disposizioni in materia di edilizia sostenibile" che disciplina la raccolta delle acque
                piovane dai tetti e introdurre forme di incentivazione, al fine del riutilizzo delle acque
                per scopi non potabili in ambito domestico, attraverso sistemi e tecnologie sicure ed
                efficienti.
           – Istituzione di azioni di sperimentazione per interventi di ricarica delle falde mediante
                infiltrazione delle acque meteoriche drenate dai sistemi urbani e raccolte da aree
                impermeabili, come piazzali antistanti sedi di attività commerciali, o aree adibite a
                parcheggi, attraverso l’utilizzo di idonee pavimentazioni e sistemi di accumulo
                temporaneo e lento rilascio in falde delle acque raccolte.
      Azioni nel breve termine per contrastare l’emergenza siccità
           – Permettere e agevolare mediante procedure semplificate la realizzazione in stato di
                emergenza di pozzi sia consorziali sia privati per l’attingimento di acqua da falde
                sotterranee. La concessione di pozzi sarà comunque subordinata al rilascio dei corpi
                idrici naturali durante i mesi non irrigui del quantitativo di acqua emunto dai pozzi.
           – Operare il massimo risparmio possibile per mezzo di azioni di sensibilizzazione, di
                                                                                                             23
                                riduzione dell’apporto idrico, esclusione delle bagnature di soccorso, chiusura
                                temporanea degli impianti di erogazione a seguito di precipitazioni e, se necessario,
                                sospensione totale delle irrigazioni escluse le colture pluriennali.
                          –     Intervenire presso i gestori degli impianti idroelettrici affinché rilascino una parte del
                                volume invasato per l’irrigazione.
                          –     Riutilizzare cave abbandonate intercettanti la falda attraverso derivazioni provvisorie.
                          –     Attuare procedimenti non strutturali come, ad esempio, la definizione di un protocollo
                                di comportamenti obbligatori suddivisi in scala di emergenza idrica.
                     L’inquinamento atmosferico rappresenta un grave pericolo per la salute umana e per l’ambiente:
Aria
                     problemi respiratori, morti premature, eutrofizzazione e degrado degli ecosistemi a causa della
                     deposizione di azoto e sostanze acide sono solo alcuni degli effetti di questo problema che è al
                     contempo locale e transfrontaliero. Per quanto riguarda la salute, l’ozono troposferico e,
                     soprattutto, il particolato (in particolare le polveri sottili o PM2,5), sono le sostanze che destano
                     maggiori preoccupazioni.
                     Per definire il piano di azione, sarà tuttavia necessaria la redazione della zonizzazione del
                     territorio regionale, individuando le aree di mantenimento, quelle a rischio di superamento e
                     quelle di risanamento. Per tali zone, individuate in relazione al rispetto o meno dei limiti di
                     immissione, il piano dovrà prevedere azioni di governo appropriate (di mantenimento, di
                     riduzione, di risanamento).
                     Tra i provvedimenti proposti, assume rilievo prioritario la presentazione di norme per la
                     prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente che
                     prevedano misure di limitazione alla circolazione e all’utilizzo dei veicoli.
                     La gestione dei rifiuti si presenta assai differenziata sul territorio regionale, mentre è necessario
Gestione dei rifiuti
                     predisporre una strategia che metta al sicuro il FVG dalle emergenze e dia sostenibilità di lungo
                     periodo all’attività di smaltimento. La proposta di lavoro prevede dunque:
                     La redazione di un nuovo piano regionale per i rifiuti urbani che promuova la diffusione in tutto
                     il territorio regionale della raccolta differenziata e sostenga il raggiungimento degli standard
                     desiderati a livello comunitario e nazionale (70% di differenziazione entro il 2013 su tutto il
                     territorio regionale).
                     Il coordinamento e linee guida uniformi per l’incentivazione della raccolta differenziata ed
                     adesione alle Direttive Europee in materia di ciclo integrato dei rifiuti.
                     La realizzazione di un programma, in armonia con il piano regionale, per l’autosufficienza della
                     regione nel trattamento e smaltimento dei RSU con un piano di investimenti per la realizzazione
                     e manutenzione degli impianti in dimensione e quantità adeguate ad affrontare il fabbisogno
                     regionale.
                     La predisposizione di un piano regionale per la gestione di situazioni di emergenza determinate
                     dagli impianti di trattamento dei rifiuti, con la previsione di accordi interregionali e
                     internazionali di soccorso.
                     La definizione della normativa inerente le modalità di gestione del servizio di gestione integrata
                     ambientala che preveda la realizzazione di un Ambito territoriale unico e preveda sistemi di
                     controllo dei livelli tariffari e carte dei servizi che assicurino adeguati standard di qualità del
                     servizio medesimo.
                     L’adozione di un programma di educazione ambientale, anche con il coinvolgimento di
                     produttori e consumatori, che sostenga comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, diffonda la
                     cultura del recupero e valorizzi stili di consumo eco-sostenibili.
                     Nuove tecnologie per la gestione dei rifiuti
                     Vanno, seppure con la dovuta cautela, sperimentate nuove tecnologie per il trattamento e lo
                     smaltimento dei rifiuti. Tra queste una tra le più promettenti è quella dei "Dissociatori
                     molecolari" (eventualmente in associazione con impianti di depurazione dei gas), tecnologia
                     che potrebbe superare quella di termovalorizzazione.
                     La salvaguardia delle risorse rinnovabili e la tutela della biodiversità biologica di cui la nostra
Educazione
                     regione è particolarmente ricca, sono sempre più temi di grandissima attualità.
ambientale
                     La necessità di iniziative utili a tutelare le risorse naturali è stata affrontata attraverso importanti
                     accordi internazionali che vanno dalla Convenzione di Rio De Janeiro, alla ratifica delle
                                                                                                                              24
                  direttive Comunitarie quali la Direttiva 92/43 "Habitat", alla cui applicazione sono impegnati
                  tutti gli stati membri.
                  La sfida non è solo quella della semplice tutela, della conservazione e della trasmissione passiva,
                  alle future generazioni, di un patrimonio di risorse naturali ricevuto in eredità dai padri e da
                  trasmettere come tale ai nostri figli, ma è anche quella della sua piena valorizzazione sociale ed
                  economica e dello sviluppo delle risorse, impedendone, al contempo, il depauperamento nella
                  consapevolezza del valore che esse assumono per la collettività regionale.
                  Da qui la necessità di consolidare strategie di crescita basate sullo sviluppo sostenibile, ma
                  anche di portare alla luce e mettere in primo piano le risorse naturali attraverso la crescita di una
                  coscienza ambientale ed ecologica da formare e sostenere attraverso specifici percorsi di
                  didattica ambientale, di conoscenza e approfondimento dell’ambiente, delle risorse naturali e, in
                  genere, del territorio. Queste trovano nelle scuole un importante momento di progettazione e
                  crescita e nella Regione e negli Enti locali uno strumento per la divulgazione delle possibilità di
                  sviluppo, anche economico, offerte dalla presenza di queste risorse.
                  A questo concorrerà l’attività del Corpo forestale regionale e del nuovo Centro Didattico
                  Naturalistico di Basovizza secondo un programma di iniziative che coinvolgerà in particolare le
                  scuole della Regione.
                  Difesa dai rischi
Suolo
                  Il tema del rischio per il territorio è alla base di ogni considerazione legata al suo sviluppo e alla
                  sua tutela. In questa direzione ha lavorato la proposta di nuovo Piano Territoriale Regionale,
                  giunta quasi alla sua definitiva approvazione.
                  In particolare il documento di pianificazione individua:
                        – per il rischio idraulico, la definizione negli strumenti della pianificazione territoriale, ai
                             diversi livelli, della rete idrografica; le prescrizioni in ordine agli studi di compatibilità
                             idraulica e di valutazione dell’impermeabilizzazione dei suoli; le misure di
                             salvaguardia per la realizzazione delle opere di sicurezza idraulica previste dai PAI
                             (Piano per l’Assetto Idrogeologico) relativi ai bacini di laminazione del Tagliamento,
                             Livenza e Cormor; le misure compensative come pavimentazioni drenanti e invasi
                             temporanei;
                        – per il rischio geologico e idrogeologico, il recepimento dei contenuti dei PAI (frane) e
                             la perimetrazione del vincolo idrogeologico;
                        – per il rischio valanghivo, recepisce la normativa vigente in materia;
                        – per il rischio di incendio boschivo, prevede l’aggiornamento del censimento delle aree
                             in edificabili a seguito di incendio boschivo e il recepimento delle opere previste dal
                             Piano regionale di difesa del patrimonio forestale dagli incendi.
                  Infine, in riferimento alle aree carsiche, la proposta di PTR adotta prescrizioni in merito alla
                  delimitazione di dettaglio delle aree carsiche e alla loro tutela: doline, formazioni calcaree,
                  epigee e ipogee, individuazione di nuove cavità, rapporti con il catasto regionale delle grotte.
                  Tutte le previsioni e prescrizioni dovranno quindi trovare applicazione nella prossima
                  legislatura.
                  Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)
                  La Regione Friuli Venezia Giulia ha un consistente patrimonio di materiali lapidei che vengono
                  utilizzati nel settore industriale. Le attività necessarie a dotare la regione di un piano che
                  consenta di definire le aree maggiormente vocate allo svolgimento di tale attività, nel rispetto
                  dei valori ambientali presenti sul territorio, sono state avviate nella trascorsa legislatura. I
                  materiali e le elaborazioni già realizzate, una volta affrontato il processo di VAS, dovranno
                  essere portate a compimento, con l’obiettivo di definire le aree in cui non è possibile procedere a
                  escavazioni, la definizione di regole chiare per lo svolgimento delle escavazioni, ma anche e
                  soprattutto l’individuazione delle migliori modalità di recupero ambientale dei siti, una volta
                  dismessi.
                  Per quanto riguarda la protezione civile, settore nel quale la Regione FVG eccelle in Italia,
Protezione civile
                  dovranno proseguire le attività già avviate lungo le tre direttrici fondamentali:
                  1) potenziamento dei sistemi informativi ad alta tecnologia:
                        –    realizzazione delle sale operative dei comandi provinciali e della direzione regionale
                             dei Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri; collegamento in ponte
                             radio con la Sala Operativa Regionale di Palmanova; collegamento delle sale operative
                             delle polizie municipali dei maggiori comuni della Regione con la Sala Operativa
                                                                                                                            25
                         Regionale di Palmanova;
                    –    operatività del sistema di sorveglianza televisiva da elicottero per la ripresa delle aree
                         colpite da emergenze di protezione civile, sicurezza e sorveglianza del territorio e
                         difesa civile;
                    –    realizzazione della rete radio TETRA per protezione civile, sanità e corpo forestale
                         regionale, nonché per le polizie municipali, e realizzazione della sala radio
                         regionale unica per la gestione emergenze;
                    – realizzazione della rete Wi MAX di Protezione Civile.
               2) potenziamento delle infrastrutture di servizio della protezione civile e dei servizi generali:
                    –    realizzazione del Piano regionale e dei Piani Comunali di emergenza di PROTEZIONE
                         CIVILE (per 219 comuni) e prosecuzione delle attività di addestramento;
                    –    realizzazione dei magazzini protezione civile, centro di documentazione nazionale di
                         protezione civile, centro di formazione del volontariato di protezione civile a
                         Palmanova;
                    –    coordinamento e supervisione delle attività delle Regioni in materia di protezione civile
                         e in raccordo con la Direzione Centrale della Protezione Civile nell’ambito della
                         Conferenza unificata Stato-Regioni-Presidenti;
                    –    realizzazione dell’attività tecnico scientifica e tecnologica finalizzata alla realizzazione
                         di prototipi HW e SW per applicazioni di protezione civile.
               3) opere ed interventi di ripristino dei danni
                    –    diaframmatura degli argini di linea di costa regionale per la difesa della bassa pianura
                         friulana da eventi meteomarini estremi;
                    –    realizzazione di opere di pronto intervento di messa in sicurezza del territorio e di
                         prevenzione urgente conseguenti a dissesti conclamati o potenzialmente pericolosi;
                    –    completamento delle opere di pronto intervento OPCM n. 3405, 3610, 3495, 3309 e
                         simili.
               La situazione delle aree industriali inserite nei siti di Trieste e della Laguna di Marano e Grado è
Siti inquinati
               particolarmente critica. Gli adempimenti previsti dalla vigente normativa (D. Lgs. 152/2006)
               non consentono infatti alle imprese insediate di svolgere qualsiasi intervento edilizio prima di
               aver caratterizzato le matrici ambientali (suolo, acque superficiali e sotterranee), al fine di
               definirne lo stato di contaminazione e, quando necessario, aver eseguito i necessari interventi di
               bonifica o di messa in sicurezza.
               La politica regionale della prossima legislatura deve ripartire dall’accordo già siglato con il
               Governo italiano che prevede l’attivazione di azioni per la rideterminazione delle perimetrazioni
               dei SIN, per assicurare il risanamento dei siti inquinati e per evitare obblighi per le aree non
               interessate, nonché per ricercare soluzioni finalizzate alla messa in sicurezza e bonifica a costi
               ridotti delle aree, che valorizzino gli ambiti bonificati, e per la soluzione dei problemi legati alle
               aree lagunari.
               Per quanto riguarda il Sito Inquinato d’Interesse Nazionale di Trieste sono in corso le procedure
               necessarie a giungere alla stipulazione dall’Accordo Quadro con il Ministero dell’Ambiente, che
               finanzierà caratterizzazione e messa in sicurezza del sito, attività che dovranno prendere avvio
               con la massima celerità.
               Per quanto riguarda la Laguna di Grado e Marano, sarà necessario procedere con un’analogo
               processo di concertazione, e quindi condivisione delle responsabilità e degli oneri finanziari, con
               il Ministero dell’Ambiente.
               Da ultimo, ma non meno rilevante, l’intervento regionale da mettere in campo per i siti inquinati
               di interesse regionale, la cui individuazione comporta la necessità di provvedere in tempi certi e
               rapidi all’esecuzione di interventi finalizzati al recupero di aree di interesse e pregio ambientale
               e di aree destinate alle attività artigianali e industriali.
               L’azione, nell’ambito della legislatura, dovrà garantire il passaggio da tutte le gestioni
               commissariali attualmente in atto alla gestione ordinaria.
                                                                                                                      26
                Innovazione, ricerca e sviluppo
I motori del
cambiamento
FVG 2008
                L’introduzione delle nuove tecnologie digitali, delle biotecnologie, e le nuove prospettive aperte dalle
Le idee guida
                nanotecnologie oltre che l’affermarsi di nuovi modelli di consumo e di produzione caratterizzati da un
                ampliarsi della gamma di beni e servizi, sempre più personalizzati, hanno messo in discussione il modello
                della grande impresa, che funzionava perché capace di accumulare conoscenza scientifica e tecnologica e
                quindi di diventare agente protagonista del cambiamento tecnologico.
                Una volta raggiunta la frontiera tecnologica, e in presenza di nuove rivoluzioni tecnologiche quali quelle
                dell’informazione e della comunicazione, anche per le economie europee l’innovazione alla frontiera è
                divenuta il più importante motore di crescita
                Ciò richiede nuove forme di organizzazione, imprese meno integrate verticalmente, una maggiore mobilità,
                una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, una maggiore rilevanza dei mercati finanziari, una
                maggiore domanda di R&S, una maggiore domanda di formazione superiore.
                Ma l’innovazione si realizza in primo luogo con la creazione di nuova e diversa capacità produttiva e tale
                processo di ristrutturazione implica rotture, distorsioni e squilibri che dal processo produttivo si estendono
                all’attività economica nel suo complesso (disoccupazione – inflazione).
                Il cuore del problema è l’insufficienza dell’accumulazione di capitale rispetto a quanto richiesto per
                garantire a un’economia che affronti innovazioni tecnologiche radicali una crescita stabile e la piena
                occupazione. Stabilità dei prezzi, flessibilità del mercato, equilibrio di bilancio di per sé non sono in grado
                di far sì che le imprese e più in generale gli agenti economici si impegnino effettivamente in un rischioso
                processo di trasformazione strutturale. Essi hanno bisogno di essere effettivamente e fortemente sostenuti e
                aiutati a condurre a termine questo processo.
                Linee di azione prioritarie per la politica regionale della prossima legislatura saranno quindi:
                     – sostegno all’offerta di ricerca da parte del sistema regionale e alla domanda di ricerca da parte
                           delle imprese;
                     – promozione del talento dei giovani ricercatori, per contrastare la "fuga di cervelli" e offrire al
                           sistema economico regionale le migliori risorse intellettuali e professionali;
                     – diffusione della cultura della scienza e dell’innovazione tra i cittadini, e in particolare i giovani e
                           gli imprenditori;
                     – massiccia adozione di nuove tecnologie nella Pubblica Amministrazione, con il duplice obiettivo
                           del miglioramento della qualità dell’azione amministrazione e dell’alleggerimento del carico
                           burocratico in termini di riduzione dei costi della P.A.
FVG 2013
Le nuove azioni
                      Nell’ambito degli obiettivi volti a promuovere un sistema della ricerca più forte al servizio di
Ricerca
                      un’economia basata sulla conoscenza, verranno realizzate le seguenti azioni:
                      1. Sostegno a progetti di ricerca e innovazione
                      La Regione intende rafforzare il sostegno all’attività di ricerca, di innovazione e di trasferimento
                      tecnologico delle Università, degli Enti di ricerca e dei Parchi scientifici regionali. A tal fine
                      continueranno a essere promossi e finanziati progetti, selezionati sulla base di criteri che tengono
                      conto della capacità di costruire fattive collaborazioni tra mondo della ricerca e delle imprese, nei
                      settori che caratterizzano il sistema economico regionale o dove la Regione vanta delle eccellenze,
                      quali quelli della medicina e della scienza della salute.
                      2. Rafforzamento delle relazioni tra sistema della conoscenza e imprese
                      È necessario che la Regione prosegua con il percorso già avviato di creazione di un sistema integrato
                      di offerta di servizi nell’ambito della ricerca, della formazione, del trasferimento tecnologico capace
                                                                                                                             27
                di rispondere alla domanda di "conoscenza" delle imprese che operano nei settori che costituiscono
                massa critica del tessuto produttivo regionale, sia per la consistenza, che per il carattere altamente
                innovativo, nonché per il loro potenziale di sviluppo.
                Le azioni, volte a valorizzare e rafforzare la filiera della conoscenza e a promuovere il trasferimento
                delle conoscenze fra le università, gli organismi di ricerca e le imprese, vedono il coinvolgimento
                delle Imprese e delle loro rappresentanze, dei Parchi scientifici e tecnologici, degli Enti di ricerca e
                delle Università, del sistema della formazione, del sistema della finanza. Le azioni sono mirate sia a
                settori produttivi specifici (es biomedicina, navale-nautico), che ad aree tematiche che vedono il
                coinvolgimento di più cluster (es. domotica, ICT).
                3. Dalla ricerca all’impresa: azioni integrate per la nascita di start up innovative
                L’azione regionale è tesa a favorire programmi e progetti finalizzati a promuovere, supportare e
                avviare nuove imprese ad alto contenuto di conoscenza che prevedano accompagnamento,
                incubazione e supporto al venture capital.
                In questo ambito un ruolo importante potrà essere svolto da Friulia attraverso il Fondo AladIn, che è
                particolarmente vocato al sostegno di idee imprenditoriali innovative e collegate all’attività di ricerca
                svolta sul territorio regionale.
                4. Sviluppo delle reti internazionali del sistema della ricerca
                La Regione ritiene che il sistema della ricerca regionale – costituito da un significativo numero di Enti
                di ricerca e dal più elevato indice di ricercatori pro-capite a livello nazionale – grazie a forme di
                cooperazione territoriale a livello interregionale e transnazionale debba essere sempre di più integrato
                in un contesto internazionale, favorevole alla diffusione di tecnologie e di conoscenze, anche
                attraverso la creazione di network di ricerca e di innovazione. La Regione intende svolgere un ruolo di
                indirizzo politico-amministrativo, di selezione dei progetti di maggiore interesse, finanziati con risorse
                provenienti dalla programmazione comunitaria 2007-2013.
                La Regione intende candidarsi a una delle sedi dell’Istituto Europeo di Tecnologia la cui finalità è
                quella di istituire un partenariato integrato fra la scienza, l’impresa e l’istruzione per sviluppare un
                nuovo modello di innovazione. Studenti, ricercatori e imprese lavoreranno insieme nell’ambito delle
                comunità della conoscenza e dell’innovazione in primo luogo per sviluppare conoscenze nei settori
                prioritari e migliorare le competenze in materia di gestione della ricerca e dell’innovazione.
                Tra gli istituti aventi valenza internazionale pieno sostegno sarà garantito all’effettivo insediameto
                dell’IPED, l’Istituto per una Partnership a favore dello Sviluppo Ambientale (Institute on a Partnership
                for Environmental Development) . E’ la nuova Agenzia delle Nazioni Unite, collegata all’Unesco e
                con sede a Trieste, che si dedicherà specificamente alla formazione di tecnici internazionali nei settori
                della tutela dell’ambiente.
                5. Infrastrutture per la ricerca
                L’azione regionale di sostegno all’attività di ricerca trova attuazione anche nel rafforzamento e
                ottimizzazione delle infrastrutture destinate allo scopo, attraverso finanziamenti pluriennali, in una
                logica di continuità e di completamento rispetto a quanto attuato nel precedente quinquennio.
                Fra gli interventi avviati e che nella prossima legislatura si completeranno:
                     – la nuova sede della SISSA;
                     – il parco tecnologico Luigi Danieli di Friuli Innovazione;
                     – il Polo tecnologico di Pordenone;
                     – il Free Electron Laser presso il Sincrotrone di Trieste;
                     – il laboratorio della Risonanza Magnetica 3 Tesla presso l’Azienda Ospedaliera e
                          Universitaria di Udine che consente un’integrazione dell’utilizzo per scopo sanitario con
                          quello di ricerca da parte della SISSA.
                Le politiche per l’innovazione punteranno prevalentemente sulle linee di seguito descritte, oltre che su
Innovazione del
                specifiche azioni a sostegno del telelavoro.
sistema delle
imprese
                Sostegno agli investimenti delle imprese in R/S
                In continuità con quanto già intrapreso nella trascorsa legislatura il sostegno va ulteriormente
                assicurato attraverso gli efficaci strumenti previsti dalla legge 26/2005 nei confronti di tutta la platea
                delle imprese della regione e quelli specificamente mirati alle PMI di tutti i settori produttivi
                contemplati dalla LR 4/2005.
                                                                                                                        28
                 Un ruolo importante in questo ambito potrà essere svolto dalle Agenzie di Sviluppo dei Distretti
                 Industriali (ASDI) anche grazie all’utilizzo dei fondi nazionali e comunitari.
                 Progetto industria 2015
                 L’azione principale della Regione in questo progetto – già intrapresa nel secondo semestre del 2007 in
                 partnership con Area Science Park – è quella di sollecitazione e raccordo con il mondo produttivo in
                 senso lato e di messa in rete delle diverse imprese con l’obiettivo della costituzione di cordate di
                 soggetti in grado di realizzare ambiziosi progetti comuni nelle aree individuate dal MISE e dai diversi
                 responsabili di progetto (che ad oggi sono stati individuati per le aree della mobilità sostenibile, del
                 made in Italy, dell’efficienza energetica e della valorizzazione dei beni culturali).
                 Promuovere e valorizzare i giovani vuol dire investire sul futuro del nostro sistema della ricerca e
Giovani talenti
                 dell’innovazione, riconoscendo il merito e dando opportunità ai tanti talenti.
                 In particolare ci si propone di:
                       – sostenere l’attività dei dottorati e delle scuole di dottorato, anche elevando le borse di studio;
                       – privilegiare i progetti di ricerca che valorizzino adeguatamente l’apporto di giovani
                            ricercatori;
                       – promuovere programmi di mobilità dei ricercatori in entrata e in uscita;
                       – sviluppare programmi finalizzati all’attrazione di giovani talenti nella ricerca e nelle imprese
                            del Friuli Venezia Giulia;
                       – realizzare percorsi di formazione e di accompagnamento alla scelta imprenditoriale dei
                            giovani;
                       – sostenere la diffusione della Start Cup: la business plan competition tra idee imprenditoriali
                            innovative che si propone di favorire la nascita di giovane imprenditorialità, di promuovere la
                            ricerca applicata, di diffondere la cultura d’impresa e dare un concreto sostegno all’esigenza
                            di innovazione del sistema economico.
                 La Regione intende rafforzare le azioni di successo finalizzate alla promozione e alla diffusione a tutti
Cultura della
                 i livelli della cultura della scienza e dell’innovazione, dando sempre più spazio ai protagonisti
scienza e
                 dell’innovazione e valorizzando la loro "tensione" al risultato innovativo. Rientrano in tali iniziative:
dell’innovazione
                 – InnovAction
                 Fiera globale che offre l’opportunità di presentare, valorizzare, diffondere progetti, processi e servizi
                 innovativi e finalizzata a rafforzare la competitività delle imprese della regione nel panorama
                 internazionale, nonché a diffondere la cultura dell’innovazione evidenziandone l’importanza quale
                 valore competitivo. Questo evento, volto a diffondere la cultura dell’innovazione con particolare
                 riguardo al mondo produttivo, anche alla luce dei successi delle prime tre edizioni, dovrà
                 rappresentare sempre più l’appuntamento al quale imprese, mondo scientifico, studenti e cittadini non
                 potranno mancare.
                 – Innova Scuola
                 Manifestazione per la diffusione della cultura dell’innovazione all’interno del sistema regionale delle
                 istituzioni scolastiche, organizzata con la partnership della direzione scolastica regionale del Ministero
                 della P.I.
                 – Premio regionale per l’innovazione
                 Rappresenta un’ iniziativa, con cadenza annuale, avente ad oggetto un riconoscimento da attribuire
                 alle imprese, agli Enti no profit e alle Pubbliche Amministrazioni della Regione sulla base degli
                 elementi innovativi espressi dagli stessi nel loro processo di sviluppo.
                 – Fest
                 Evento finalizzato a promuovere la divulgazione scientifica presentando il panorama internazionale
                 dei mezzi di comunicazione e dell’editoria in ambito scientifico e proponendo un programma di eventi
                 culturali rivolti in particolare ai giovani.
                 – Divulgazione e turismo scientifico
                 Il patrimonio di competenze esistenti in campo scientifico va stimolato, sulla base di un programma
                                                                                                                          29
                   già avviato, a realizzare un’intensa attività di diffusione della cultura scientifica e dell’offerta culturale
                   funzionale anche allo sviluppo del turismo. Va in questa direzione anche l’impegno della Regione a
                   realizzare uno "Science Center" a Trieste, cui concorrano le principali entità scientifiche insieme ai
                   soggetti di promozione culturale e turistica del territorio.
                   Lo sportello unico al cittadino
ICT e e-gov per il
                   Utilizzando il medesimo metodo con cui è stato realizzato lo sportello unico all’impresa, che verrà
cittadino
                   ulteriormente implementato, la Carta Regionale dei Servizi e coinvolgendo le altre funzioni pubbliche
                   locali e centrali (INPS, INAIL, Agenzia delle entrate, Corte d’appello ecc. ) va costruito lo sportello
                   unico al cittadino quale modalità normale di accesso alla PA e di interazione con essa. Lo sportello è
                   in sé garanzia di trasparenza e imparzialità ma rende necessaria la riforma del procedimento
                   amministrativo nell’ambito delle indicazioni del codice per l’amministrazione digitale.
                   Per ottimizzare sempre più l’attività delle pubbliche amministrazioni regionali verrà sostenuto e
                   promosso        il    completamento        dell’informatizzazione,      dedicando   particolari     interventi
                   all’informatizzazione del comparto della sanità.
                   I servizi informatici e i diritti di cittadinanza
                   L’epoca della conoscenza e della diffusione della conoscenza richiede modalità adeguate di garanzia
                   dei diritti fondamentali di eguaglianza dei cittadini.
                   Il digital divide, infrastrutturale o culturale, assumerà sempre più il connotato di fattore di
                   discriminazione per l’effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza, per l’accesso alla conoscenza e ai
                   servizi.
                   Occorre, quindi, oltre al completamento della rete a banda larga su tutto il territorio regionale:
                        – garantire l’insegnamento dell’informatica nella scuola, a partire da quella dell’obbligo e
                              sostenere le scuole nella realizzazione delle aule attrezzate;
                        – intensificare l’attività di alfabetizzazione informatica sulle fasce di popolazione a rischio di
                              emarginazione, dando risposta a tutte le richieste;
                        – sviluppare servizi avanzati di infomobilità e telelavoro per garantire elevati standard di
                              informazioni e servizi sul territorio per i cittadini e le imprese;
                        – promuovere l’utilizzo della firma digitale nei rapporti tra cittadini e pubblica
                              amministrazione regionale, nonché l’utilizzo delle nuove tecnologie ICT e VOIP per le
                              comunicazioni tra cittadini e PA;
                        – creare, nello sportello unico, portali di accesso assistito al web e di formazione all’uso del
                              computer;
                        – sviluppare, col digitale terrestre, uno strumento parzialmente sostitutivo del PC per l’accesso
                              alla rete e ai servizi;
                        – sostenere ulteriormente la diffusione del PC, anche attraverso il sistematico riuso
                              dell’hardware dimesso dalla PA e dalle aziende pubbliche, e dei software open source.
                                                                                                                               30
              Istruzione e formazione
I motori del
cambiamento
FVG 2008
              In un programma che si prefigge come obiettivo l’innalzamento della qualità della vita e si intitola "la
Le idee guida
              Regione della Conoscenza", il ruolo che istruzione e formazione assumono è di fondamentale rilevanza.
              L’istruzione va vista come strumento fondamentale per il raggiungimento della piena dignità della persona,
              della sua consapevolezza; è base di partenza indispensabile per garantire l’autonomia di pensiero e giudizio
              del singolo individuo, e quindi la sua libertà, è il vero collante della convivenza civile.
              La formazione deve invece diventare un processo di continuo apprendimento in cui i talenti individuali
              vengono via via sviluppati e affinati in equilibrio con l’ambiente circostante, in modo da mantenere e
              sviluppare la coerenza tra le capacità individuali e le richieste del mercato del lavoro.
              Solo così è possibile garantire da un lato la vera realizzazione dell’individuo attraverso un impiego che sia
              in sintonia con le proprie personali inclinazioni e punti di forza, dall’altro sostenere concretamente la
              capacità competitiva del sistema produttivo regionale. In un mondo in cui la competizione sul prezzo ci
              vede perdenti per definizione, ed è basata in buona parte su una inadeguata tutela e remunerazione della
              manodopera nelle principali economie emergenti, la nostra scelta è quella di investire nell’intelligenza,
              nella qualità, nell’unicità del lavoro.
              Gli assi fondamentali sui quali verranno concentrate le azioni future sono:
                   – il contrasto agli abbandoni e alla dispersione scolastica;
                   – l’eliminazione di possibili barriere socioeconomiche per l’accessi al sapere;
                   – un forte impegno per l’integrazione degli alunni stranieri;
                   – la valorizzazione delle esperienze di eccellenza e innovative al fine di portare a una crescita
                        significativa il tasso di istruzione dei nostri cittadini sia in età scolare che adulta. In particolare,
                        favorire un progressivo aumento della quota di studenti che concludono con successo il ciclo della
                        scuola superiore e di quelli che proseguono gli studi oltre il diploma (corso di laurea, formazione
                        tecnica superiore);
                   – la messa a regime e il potenziamento dell’anagrafe dell’istruzione e della formazione;
              La Regione accompagnerà la scelta statale di elevare l’obbligo di istruzione a 16 anni. È una novità
              importante che deve essere realizzata con il sostegno di tutti, Stato, Regione, scuole, Enti locali,
              formazione professionale.
              Per quel che riguarda l’istruzione in particolare, si prevedono interventi specifici riguardanti:
                   – la diffusione della conoscenza delle lingue straniere, a partire dall’inglese, prevedendo una
                        generalizzazione dell’insegnamento basato sul metodo CLIL (Content and Language Integrated
                        Learning);
                   – lo sviluppo e potenziamento delle competenze informatiche e delle metodologie esperienziali,
                        anche attraverso l’adeguamento delle dotazioni laboratoriali;
                   – il sostegno dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e il potenziamento delle azioni di
                        sistema per la qualità dell’autonomia scolastica;
                   – la promozione della formazione tecnica superiore;
                   – l’individuazione e il potenziamento dei Centri Provinciali di Istruzione degli adulti;
                   – la diffusione e il sostegno dell’insegnamento delle lingue regionali.
              Il sostegno alle Università presenti in Regione deve avere il duplice scopo di garantire una eccellente
              qualità della ricerca, specie di quella più in sintonia con le peculiarità e i vantaggi competitivi del nostro
              territorio, e una moderna ed efficiente didattica in grado di garantire il continuo miglioramento dei nostri
              atenei nei ranking nazionali, ma in futuro ancor più in quelli internazionali. Il sistema di finanziamento
              dovrà essere coerente con questo sforzo mirato all’eccellenza ed evitare la frammentazione degli interventi,
              se non addirittura la loro contrapposizione.
              Apprendimento continuo e risorse umane per un’economia competitiva debbono essere gli obiettivi del
              sistema di formazione. Il sistema formativo si prefigge perciò da un lato di favorire l’esercizio dei diritti e
              l’accesso alle opportunità nel lavoro delle persone e dall’altro di promuovere la crescita di risorse umane di
              elevata capacità e professionalità per un’economia basata su un alto tasso di conoscenza. A ciò concorrono
              le diverse componenti del sistema (scuola, formazione professionale, Università, mondo del lavoro) che pur
              nella distinzione delle funzioni si devono integrare per rispondere a domande sempre più diversificate e
              complesse.
FVG 2013
Le nuove azioni
                    1. Complementarietà dei sistemi della formazione e dell’istruzione
Sviluppo delle
                    Va innanzitutto approvata la legge regionale sull’istruzione, formazione e integrazione tra i due sistemi,
capacità per la
                    i cui assi portanti sono già stati tracciati nella trascorsa legislatura e vedono il sistema dell’istruzione e
società della
                    quello della formazione come complementari.
conoscenza
                    Se i cittadini vogliono poter sviluppare meglio le loro capacità e competenze e realizzare il loro
                    potenziale, evitando il rischio di rimanere esclusi, è essenziale migliorare la qualità e il livello del loro
                    apprendimento. Sarà quindi ulteriormente affinato il sistema di certificazione e valutazione della qualità
                    della formazione e dell’istruzione, e reso sistematico lo studio degli esiti per quanto riguarda le
                    competenze acquisite, gli esiti sociali e occupazionali, potenziando i servizi di monitoraggio e
                    orientamento con l’obiettivo di:
                         – elevare costantemente il livello generale di istruzione e formazione della popolazione
                              regionale;
                         – promuovere la cooperazione tra i sistemi di istruzione e formazione e il mondo del lavoro e
                              della ricerca;
                         – incrementare i processi di formazione all’interno delle imprese.
                    Dovrà essere resa ancor più efficace la comunicazione rivolta alle famiglie e alle persone in ordine
                    all’offerta formativa e ai suoi esiti occupazionali.
                    Nell’ambito di tali obiettivi verranno consolidate le scelte già fatte a normativa vigente; come i libri di
                    testo in comodato, il potenziamento dell’offerta formativa, il diritto allo studio per tutti con sostegno
                    alle famiglie meno abbienti.
                    Per ampliare gli spazi e le potenzialità dell’intervento regionale sarà inoltre promossa l’approvazione di
                    norme di attuazione dello statuto regionale in materia di istruzione e formazione che apportino nuove
                    competenze e risorse e consentano di instaurare un rapporto diretto tra Regione e istituzioni scolastiche.
                    2. Lingue e nuove tecnologie
                    Verranno moltiplicati gli sforzi finalizzati all’apprendimento delle lingue straniere comunitarie,
                    l’inglese in particolare, quale contributo alla mobilità e alla competitività europea,. Dovrà inoltre
                    proseguire il lavoro già iniziato di alfabetizzazione informatica e di riduzione del digital divide. Per
                    entrambe le azioni l’obiettivo è di soddisfare il 100% delle domande pervenute entro il 2010.
                    3. Meta formazione
                    Sarà altresì perseguito con determinazione uno degli obiettivi principali che il Consiglio europeo
                    assegna ai sistemi formativi: la formazione professionale degli insegnanti e dei formatori. E’ essenziale
                    che la formazione sia orientata al futuro mentre gli insegnanti di oggi si sono formati in media 25 anni
                    fa. È per questo che bisogna con forza costruire i percorsi affinché i professionisti della scuola e della
                    formazione aggiornino continuamente le proprie competenze e mantengano nel tempo capacità
                    professionali adeguate a formare i cittadini e i lavoratori del futuro.
Accesso e long life 1. La risposta a un mondo in veloce cambiamento
                    La veloce evoluzione e trasformazione del mondo del lavoro fa sì che le conoscenze non possano più
learning
                    essere considerate come un’acquisizione definitiva e richiede un continuo aggiornamento delle
                    competenze. Per tali ragioni un sistema di istruzione e formazione efficace dovrà incoraggiare le
                    persone all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (long life learnig) e fornire informazioni e
                    orientamenti professionali nonché istruzione e formazione continua. L’accesso a sistemi di long life
                    learning sarà inoltre determinante nella lotta all’esclusione sociale e nella promozione delle pari
                    opportunità nel senso più ampio del termine.
                    Un facile accesso all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita è considerato a ragione una delle sfide
                    più impegnative, che potrà essere vinta ponendo in essere una serie di azioni concrete volte a prevenire e
                    contrastare l’abbandono scolastico e formativo facilitando l’accesso a tutti i sistemi di istruzione e
                    formazione superando gli ostacoli di natura informativa, socio-economica e organizzativa.
                                                                                                                                32
               2. Un’opportunità da garantire a chiunque
               Gli interventi programmatori della regione dovranno assicurare una diffusione equilibrata delle
               opportunità di formazione sull’intero territorio regionale, con particolare attenzione alle aree deboli del
               territorio montano e utilizzando comunque le più moderne tecnologie per l’apprendimento a distanza.
               Attenzione particolare va prestata all’integrazione delle persone in condizioni di svantaggio individuale
               e sociale e delle persone diversamente abili.
               Il costante incremento di nuovi arrivi in regione pone in maniera sempre più evidente l’importanza,
               anche ai fini del successo delle iniziative di inclusione sociale, di accompagnare i più giovani nella
               delicata fase dell’inserimento scolastico. A tal fine vanno ulteriormente definiti, d’intesa con la
               programmazione scolastica e formativa, gli interventi più opportuni affinché il 100% della popolazione
               scolastica immigrata possa conseguire entro 12 mesi dall’accesso un’adeguata integrazione.
               1. Educare alla scienza, formare all’imprenditorialità
Capitale umano
               Il Consiglio europeo di Lisbona ha sottolineato la necessità per le società europee di diventare
per l’economia
               imprenditoriali, nonché l’esigenza di "creare un ambiente favorevole all’avviamento e allo sviluppo di
competitiva
               imprese innovative" e l’esigenza per l’Europa tutta di compiere progressi in generale in questo settore.
               L’istruzione e la formazione debbono allora contribuire a sviluppare lo spirito imprenditoriale. Allo
               stesso tempo emerge l’esigenza di un’ampia diffusione della cultura e delle conoscenze in campo
               scientifico e tecnologico.
               In tale prospettiva verranno intraprese azioni finalizzate a :
                     – diffondere la cultura scientifica e tecnologica nel sistema formativo, in particolare scolastico;
                     – favorire l’inserimento dei laureati nelle discipline tecnico-scientifiche;
                     – promuovere la cultura imprenditoriale nelle scuole e nelle Università;
                     – favorire e sostenere percorsi di avvio all’imprenditorialità, sulla base dell’esperienza già
                          realizzata con il progetto Imprenderò;
                     – realizzare un centro per la diffusione della cultura d’impresa e per la formazione di
                          imprenditori e manager.
               2. Poli formativi specialistici
               Vanno ulteriormente sviluppati/realizzati poli formativi specialistici per realizzare un’offerta di
               formazione di qualità in settori strategici per la nostra economia, unendo le diverse competenze esistenti
               nel sistema formativo e così rispondendo in modo completo alla domanda di forte specializzazione e di
               alta qualità delle risorse umane. Tali poli potranno mettere a disposizione tutte le tipologie formative:
               dalla formazione di base all’alta formazione, con la partecipazione anche delle imprese e del sistema
               dell’innovazione. A questo riguardo entro il 2010 andranno realizzati:
                     – l’Alta Scuola del Turismo,
                     – il Polo formativo del Distretto Tecnologico del Mare,
               cui potranno seguire altri Poli quali ad esempio quello dell’ICT.
               1. La qualità degli atenei
Università
               Va ulteriormente promossa e sostenuta l’integrazione dell’offerta formativa, dell’attività di ricerca, di
               servizi di eccellenza tra gli Atenei con l’obiettivo di rafforzarne la qualità, garantendo altresì il
               superamento di duplicazioni e un migliore equilibrio economico complessivo del sistema, attraverso una
               riforma dei finanziamenti alle Università regionali, tesa a premiare iniziative che perseguono tali
               obiettivi strategici.
               2. I servizi
               Va perseguita una forte integrazione tra l’Università, l’offerta di servizi agli studenti e le città sedi di
               Atenei o di significativi insediamenti universitari. L’obiettivo è quello di garantire non solo il
               soddisfacimento dei bisogni essenziali della popolazione studentesca, ma di interpretare sempre più il
               diritto allo studio come strumento di creazione di un ambiente regionale ricco di opportunità
               diversificate a favore degli studenti universitari e di miglioramento della forza attrattiva degli Atenei e
               delle istituzioni di alta formazione regionali. L’azione di ottimizzazione delle strutture e dei servizi vede
               il coinvolgimento non solo delle Università e degli Enti regionali per il diritto e le opportunità allo
               studio universitario, ma anche di altri soggetti, da individuarsi in primo luogo nei Consorzi Universitari,
               nelle Camere di Commercio e negli Enti locali dei territori interessati. Rientrano in questa strategia
               anche interventi di completamento e ottimizzazione di Poli universitari quali il Parco dei Rizzi a Udine e
               quello dell’ex OPP a Trieste.
                                                                                                                          33
3. La mobilità
Vanno intensificate le azioni per favorire la mobilità anche internazionale degli studenti e dei ricercatori.
Opportunità significative possono essere colte con programmi di scambio transfrontaliero e più in
generale nell’area dell’Euroregione. In particolare si propone di adottare un programma di azioni che
consenta di quintuplicare il numero di studenti che partecipano ai programmi di scambio internazionale
(Erasmus ed altri),
4. L’attrattività internazionale del sistema universitario
La capacità internazionale del nostro sistema formativo è uno dei principali fattori attraverso il quale si
dà contenuto a una funzione strategica di riferimento del Friuli Venezia Giulia per un’area vasta della
nuova Europa. La Regione intende incrementare l’attrattività internazionale delle Università regionali
attraverso il sostegno finanziario di interventi che promuovono la partecipazione di studenti o laureati di
altri Paesi a iniziative formative di alto profilo realizzate in Regione, preferibilmente in maniera
integrata tra gli Atenei. Rientrano in tale strategia le azioni di sostegno regionale dell’offerta formativa
in lingua inglese, di partecipazione di studenti o laureati in regione a iniziative formative in altri Paesi
grazie ad accordi di scambio e mobilità con altri Atenei, di realizzazione di strutture destinate a collegi
universitari.
                                                                                                          34
I motori del  Semplificazione e qualità delle istituzioni
cambiamento
FVG 2008
              L’efficienza delle amministrazioni si misura oggi sempre più dalla capacità di essere al passo con i
Le idee guida
              tempi, all’altezza dei cambiamenti e dei ritmi del progresso. La funzionalità dell’amministrazione è
              una premessa indispensabile per il successo delle azioni di governo, per raggiungere nei tempi
              prestabiliti gli obiettivi posti ed è infine, molto spesso, il terreno sul quale il cittadino misura l’efficacia
              delle azioni pubbliche e giudica l’operato degli amministratori.
              La capacità delle imprese di competere è fortemente correlata all’efficienza del sistema di pubblica
              amministrazione che rappresenta spesso uno dei principali problemi connessi alla rapidità della
              realizzazione degli investimenti. Tutto ciò impone di ripensare i modi nei quali l’amministrazione
              agisce per far sì che, pur nel rispetto dei vincoli istituzionali e normativi, essa possa proiettarsi verso il
              futuro ed essere, a sua volta, motore del cambiamento.
              Per tali motivi intendiamo impegnarci in una seria azione di semplificazione che riguardi le regole, gli
              strumenti e i soggetti dell’agire amministrativo e in un progetto complessivo che garantisca la qualità
              delle istituzioni regionali.
              La semplificazione è un’esigenza di tutti gli ordinamenti moderni connessa alla loro crescente
              complessità e mutevolezza e rappresenta una delle sfide più impegnative poiché impone alle
              amministrazioni di rivedere costantemente, in una prospettiva di miglioramento continuo, le proprie
              regole e gli strumenti a disposizione per applicarle. Semplificare le regole significa ridurle, impegnarsi
              a produrne sempre meno e di migliore qualità, valutarne nel tempo i risultati sottoponendole al giudizio
              del cittadino, comunicarle efficacemente e semplicemente per colmare la distanza che le separa dai
              cittadini. È un obiettivo importante che dovrà impegnare tutta l’amministrazione e che richiederà lo
              sviluppo e la diffusione di una vera cultura della semplificazione e della qualità dei processi.
              Semplificare significa anche ridurre il peso della burocrazia, il costo degli oneri informativi che oggi
              rallentano lo sviluppo delle nostre imprese e rendono sempre più complicata la vita dei nostri cittadini.
              Per vincere questa sfida agiremo attraverso un censimento complessivo dei procedimenti relativi alle
              attività di impresa finalizzato all’eliminazione di tutti gli adempimenti amministrativi non strettamente
              necessari, mentre sul fronte del rapporto con il cittadino potenzieremo lo sviluppo delle tecnologie per
              facilitare l’accesso dei cittadini all’amministrazione regionale.
              Ma tutti i processi di semplificazione e riduzione dovranno essere realizzati garantendo la qualità
              complessiva delle istituzioni e delle norme e la correttezza delle azioni, che non devono essere
              sacrificate alla logica del risultato a qualunque costo. È per questo che grande spazio verrà riservato
              agli strumenti per la qualità della normazione e a quelli deputati a garantire la partecipazione dei
              cittadini e dei portatori di interessi alla formazione delle decisioni. Ciò vuole essere testimonianza di
              un impegno serio sul fronte della trasparenza, della chiarezza e della disponibilità a sottoporsi ad
              esame.
              Le idee guida dell’azione di governo per la qualità delle istituzioni saranno pertanto:
                   – Semplificazione, con la previsione di una corposa riduzione del numero complessivo delle
                         norme vigenti e l’applicazione dei percorsi di qualità alle nuove leggi, nonché la realizzazione
                         di un serio programma di riduzione degli oneri amministrativi posti a carico delle imprese e
                         dei cittadini.
                   – Sussidiarietà, con la prosecuzione delle azioni di esternalizzazione e devoluzione.
                   – Qualità delle istituzioni, per la riduzione dei costi della politica e la prosecuzione delle azioni
                         di riorganizzazione dell’amministrazione.
                   – Partecipazione, con la previsione del consolidamento della metodologia di agenda 21
                         nell’attività della Regione e l’impegno a costruire nuove modalità di partecipazione del
                         pubblico rispetto a tematiche di area vasta di particolare impatto sociale o ambientale.
                   – Relazioni internazionali e cooperazione, con la conferma dell’attività sul fronte dell’utilizzo
                         dei fondi comunitari, il consolidamento dell’Euroregione quale soggetto gestore di singoli
                         progetti finanziati con fondi comunitari e il rinnovato impegno regionale nei programmi di
                         cooperazione.
                                                                                                                               35
FVG 2013
Le nuove azioni
                 1. La riduzione dello stock di leggi
 Semplificazione
                 In FVG sono al momento vigenti circa 1400 leggi che nell’arco della legislatura verranno ridotte a
                 600, attraverso operazioni di ricognizione sull’attualità delle norme, abrogazioni espresse, leggi
                 annuali di riassetto normativo.
                 L’obiettivo della riduzione dello stock normativo è finalizzato da una parte a ridurre l’incertezza
                 per il cittadino determinata dalla parcellizzazione delle disposizioni attinenti un medesimo settore e
                 all’aggiornamento della normativa e dall’altra a definire nuovi spazi attualmente occupati dalla
                 normazione         che       possono        essere      restituiti     all’autonomia        dei     privati
                 (deregolamentazione/liberalizzazione).
                 2. La qualità
                 Le norme devono essere adeguate all’intervento da attuare, proporzionali agli obiettivi da
                 raggiungere, aggiornate e al passo con i tempi. Le leggi debbono essere costruite a partire dalla
                 conoscenza del contesto da normare in modo tale che le decisioni sul "se" e sul "come" procedere
                 siano assunte sulla base di dati concreti e su un’analisi completa delle opzioni possibili, anche (e
                 prioritariamente) di quella di non normare.
                 Per consolidare e mettere in pratica tali convinzioni l’amministrazione porterà a regime gli
                 strumenti di qualità normativa sperimentati nel corso della passata legislatura con l’obiettivo di
                 approvare poche leggi di altissima qualità. Tutti i disegni di legge verranno sottoposti ai Percorsi di
                 qualità (analisi di fattibilità o analisi di impatto della normazione) che prevedono l’ascolto dei
                 cittadini e delle imprese nella formazione della legge a partire dalla prima impostazione
                 dell’intervento normativo.
                 In particolare verrà utilizzata l’analisi di impatto della legislazione per tutti gli interventi normativi
                 in materia di ambiente, salute, servizi sociali, territorio, infrastrutture e attività produttive.
                 Verrà inoltre approvata una legge statutaria sulla qualità della legislazione nella quale saranno
                 stabilite le condizioni per l’emanazione tempestiva dei testi unici regionali e disposizioni
                 procedurali differenziate per la loro più veloce discussione e approvazione da parte del consiglio
                 regionale, mentre il riordino normativo con essi realizzato sarà reso più efficace e stabile attraverso
                 il divieto di intervenire sulla disciplina da essi riordinata in modo non esplicito e casuale.
                 Verrà altresì considerata la possibilità di introdurre una modifica allo statuto regionale che consenta
                 l’adozione su delega del Consiglio regionale di decreti legislativi regionali per l’emanazione dei
                 testi unici.
                 3. Il controllo
                 L’attenzione per lo strumento normativo non deve tuttavia esaurirsi nella fase della formazione
                 della legge ma deve mantenersi anche nel momento successivo della sua attuazione, allo scopo di
                 valutarne l’efficacia e le eventuali esigenze di modifica. A tal fine verranno approntati strumenti
                 per realizzare la valutazione di impatto della regolazione e di efficacia delle politiche che
                 monitoreranno nel tempo la vita e le applicazioni della norma di legge approvata.
                 4. La comunicazione
                 Gli atti normativi sono per loro definizione difficilmente leggibili dai singoli cittadini perché
                 utilizzano doverosamente un linguaggio tecnico la cui precisione è essenziale per garantire la loro
                 corretta interpretazione e applicazione. Tuttavia risulta importante offrire ai cittadini, alle imprese e
                 alle formazioni sociali un’informazione chiara ed essenziale sul contenuto della legge, sui suoi
                 destinatari e sulle opportunità che la stessa offre.
                 A tale scopo ciascun testo di legge verrà integrato da un allegato contenente le informazioni
                 essenziali sul contenuto e i destinati redatto in linguaggio non tecnico e in forma sintetica.
                 5. Il monitoraggio degli oneri per le imprese
                 Accanto alle politiche di better regulation sarà importante impegnarsi anche nella semplificazione
                 dei procedimenti amministrativi allo scopo di ridurne i termini di conclusione e in generale gli
                                                                                                                             36
              oneri posti a carico dei destinatari.
              Particolare attenzione verrà prestata in tale ambito ai procedimenti amministrativi in materia di
              attività di impresa che verranno sottoposti a un censimento allo scopo di verificarne da una parte la
              compatibilità con i principi comunitari stabiliti dalla direttiva Bolkenstein (che la nostra Regione
              attua, prima in Italia, attraverso la legge comunitaria regionale) e dall’altra l’efficacia in termini di
              tempi e modalità di svolgimento.
              Il monitoraggio degli oneri amministrativi verrà effettuato utilizzando il modello europeo della
              Standard Costs Model, già in corso di sperimentazione a livello nazionale e regionale.
              6. La semplificazione dei procedimenti
              La semplificazione dei procedimenti amministrativi si attuerà in particolare attraverso:
                    – la riduzione del 20% dei termini per la conclusione dei procedimenti;
                    – la riduzione del numero dei procedimenti che si riferiscano alla medesima attività e loro
                        accorpamento;
                    – l’eliminazione o l’accorpamento delle competenze di organi collegiali non essenziali e il
                        trasferimento delle relative competenze a organi monocratici o ai dirigenti;
                    – l’allargamento dei casi in cui atti di autorizzazione, licenza o simili il cui rilascio dipenda
                        dall’accertamento di presupposti e requisiti di legge possono essere sostituiti dalla
                        denuncia di inizio attività;
                    – l’eliminazione di pareri, nulla osta o altre forme di autorizzazione non più attuali;
                    – l’allungamento della durata di autorizzazioni e in genere di atti di assenso rilasciati dalla
                        Regione;
                    – l’introduzione di forme di indennizzo per il destinatario del provvedimento per il caso di
                        ritardo non giustificato nella conclusione del procedimento amministrativo.
                    – l’allargamento delle ipotesi di introduzione di forme di certificazioni tecniche da parte dei
                        privati in luogo di altra documentazione
                    – la previsione di procedimenti semplificati per le imprese dotate di certificazione di qualità.
              7. Il tavolo tecnico
              Allo scopo di supportare l’amministrazione nella definizione dei contenuti delle azioni in materia di
              semplificazione amministrativa verrà costituito nell’ambito del Tavolo di concertazione un Tavolo
              tecnico per la semplificazione composto da non più di otto esperti che sarà chiamato a esaminare e
              formulare proposte in tema di semplificazione amministrativa. La partecipazione al tavolo non
              dovrà comportare oneri per la Regione.
              La costituzione di un organismo di questo tipo, auspicata già a suo tempo dalle Linee Guida per la
              qualità della regolamentazione elaborate dalle Confindustrie del nord ovest (2004), risponde inoltre
              alla forte richiesta del mondo imprenditoriale, risultante anche dagli ultimi sondaggi condotti nella
              nostra regione, dai quali è emerso che le imprese chiedono da una parte un forte intervento
              semplificatorio della burocrazia e dall’altro un reale coinvolgimento nella costruzione delle
              politiche di semplificazione.
              La semplificazione e la qualità dell’amministrazione si realizzano anche attraverso le politiche di
Sussidiarietà
              sussidiarietà che sono finalizzate a ricollocare l’azione amministrativa al livello decisionale più
              adeguato ed efficiente, soprattutto in relazione al rapporto con il cittadino.
              1. Sussidiarietà orizzontale
              Nell’ambito di tale linea di azione verranno consolidate le azioni di esternalizzazione di quei
              servizi che possono essere più efficacemente gestiti da soggetti privati, garantendo tuttavia che la
              gestione privata assicuri al cittadino un elevato livello di qualità dei servizi e una pressione
              tariffaria equa e sostenibile.
              2. Sussidiarietà verticale
              Proseguirà il processo di devoluzione di funzioni amministrative al sistema delle autonomie locali
              avviato nel corso del 2006, che dovrà completare il riposizionamento strategico
              dell’amministrazione regionale e degli enti territoriali.
              Nel rapporto con gli enti locali verrà mantenuto e rafforzato l’impegno sul terreno dell’innovazione
              istituzionale (nel processo concertativo, nella programmazione generale e settoriale, nella
              promozione delle gestioni associate, nella valorizzazione dei comuni di minori dimensioni
                                                                                                                        37
              demografiche, nella promozione del sistema regionale di e-government) e del rafforzamento della
              governance locale, valorizzando gli strumenti di collaborazione per favorire la creazione di un
              sistema amministrativo plurale, ricco di competenza, volto a rafforzare le autonomie locali,
              potenziare le intersettorialità e le convergenze tra l’azione dei diversi livelli di governo. Rilevante
              in tale contesto sarà il ruolo del Consiglio delle autonomie locali che potrà garantire le migliori
              condizioni per realizzare un salto di qualità nella costruzione di un compiuto sistema delle
              autonomie.
              Nell’ambito delle azioni di sostegno allo sviluppo e al consolidamento dei modelli ottimali di
              gestione dei servizi a livello locale verranno approntati strumenti di valutazione che consentiranno:
                   – l’individuazione di comportamenti virtuosi di gestione nonché di quelli che possono
                        portare a situazioni di deficitarietà;
                   – l’analisi dei comportamenti di spesa;
                   – la diffusione di indicatori che consentano agli enti locali di effettuare benchmark
                        quantomeno su macroaggregati di bilancio.
              Sarà portata a compimento la seconda fase della riforma delle autonomie locali con l’obiettivo della
              semplificazione degli organi istituzionali e per garantire un’effettiva governance territoriale
              attraverso:
                   – l’incentivazione delle Unioni di comuni;
                   – la riforma della governance delle Comunità montane;
                   – l’incentivazione delle fusioni tra Comuni con la previsione di riduzioni fiscali ai residenti
                        nei comuni interessati;
              3. Federalismo fiscale
              Sarà realizzato il federalismo fiscale per dare agli enti locali piena autonomia di gestione delle
              entrate e delle spese e sviluppare ulteriormente il sistema di finanziamento attraverso una finanza
              pubblica equilibrata che, da un lato, riconosca agli enti sufficienti risorse e autonomia e, dall’altro,
              preveda la responsabilità finanziaria e supporti la solidarietà con meccanismi di perequazione.
              Per ottimizzare la gestione finanziaria degli enti locali si promuoverà, nell’ambito del sistema
              Regione – Autonomie locali, l’utilizzo di tecniche di finanziamento di opere e infrastrutture che
              prevedono il ricorso ai capitali privati fornendo un supporto nella valutazione e applicabilità della
              finanza di progetto e del partenariato pubblico.
              Nell’ambito dei finanziamenti agli enti locali destinati a investimenti, i vari canali di finanziamento
              verranno ricondotti a un’unica struttura responsabile, al fine di favorire una migliore distribuzione
              strategica delle risorse sul territorio e quindi l’armonico e integrato sviluppo dello stesso tramite la
              programmazione di area vasta realizzata dagli Ambiti di sviluppo territoriale.
              Allo scopo di realizzare la riduzione dei costi complessivi di gestione amministrativa e liberare
              risorse da investire nella qualità dei servizi sarà infine promossa e incentivata la riorganizzazione
              degli uffici, nell’ottica di fare delle forme associative locali il luogo e la dimensione normale di
              organizzazione delle funzioni, anche attraverso il conferimento della personalità giuridica alle
              ASTER.
              1. Ridurre i costi della politica
Qualità delle
              Nel perseguimento di una politica volta a sostenere la qualità e l’equilibrio dei costi delle istituzioni
istituzioni
              si procederà a realizzare:
                   – la riduzione del numero dei consiglieri regionali;
                   – l’abolizione del collegamento automatico tra indennità dei consiglieri regionali e dei
                        parlamentari;
                   – l’indennità di presenza dei consiglieri regionali deliberata dal consiglio regionale;
                   – la creazione di un’autorità indipendente per le nomine in enti e società pubbliche.
              2. Un’organizzazione efficiente
              La riorganizzazione realizzata nel corso del precedente mandato verrà completata con
              l’approvazione della riforma del pubblico impiego regionale e dell’ARERAN e con la disciplina
              dell’ordinamento dei segretari comunali e provinciali.
              Verrà inoltre implementato il sistema di valutazione di tutto il personale regionale allo scopo di
              completare la riorganizzazione effettuata nel corso della precedente legislatura. In tale ambito,
              portati a termine i processi di devoluzione delle funzioni agli enti territoriali, la regione consoliderà
              il proprio ruolo di amministrazione di indirizzo e controllo, innalzando il profilo qualitativo della
                                                                                                                        38
                 propria attività complessiva e riducendo ulteriormente gli organici.
                 Un investimento straordinario verrà dedicato alla formazione del personale del comparto unico per
                 favorire l’incremento delle competenze e la "diffusione delle eccellenze" anche attraverso le nuove
                 tecnologie, che dovranno essere adeguate alla nuova organizzazione territoriale.
                 Sarà infine completato il riassetto delle strutture della logistica mantenendo costante il trend di
                 riduzione dei costi già realizzato nel corso della precedente legislatura.
                 Le funzioni del Centro servizi condivisi saranno rese disponibili a tutta la funzione pubblica
                 territoriale.
                 Infine nell’ambito delle azioni finalizzate al miglioramento dei servizi sul territorio, allo scopo di
                 ottimizzare l’efficienza e la certezza nella gestione del patrimonio immobiliare regionale nonché di
                 uniformare il sistema di pubblicità immobiliare a livello regionale, verrà data attuazione al progetto
                 di estensione del sistema tavolare a tutto il territorio della Regione già avviato nel corso della
                 trascorsa legislatura.
                 Nella legislatura appena conclusa l’Amministrazione regionale, in coerenza al programma
Partecipazione
                 elettorale, ha significativamente orientato la propria politica verso un modello di sviluppo
                 sostenibile, attraverso l’adozione della metodologia di agenda 21, strutturando tre linee di attività:
                 una struttura operativa dedicata, la promozione e il sostegno di esperienze locali, l’applicazione
                 della metodologia a due importanti processi di pianificazione quali il P.T.R. (Piano territoriale
                 Regionale) e il P.E.R. (Piano Energetico Regionale).
                 Agenda 21
                 L’approccio sino ad ora sviluppato in casi limitati, ma con grande successo, va adottato nella
                 prossima legislatura come approccio sistemico a tutti i processi decisionali che hanno maggiore
                 impatto sulla trasformazione del territorio e sulla vita della comunità. In tal senso, quindi, dovrà
                 essere potenziato il servizio regionale competente, già strategicamente collocato presso la
                 Direzione Generale, e andranno ulteriormente valorizzate le esperienze della rete regionale degli
                 Enti Locali che realizzano progetti di agenda 21, anche approfittando delle previsioni della L.R.
                 5/2007. Tali esperienze dovranno essere sostenute nella loro evoluzione da progetti a processi, così
                 intendendo la loro transizione in ordinaria attività degli Enti stessi.
                 A livello regionale l’approccio metodologico di agenda 21 assumerà progressivamente il carattere
                 di processo strutturato, che accompagni i piani e i programmi non nella sola fase di predisposizione
                 bensì anche in quella di implementazione dei piani stessi. La Direttiva 42/2001/CE (VAS) verrà
                 adottata per tutti i piani e programmi regionali aventi impatto sull’ambiente.
                 Pertanto la prossima legislatura dovrà elaborare – anche in base all’esperienza che altre realtà
                 regionali stanno realizzando – nuove modalità di partecipazione del pubblico rispetto a tematiche di
                 area vasta di particolare impatto sociale o ambientale.
                 1. Risorse comunitarie
Relazioni
                 La Regione intende proseguire nell’azione di rafforzamento della politica di coesione economica e
internazionali e
                 sociale conformemente agli indirizzi maturati nei Consigli Europei di Lisbona e Goteborg.
cooperazione
                 Per il conseguimento di tali finalità sarà importante utilizzare a pieno, come fino ad ora è sempre
                 avvenuto, le risorse comunitarie messe a disposizione per il tramite dei fondi strutturali e,
                 contemporaneamente, seguire con attenzione l’avvio e l’elaborazione dei documenti del nuovo
                 periodo di programmazione 2014-2020 i cui Regolamenti attuativi verranno verosimilmente
                 emanati nel 2013.
                 Alla luce della progressiva riduzione delle risorse destinate ad aree il cui PIL è superiore alla media
                 europea (e il Friuli Venezia Giulia è tra queste), verrà avviato un negoziato con l’Unione Europea
                 per ottenere un significativo incremento delle risorse destinate alla programmazione
                 transfrontaliera e transnazionale.
                 2. Euroregione
                 Con le nuove dotazioni finanziare sarà possibile fornire completa operatività alla nascente
                 Euroregione la quale dovrà occuparsi nel corso dei prossimi anni – in primis – della gestione di
                 singoli progetti finanziati con fondi comunitari, in modo da poter auspicabilmente giungere, con la
                 programmazione 2014-2020, alla titolarità completa della gestione dei programmi operativi
                 comunitari transfrontalieri e transnazionali.
                 L’Euroregione costituirà, altresì, una testa di ponte per la politica di presenza internazionale della
                 nostra Regione, già avviata in questi anni mediante la stipula di una serie di accordi e protocolli,
                                                                                                                         39
essi hanno individuato nell’area balcanica la zona di interesse primario per il FVG per una serie di
ragioni, contemporaneamente di carattere geo-politico ed economico, senza peraltro dimenticare il
percorso felicemente avviato in quell’area nel settore sanitario e sociale, con particolare attenzione
al trasferimento di knowhow e alla condivisione delle esperienze di alto livello
Va infine promossa e sostenuta la forma del GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico) quale
modalità di realizzazione degli obiettivi operativi previsti dai protocolli di intesa nella forma del
parternariato pubblico – privato.
3. Cooperazione
Le politiche di cooperazione devono essere finalizzate sia ad aumentare le risorse disponibili sia a
modificare la logica degli interventi; i progetti di cooperazione debbono essere infatti caratterizzati
da un approccio incentrato sull’incontro e lo scambio tra popoli e culture e devono innescare
meccanismi di auto-sviluppo sociale, economico e culturale che rispondano alle effettive esigenze
delle popolazioni interessate.
Gli obiettivi principali da perseguire nella prossima legislatura sono:
     – raggiungere nel corso della legislatura la quota dello 0,5% dei fondi del bilancio regionale
          destinati alla cooperazione;
     – sostenere la cooperazione e il dialogo tra i popoli e le culture come elemento qualificante
          di una concreta politica delle relazioni internazionali della Regione, svincolata da interessi
          economici;
     – promuovere nella strategia regionale di cooperazione un approccio di partenariato che
          superi il concetto di aiuto, sostenendo processi locali di auto-sviluppo e promuovendo la
          difesa dei diritti fondamentali e dei beni comuni;
     – potenziare i programmi che coinvolgano attivamente i cittadini stranieri quali attori di
          interventi di cooperazione;
     – promuovere lo scambio di conoscenze scientifiche e la formazione di competenze,
          valorizzando gli enti di ricerca presenti in regione.
                                                                                                         40
I motori del    Infrastrutture
cambiamento
FVG 2008
                La realizzazione di un’adeguata rete infrastrutturale è una delle condizioni indispensabili per garantire
Le idee guida
                sviluppo economico e coesione sociale, e per sfruttare adeguatamente il grande vantaggio competitivo
                che deriva al Friuli Venezia Giulia dalla sua posizione geopolitica: punto di passaggio nel cuore
                dell’Europa. Luogo ideale d’incontro dell’est e dell’ovest del vecchio continente.
                Le linee di intervento si orienteranno lungo tre direttrici fondamentali:
                     – Completare e potenziare le grandi infrastrutture di trasporto interregionale per le merci e le
                          persone al fine di garantire adeguati livelli di mobilità a costi sostenibili, in tempi competitivi.
                     – Adeguare il sistema regionale dei servizi di trasporto (particolarmente del TPL) al fine di
                          rendere uniformemente e agevolmente accessibile tutto il territorio.
                     – Completare il sistema delle infrastrutture per le telecomunicazioni al fine di distribuire in
                          modo uniforme e capillare l’accesso alla rete in banda larga.
 FVG 2013
Le nuove azioni
                       1. Progetto prioritario TEN n. 6.
Infrastrutture
materiali              Obiettivo prioritario per il FVG e per i suoi obiettivi di sviluppo, è l’infrastruttura fondamentale
                       se ci si vuole candidare a crocevia di un sistema economico in rapidissima espansione.
                       E’ unanimemente condiviso che il sistema dei trasporti di merci e persone sia gravemente
                       squilibrato in direzione del trasporto su gomma e che questa situazione debba essere affrontata
                       trasferendo quote cospicue di traffico su rotaia, per ragioni ambientali (riduzione di emissioni in
                       atmosfera), energetiche (riduzione di consumi per volume) e di sicurezza (riduzione del numero
                       di morti/anno).
                       Poiché le attuali infrastrutture ferroviarie sono già prossime alla saturazione con i volumi di
                       traffico sostenuti attualmente, il trasferimento di importanti quote di traffico da gomma su rotaia
                       richiede infrastrutture ferroviarie più capaci. In effetti se il solo trasporto ferroviario derivante
                       dall’aumento dei traffici del terminalista del molo VII del porto di Trieste è in grado di saturare
                       la capacità di trasporto della attuale rete entro brevissimo tempo, e se a questo si aggiungono le
                       previsioni di incremento dei traffici derivanti dalle nuove politiche di investimento e di mercato
                       delle autorità portuali, se ne deduce che l’obiettivo di trasferire il 40% del traffico oggi su
                       gomma alla rotaia non può essere raggiunto con le infrastrutture esistenti. Questo obiettivo da
                       solo comporta, infatti, circa il raddoppio dell’attuale volume di traffico merci su ferro.
                       Vale la pena rammentare che, subito dopo il trasporto marittimo, quello dell’alta
                       velocità/capacità è il sistema che offre:
                       – il minor consumo di energia,
                       – il minor impatto ambientale,
                       – il minor consumo di territorio (1/5 della sezione di un autostrada),
                       – il più alto livello di efficienza in termini di volumi movimentati/costi generati (sia economici
                       che ambientali).
                       Essa è quindi l’unica forma di trasporto sul territorio che riesce a eguagliare il livello di
                       efficienza del trasporto su acqua.
                       La nuova linea ferroviaria consentirà quindi rilevanti risparmi di tempo rispetto al trasporto
                       aereo e automobilistico (AV) e un’elevata sostenibilità ambientale per i volumi di traffico attesi
                       e riconvertiti nel prossimo futuro (AC).
                       Nel caso specifico del FVG, il lavoro svolto in questi anni ha garantito che l’ipotesi di tracciato
                       individuata, in buona parte ad alta capacità, sia quella più rispettosa delle comunità attualmente
                                                                                                                               41
insediate, dell’equilibrio complessivo dell’ecosistema e sia quindi la miglior soluzione oggi
disponibile. La sua realizzazione non costituisce quindi solo una risposta alle esigenze di
movimentazione in tempi veloci di merci e persone ma anche la più adeguata risposta alle
esigenze di sviluppo nel rispetto dell’ambiente, garantendo effettivo risparmio delle risorse
energetiche ed una diminuzione significativa delle emissioni in atmosfera.
La nuova linea ferroviaria consentirà inoltre di potenziare sul tracciato storico il servizio di
trasporto ferroviario regionale già previsto nella gara per il nuovo TPL regionale.
2. Viabilità.
Realizzazione entro il mandato:
     – della terza corsia dell’autostrada A4;
     – completamento della trasformazione in autostrada della Villesse-Gorizia;
     – delle opere in legge obiettivo a cura del bilancio statale: SS 56 da Villanova dello
          Judrio a Udine, SS 13 in provincia di Udine e di Pordenone, Tangenziale sud di Udine;
     – delle strade Palmanova-Manzano e Torviscosa-Ronchis entro il 31 dicembre 2012.
     – della strada Sequals Gemona entro il 31 dicembre 2013, anche ricorrendo alla finanza
          di progetto.
Entrerà poi a regime Strade FVG, con un incremento degli interventi di manutenzione del 15%
da conseguire attraverso la razionalizzazione della struttura produttiva e le sinergie con il
sistema regionale.
Sarà tuttavia fondamentale introdurre misure temporanee per ridurre e rendere più efficiente il
traffico su gomma; a questo proposito due sono le proposte:
     – incentivi perché quote importanti di traffico su gomma siano trasferite su rotaia e su
          navi
     – modulazione delle tariffe autostradali per incentivare la distribuzione, in particolar
          modo del traffico pesante sull’intero arco giornaliero.
3. Ferrovia
     – Approvazione prioritaria del progetto della tratta ferroviaria Trieste Capodistria entro il
          31 dicembre 2010 e reperimento dei mezzi finanziari a cura dello Stato per completare
          l’esecuzione delle opere con la massima tempestività.
     – Termine della progettazione e approvazione dei progetti delle tratte Portogruaro-
          Ronchi Sud, Ronchi Sud-Trieste, Trieste-Divaca entro il 31 dicembre 2009. Sui
          progetti, che saranno sottoposti a VAS, verrà aperto un ampio confronto con le
          comunità locali.
     – Inizio dei lavori il primo gennaio 2011, godendo della copertura finanziaria da parte
          dello Stato, anche per lotti, allo scopo di terminare i lavori entro 31 dicembre 2018.
     – Attivazione di uno schema di cross-financing su Autovie Venete per cofinanziare la
          tratta Ronchi Sud-Trieste ovvero, in alternativa o complementariamente al cross-
          financing, delle disposizioni su eurovignette per cofinanziare la tratta Ronchi sud
          Trieste.
4. Porti e logistica
Le infrastrutture portali regionali rappresentano un potenziale non sfruttato non solo per
l’economia regionale, ma per tutta l’Euroregione e l’Est-Europa. Nel prossimo quinquennio va
ulteriormente potenziata e lanciata la struttura logistica regionale con l’obiettivo di:
     – portare il porto di Trieste a 1 milione di TEUS movimentati entro il 31 dicembre 2012 e
          raggiungere i due milioni entro il 31 dicembre 2015;
     – caratterizzare i porti di Trieste e Monfalcone quali terminali delle autostrade del mare
          per il nord Adriatico;
     – infrastrutturare il sistema portuale regionale (Trieste, Monfalcone e San Giorgio di
          Nogaro) per farne i            veri gangli vitali di forza della politica Adriatica
          dell’intermodalità.
Il Friuli Venezia Giulia si candida a offrire servizi di logistica per l’area di circa dodici milioni
di abitanti del nord Adriatico che include Veneto, Carinzia, Slovenia e Croazia.
Va sostenuto lo sviluppo del polo logistico di Cervignano con la sua estensione, sulla base di
                                                                                                      42
               una strategia per la quale la pubblica amministrazione mette a disposizione le autorizzazioni e
               gli investitori privati realizzano le infrastrutture e le gestiscono. In questa logica si colloca anche
               lo sviluppo del polo logistico intermodale (mare, autostrada, ferrovia storica e AV/AC, cargo
               aereo) di Ronchi dei legionari per mezzo della STUR, già deliberata ma non ancora costituita,
               che deve provvedere alla pianificazione urbanistica e alla regia delle opere di infrastrutturazione.
               La realizzazione delle infrastrutture e la loro gestione sarà affidata agli investitori privati.
               Attento sostegno dovrà essere garantito alle già avviate azioni di sviluppo dei poli logistici di
               Fernetti, SDAG, Pordenone.
               5. Aeroporti
               L’aeroporto di Ronchi dei Legionari Pietro Savorgnan di Brazzà va integrato in un sistema
               aeroportuale territoriale ampio e privatizzato in ragione del 40%, con l’affidamento della
               gestione a un partner del settore aeroportuale. Lo scalo deve svolgere una funzione nel settore
               dei passeggeri e del cargo integrandosi con l’antistante polo logistico plurimodale di Ronchi. Lo
               scalo va inoltre collegato tramite shuttle ferroviario all’aeroporto di Venezia (35′).
               L’aeroporto di Gorizia deve sviluppare una missione forte nel campo del volo turistico, a vela,
               sportivo. Parte della superficie dell’aeroporto potrà essere dedicata ad attività logistiche e
               manifatturiere connesse alle attività aviatorie e al tempo libero.
               6. Piste ciclabili
               La Regione ha approvato un Piano Regionale della Viabilità e del trasporto ciclistico, oggi
               integrati nel P.T.R, che disciplina la ReCIR, rete a maglia larga delle ciclovie che interessa tutto
               il territorio regionale e che si collega con gli Stati e le Regioni confinanti.
               Il Piano va attuato e va quindi completata la rete delle piste ciclabili, per offrire alle persone
               un’alternativa di mobilità sostenibile e integrare al tempo stesso l’offerta di percorsi turistici
               alternativi.
               Gli interventi nel settore dell’energia prevedono due fondamentali linee di azioni: quelle a
Infrastrutture
               favore della razionalizzazione delle fonti tradizionali e quelle per lo sviluppo delle fonti
energetiche
               rinnovabili. L’obiettivo di mandato è quello di recuperare il ritardo che caratterizza il sud
               dell’Europa rispetto a quella settentrionale garantendo che almeno il 20% dell’energia a uso
               residenziale, e il 10% di quella per le attività produttive sia generata da fonti rinnovabili.
               Mentre le politiche regionali relative alle fonti rinnovabili sono trattate nel capitolo della
               sostenibilità ambientale, per quanto riguarda invece le fonti tradizionali l’obiettivo deve essere,
               in questa fase, quello di garantire un adeguato soddisfacimento del fabbisogno regionale a costi
               competitivi, almeno con riferimento al resto del Paese. Fortunatamente, grazie alla collocazione
               geopolitica del FVG, ciò risulta possibile potenziando i sistemi di importazione dai paesi
               limitrofi, segnatamente dall’Austria e dalla Slovenia. In questa ottica è condivisa la necessità di
               realizzare una merchant line tra le stazioni di Wurmlach e Somplago a supporto del consumo
               delle attività industriali del Friuli Venezia Giulia. Per autorizzare nuovi elettrodotti ne andranno
               smantellati di esistenti per una lunghezza superiore e le nuove linee dovranno ridurre il
               passaggio nei centri abitati. È condivisa inoltre la possibilità di dare l’intesa per la costruzione di
               un rigassificatore in Friuli Venezia Giulia a supporto della politica di diversificazione
               energetica nazionale e del fabbisogno regionale, con la tecnologia comportante il miglior
               bilancio ecologico.
               È inoltre doveroso collaborare alla migliore realizzazione degli elettrodotti proposti da Terna
               SpA nell’ambito dei programmi nazionali di rafforzamento e messa in sicurezza delle dorsali
               nazionali e transalpine. Le dorsali elettriche vanno possibilmente realizzate in un quadro di
               razionalizzazione della rete esistente smantellando impianti vecchi scarsamente capaci e
               sostituendoli con impianti nuovi di maggiore capacità. In questo quadro va sostenuta la
               realizzazione dell’elettrodotto 380 Mv Redipuglia Udine Ovest, così come l’esigenza nazionale
               di una dorsale elettrica di grande capacità tra Italia e Slovenia. Va invece ribadito che non
               sussistono le condizioni di compatibilità ambientale per la linea Okroglo-Udine Ovest e che tale
               collegamento va sostituito con un tracciato che interessi parti di territorio già compromesse da
               altre infrastrutture.
Infrastrutture Entro il 2010 andrà garantita la totale copertura a banda larga dell’intero territorio regionale.
immateriali    Entro il 2012 dovrà essere completata l’infrastruttura FTTC (fibra ottica a marciapiede) su tutto
               il territorio regionale.
                                                                                                                       43
                                                             per accettazione
                 Candidato Presidente alla Presidenza della
Riccardo Illy
                 Regione FVG per la coalizione Intesa
                 Democratica
                 Coordinatore Regionale Italia dei Valori
Paolo Bassi
                 Segretario Regionale SDI
Alessandro Dario
                 Segretario Regionale Partito dei Pensionati
Luigi Ferone
                 Segretario Regionale RC
Giulio Lauri
                 per la Sinistra Arcobaleno
                 Presidente Cittadini per il Presidente
Bruno Malattia
                 Segretario Regionale Verdi
Gianni Pizzati
                 per la Sinistra Arcobaleno
                 Segretario Regionale PdCI
Stojan Spetic
                 per la Sinistra Arcobaleno
                 Segretario Regionale Slovenska Skupnost
Damijan Terpin
                 Segretario regionale SD
Fulvio Vallon
                 per la Sinistra Arcobaleno
                 Segretario Regionale Partito Democratico
Bruno Zvech
                                                                              44

 

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