9 Settembre 2009

Migrazione e società multietnica (di Don Luigi Ciotti)

Né vale il tanto sbandierato principio della sicurezza, perché, dati alla mano, è dimostrato che là dove la questione migratoria è stata affrontata con un “mix” di lungimiranza e umanità, creando le condizioni per una integrazione vera, una piena titolarità di diritti e doveri, i reati sono diminuiti. L’accoglienza e il diritto, il riconoscimento e l’attribuzione di responsabilità sono da sempre gli antidoti più efficaci contro un’illegalità e una criminalità, piccola ma anche grande, che si avvantaggia dei margini, delle zone grigie e del sommerso.
Come realtà che operano nel sociale, nel quotidiano faccia a faccia con le persone più deboli e prive di diritti, e come coordinamento che opera nel contrasto alla criminalità organizzata e alle tante forme d’illegalità, di violenza e di corruzione, ci auguriamo che alla vigilia del voto di fiducia sul cd “pacchetto sicurezza” – in base al quale sarebbe introdotto quel reato di “clandestinità” che obbliga di fatto i pubblici ufficiali a denunciare l’immigrato non ancora regolare, quando vi si imbattano nell’esercizio delle loro funzioni – ci sia un forte e corale “no” da parte di quella parte d’Italia memore del proprio passato e desiderosa di costruire un futuro. “No” contro una norma discriminatoria che viola il principio dell’universalità dei diritti umani, sociali e civili, e rischia di far scivolare ancor più il nostro Paese verso un passato dal quale speravamo di esserci allontanati una volta per tutte.
In primo piano